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Raffaele Cerbone, allenatore, Budoni
«Merito dei ragazzi, ci hanno creduto dal primo giorno»

Budoni, Cerbone festeggia l'accesso ai playoff nazionali: «Abbiamo fatto un qualcosa di eccezionale. Il ripescaggio dev'essere un'opzione non una soluzione»

Una tensione accumulata per tre settimane e poi scaricata al 90', quando il Budoni ha battuto 1-0 il Calangianus nella finale playoff acquisendo il diritto di partecipare agli spareggi-promozione per la serie D. Il tecnico Raffaele Cerbone rende merito al traguardo raggiunto dai suoi ragazzi: «Ognuno gli dà il peso che vuole ma abbiamo fatto un qualcosa di eccezionale perché, guardando da dove siamo partiti e a quello che abbiamo dovuto fare a dicembre che, per necessità tattica e di bilancio, abbiamo tagliato otto giocatori prendendone quattro, ora andiamo a rappresentare la Sardegna ai playoff nazionali. Io non voglio prendermi meriti che non ho, solamente ho partecipato insieme con i ragazzi a creare un qualcosa di importante. Loro hanno avuto la forza di crederci dal primo giorno, soffrendo e vivendo momenti difficili dove tutto lasciava presupporre che non si potesse raggiungere nessun traguardo».

Per il tecnico, la quasi serie D (col probabile ripescaggio visto gli alti punteggi) non rimargina le ferite della retrocessione. «Ci è dispiaciuto ma l'anno scorso abbiamo fatto quello che si poteva fare, avevamo una serie importante di infortuni e squalifiche nel momento topico e anche l'allenatore migliore al mondo avrebbe avuto difficoltà nel venirne a capo. Adesso dobbiamo ballare a testa alta, senza pensare al ripescaggio che dev'essere un'opzione e non una soluzione. Una squadra che si rispetti, che nelle ultime 18 partite ne ha vinto 14, deve ragionare andando a prendersi un qualcosa, sapendo che strutturalmente avremo meno degli avversari ma con la voglia di divertirci, con la rabbia e l'abnegazione possiamo giocarcela contro chiunque, così come abbiamo fatto col Tortolì». Cerbone si complimenta con il Calangianus: «Una squadra ostica che non ci ha permesso di giocare in un certo modo perché sistematicamente attaccava la profondità e per noi, che giochiamo a tre dietro, diventa un problema contro giocatori veloci. Ma nel momento in cui verticalizzano e tu riesci ad avere la personalità di giocare la palla allora riesci a sfruttare dei vuoti, come abbiamo fatto dopo i primi 20'». L'allenatore biancoceleste ricordi i numeri che hanno accompagnato la stagione del Budoni: «Quando uno riesce a lavorare con continuità può dare una identità precisa alla propria squadra che mantiene a prescindere dal campo in cui gioca e dagli avversari che affronta. Io lavoro per quello, poi ci sono partite dove fai bene e altre meno bene. Per me è una grande soddisfazione, siamo la miglior difesa e il secondo miglior attacco del campionato, la seconda squadra che ha vinto più partite e la seconda che ne ha perso di meno. Ecco perché non ti trovi lì per caso, è stata una crescita costante».

 

In questo articolo
Squadre:
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Stagione:
2016/2017
Tags:
Playoff