Il bomber: Noi ultimi? Non bastano i soldi
Borrotzu sveglia il Tavolara: «È ora di vincere»
Parte da Orani che aveva 15 anni, arriva a Tempio e, ancora minorenne assapora la serie C2, in Gallura conosce l’ex cagliaritano Nicolò Napoli che lo manda a Messina, poi gioca con Castrovillari, Igea Virtus e Civitacastellana prima di tornare nell’isola sull’Isola, ovvero La Maddalena, in Eccellenza. Il primo giro nel mondo del calcio Antonio Borrotzu, classe 1978, attaccante del Tavolara, lo compie in 10 anni, sempre fuori da casa. «Ho giocato nelle giovanili dell'Orani fino a 15 anni, poi sono andato a Tempio – racconta il bomber – primo anno nell’Under 18 e poi 2 anni in prima squadra in serie C2». Neanche maggiorenne conosce il professionismo: «A 17 anni avevo collezionato le 18 presenze per diventare professionista». Poi l’avventura a Messina, in serie C2, grazie a un terzino ex Cagliari che terminava la carriera coi galletti: «Mi sponsorizzò Nicolò Napoli che fece qualche mese a Tempio con me». Poi si corregge ridendo: «O meglio io con lui…».
Vince tre campionati di Eccellenza - Borrotzu cresce in fretta, è smaliziato ed è soprattutto un attaccante che impara subito a segnare in quel calcio di confine dove sei un professionista ma non ancora tale per spiccare il volo. Troppo al Sud (girone C di serie C2), forse, troppo al confine. E così, all’età di 25 anni, Borrotzu rientra in Sardegna in Eccellenza nell’Ilva. Grande stagione (2002/03), 10 gol in coppia con Simone Cardu (16 reti) e maddalenini terzi. Da lì in poi diventa il bomber della squadra di turno che vuole vincere l’Eccellenza. Primo con l’Alghero (2003/04, 17 gol), primo con il Tempio (2005/06, 19 gol) e primo con il Tavolara (2006/07, 20 gol).
In quegli anni era lotta serrata con Gianluca Siazzu: lui era il re dei bomber che ti precedeva nella classifica marcatori, tu però vincevi il campionato con Alghero e Tempio e lui arrivava secondo col Tavolara e Budoni
«È vero, con Siazzu siamo stati sempre a giocarci il titolo di capocannoniere e la vittoria del campionato, a lui il primo e a me il secondo. Comunque meglio fare 20 gol ed arrivare primo che segnarne 25 e finire secondo...»
Poi avete giocato assieme nel Tavolara e si dice che ora, a dicembre, potresti ritrovarlo con te in squadra
«Con lui ho un ottimo rapporto e se mai dovesse venire qui ci darà di sicuro una grossa mano. Penso che sia uno dei più forti attaccanti in Sardegna nonostante abbia 35 anni»
Ma un grande feeling c’è tuttora anche con Stocchino. Siete stati per anni la coppia-gol più richiesta in Eccellenza, avete vinto ad Alghero, Tempio e Tavolara. Spiega il perché vi integrate bene
«Simone, come Siazzu, è uno dei più forti bomber sardi. Con lui mi arrabbio perché con le qualità che ha non doveva giocare in Eccellenza o Serie D. Io sono più prima punta e Simone è velocissimo e micidiale negli spazi, il segreto però è che con lui ho un ottimo rapporto sia in campo che fuori. Posso dire che è uno dei pochi amici che ho nel calcio»
Che succede al Tavolara? Una squadra costruita per vincere il campionato e che si ritrova ora all’ultimo posto con 7 sconfitte di fila
«Purtroppo il calcio è questo, non sempre con i soldi si vince. Adesso non ci resta che guardare i bassifondi della classifica e tiraci fuori da questa situazione. Sono convinto che la squadra si riprenderà, i valori alla fine usciranno fuori»
La prima parte di torneo con Mariani alla guida tecnica poi il cambio con Ninni Corda, perché non ha funzionato?
«Mi limito a dire che c'è stata poca fortuna e forse poca voglia di vincere da parte nostra. Magari si pensava di vincere le partite solo con i nomi ma nel calcio bisogna scendere in campo e giocare sennò non le vinci le partite. Per il resto non tocca a me dire cosa non ha funzionato, ognuno ha le proprie colpe»
Quando c’era Ninni Corda, oltre a Pantanelli e Usai si diceva che i prossimi al taglio eravate tu, Stocchino e Di Gennaro. Che c'era di vero?
«Non so se realmente dovevo andare via, anche se all'inizio mi davano in partenza. Per quanto mi riguarda ho sempre fatto di tutto per rimanere continuando a fare il mio lavoro, dando il massimo. Ho la coscienza pulitissima»
Ora si dice che ti voglia la Nuorese dopo la partenza di Siazzu?
«Mi è arrivata qualche voce ma niente di concreto, penso che resterò al Tavolara tutto l'anno»
Dopo 10 giornate hai segnato 6 gol, 4 tutti in una volta a Castiadas. Sei soddisfatto?
«I 6 goal fatti fino adesso sono un bel bottino ma ciò non significa che io stia facendo un buon campionato altrimenti non saremmo ultimi in classifica. Sicuramente posso dare di più come tutti i miei compagni»
Quattro anni al Tavolara con una parentesi, l’anno scorso a Sanluri. Avete sperato anche nel salto di categoria.
«È stata una bellissima stagione grazie soprattutto all'allenatore e a noi giocatori. Se a dicembre la società avesse fatto un paio di acquisti mirati si poteva vincere il campionato. Comunque, ripeto, grandi meriti a mister Mario Petrone, il migliore allenatore che io abbia mai avuto insieme a Luciano Zecchini a Tempio»
E fra due domeniche torni proprio da ex a Sanluri, come vedi la tua ex squadra dopo il 5-1 al Bacoli?
«Sarà una bella emozione e una gara dura come tutte le partite del resto. Loro stanno comunque ottenendo dei risultati importanti»
Prima però c’è la gara con l’Anziolavinio, la vittoria è d’obbligo, magari con un tuo gol?
«Partita difficile, anzi difficilissima. Ormai la classifica dice che siamo inferiori a tutti. Speriamo che l'Anziolavinio la guardi e che la presunzione giochi loro un brutto scherzo. Per nostro conto faremo di tutto per prenderci 3 punti, non ci sono alternative. E se non dovessi segnare non c'è problema, l'importante è vincere»
Fabio Salis