Il mediano: Decisivi i ko con Fertilia e Montalbo
Bonorva, Andrea Mura tra rimpianti e un torneo speciale: «Niente playoff ma potevamo fare di più, al memorial di mio padre tengo tantissimo e sarà una grande serata»
Il campionato è alle spalle e ora è tempo di tornei estivi. Ma quello del prossimo venerdì 27 maggio ha un sapore speciale per Andrea Mura, centrocampista del Bonorva che nella sua Porto Torres è riuscito anche quest'anno a ritagliare una serata speciale per ricordare suo papà Francesco, scomparso da pochi anni, con il secondo memorial a lui dedicato. «Sarà una grande serata - dice il mediano ex Tergu e Lanusei - si giocherà come sempre tutto d'un fiato, dalle 5 del pomeriggio alle 4 del mattino. Ci saranno 18 squadre, 6 in più dell'anno scorso e tanti giocatori forti, con squadre provenienti da Porto Torres, Sassari, Badesi, Ossi e Bonorva. Io ho fatto una squadra di famiglia, con giocatori che sono amici anche fuori dal campo come Michele Pulina, Luca Ruggiu, Tomaso Nieddu, Alessandro Cossu, Alessandro Fresi e Giuseppe Mastinu che se però va in finale playoff con l'Olbia non sarà presente. L'anno scorso ha vinto la squadra di Andrea Usai, Gigi Scotto, Daniele Delogu, in un'altra c'era anche Stefano Guberti, se finisce la stagione col Perugia potrebbe esserci anche lui con la squadra di calcio a 5 dell'Ossi». Grazie alle conoscenze e agli aiuti di un po' di persone e di società come Porto Torres, Bonorva e Cossoine, Andrea Mura è riuscito a far fronte alle spese organizzative per campo, coppe, arbitri ed avere anche il gruppo musicale che terrà compagnia ai numerosi spettatori che si godranno lo spettacolo sul campo fino a notte fonda.
Se tuo padre vedesse ciò che stai organizzando come sarebbe
«A mille e verrebbe a riprendere tutte le gare con la videocamera, come ha sempre fatto quando mi seguiva la domenica fin quando si è ammalato e io giocavo nel Porto Corallo. Perdeva la testa e mi conservava tutti gli articoli di giornale. Ci tengo a fare una bella cosa, lui era una persona incredibile, speciale e troppo buona, ho il rammarico che nell'ultimo giorno della sua vita io stavo a Cagliari e non gli ho potuto dare l'ultimo saluto, non me lo perdono»
Parliamo del tuo Bonorva, matricola al quinto posto ma con rimpianti
«Eh sì, potevamo fare molto di più per la squadra che avevamo. Anche la società si aspettava qualcosa di più dopo esser stata al primo posto nelle prime dieci giornate del campionato, un po' di pressione c'era per restare sempre lì tra le prime, e io d'altronde avevo scelto Bonorva proprio per fare i playoff»
Cosa è mancato per poter fare qualcosa di più?
«Non facevamo gol e c'era poca cattiveria ma eravamo anche contati. Per quello che ho visto nel girone di ritorno l'unica squadra che mi ha davvero impressionato per il gioco è l'Usinese, il resto delle avversarie erano molto alla nostra portata. Ci ha tagliato le gambe aver perso 2-0 in casa del Fertilia, la giornata dopo il mio esordio con pareggio contro l'Ozierese, e pure il ko per 1-0 nella gara successiva sul nostro campo con la Montalbo, due sconfitte che hanno pesato tanto, lì abbiamo accusato il colpo e perso il campionato»
La gara con la Montalbo del ritorno, invece, ha suscitato polemiche per quel "famoso" messaggio su facebook del tecnico dei siniscolesi al vostro bomber Deriu, come avevate vissuto quei giorni?
«Molto male da tutti compreso il mio compagno Deriu che era stato tirato in ballo a sua insaputa. A me personalemnte nessuno mi ha mai chiamato per chiedermi un qualcosa, in quella gara sono stato pure espulso. Era la penultima giornata e orse è stata presa un po' sottogamba ma di sicuro la partita non è stata data come qualcuno potrebbe aver pensato dopo le polemiche»
Dall'Eccellenza col Tergu alla Promozione perché?
«Perché prima di tutto mi sono sentito preso in giro a Tergu, mi avevano promesso il lavoro, ogni mese veniva rimandata quella promessa fino a quando ho deciso che dovevo andar via. Ho saltato buona parte della preparazione per una frattura al piede, mister Boncore mi aveva fatto rimesso subito in campo tirando al massimo, non ce la facevo più, stava diventando troppo pesante ed ero molto stressato. Mi faceva piacere l'idea di poter dare una mano a Mario Fadda e ho detto sì al Bonorva»
Come ti sei trovato?
«Benissimo, sono andato per Mario e, grazie a lui, la società è cresciuta molto, lo ascoltano su tutti i fronti. Io mi sono trovato alla grande e non mi posso lamentare di niente, mi è stato chiesto di restare già due mesi prima della fine del campionato, l'intenzione è di costruire una squadra per vincere, ora si vedrà, c'è tempo e non ho fretta»
Mario Fadda che hai avuto come compagno, com'è invece come allenatore?
«Non me l'aspettavo così bravo sotto questa veste, quando gli parte l'embolo però è un casino e rivolta lo spogliatoio, specie quando è capitato qualche volta che abbiamo giocato da schifo. Lui è molto preparato, non molla mai, fino all'ultimo era sul pezzo, mi ha fatto allenare anche prima della dell'ultima gara di campionato quand'ero squalificato. Dice che si ritira, vedremo se lo faraà ma il doppio ruolo lo ha gestito bene, anzi, secondo me doveva giocare di più ma per non creare problemi si lasciava in panchina. In campo fa ancora la differenza, tiene bene la palla, ci faceva salire ed è sempre pericoloso sui calci piazzati»