«Fondamentali i successi negli scontri con Triei e Bariese»
Capolavoro Tertenia, Scattu: «Dopo la retrocessione abbiamo ricreato una mentalità vincente»
Probabilmente la parola più giusta che si può usare per descrivere la vittoria del campionato da parte del Tertenia è una: capolavoro. Archiviata, piuttosto rapidamente, a dire il vero, l'amarissima retrocessione rimediata l'anno scorso, infatti, la compagine biancorossa è riuscita a ripartire di slancio, con un bottino di tutto rispetto di 20 vittorie in 26 uscite, un attacco atomico e una difesa a prova di bomba.
Mister Federico Scattu (nella foto di Cristina Piroddi) si gode dunque il suo primo, grande successo da allenatore e ripercorre le tappe decisive di quella che si può definire, senza paura di essere smentiti, una cavalcata entusiasmante, che si è conclusa però soltanto all'ultimo atto, nella sfida decisiva in casa del Triei.
«Negli ultimi anni della mia carriera ho giocato a Tertenia – ricorda mister Federico Scattu – mentre nella passata stagione, prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo, ho giocato in un'altra squadra e per le ultime partite ho accettato di seguire, come allenatore, la Bariese, che si trovava in una brutta posizione in classifica, ma per fortuna siamo riusciti a salvarci addirittura con qualche giornata di anticipo».
Il tecnico poi continua: «Credo di aver lasciato dei buoni ricordi qui a Tertenia, come giocatore ma anche e soprattutto come persona. Il club aveva intenzione di rimettere insieme i cocci, per ripartire al meglio dopo la dolorosissima retrocessione, e hanno voluto puntare su qualcuno che conoscesse bene l'ambiente».
Il giovane allenatore non si è tirato di certo indietro, anzi.
«A dire la verità, almeno inizialmente, non pensavamo di correre per la vittoria finale e non pensavamo assolutamente di poter mettere in piedi numeri del genere: quando devi smaltire la delusione per una retrocessione il problema più grande è rappresentato dalla mancanza di entusiasmo, in più i dirigenti non hanno di sicuro fatto la classica campagna acquisti faraonica, che di solito è la mossa con la quale, magari, riesci a ricreare un po' di fiducia in tempi brevi».
Il Tertenia ha piazzato le mosse giuste, ma senza strafare.
«Ci siamo affidati principalmente ai ragazzi del posto, a cui si è aggiunto qualche elemento più esperto, che milita con questa maglia già da qualche anno. Poi, con il passare del tempo e delle partite, la classifica ha incominciato a sorriderci».
Ma Scattu e soci hanno sempre mantenuto i piedi ben piantati per terra.
«Non avevamo di sicuro l'obbligo di vincere il campionato a tutti i costi, non avevamo particolari ambizioni dunque. Ci aspettavamo la classica stagione di transizione, dove avremmo provato a gettare le basi per poi tentare la corsa al salto nel campionato del 2024-25. Quello che è successo è stata una cosa assolutamente inaspettata, cosa che vale, in primis, per i dirigenti».
Il gruppo, comunque, forniva ampie garanzie.
«Durante la mia esperienza da giocatore nel Tertenia avevo già avuto modo di conoscere i giocatori che c'erano già; sapevo bene quali erano le loro caratteristiche, le loro qualità, e proprio per questo avevo la sensazione che si potesse fare bene già da quest'anno. Certo, per vincere un campionato serve che tutti le componenti girino al meglio e non è mai una cosa facile né tanto meno scontata. A conti fatti, posso dire che siamo andati oltre le più rosee aspettative».
Il Tertenia ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per chiudere al primo posto della classifica, con i tre punti decisivi che sono arrivati soltanto nell'ultima uscita.
«La vittoria piazzata in casa del Triei è stata la classica prova di maturità, considerando che loro negli ultimi due anni, tra le proprie mura amiche, avevano perso solo due volte ed in questa stagione invece, prima di incontrare noi, avevano collezionato soltanto successi. In quell'occasione invece siamo riusciti a ribaltare il punteggio nel secondo tempo, per una vittoria bella e sofferta».
Il tecnico spende parole importanti per i diretti rivali alla corsa al titolo.
«Triei e Bariese ci hanno dato filo da torcere dall'inizio sino alla fine; i secondi, in particolare, erano la squadra più esperta di tutto il girone, considerando che potevano contare su tantissimi ex giocatori del Barisardo, che in passato avevano militato anche nei palcoscenici di Promozione e addirittura dell'Eccellenza. Noi dalla nostra, però, avevamo la freschezza atletica, e credo che sia proprio questo aspetto che ha fatto la differenza, in sostanza».
I biancorossi hanno costruito il loro successo principalmente negli scontri diretti.
«Li abbiamo vinti tutti meritatamente e questo ci ha regalato un notevole vantaggio. La Bariese ha fatto valere la propria esperienza soprattutto con le compagini di bassa classifica: riuscivano a risolvere le gare con le giocate di grandissima qualità dei loro interpreti, noi invece ci dovevamo affidare al gioco, alla manovra».
La difesa è stata uno dei punti di forza del Tertenia.
«Su tredici reti subite in totale ne abbiamo incassato soltanto sei su azione, gli altri sono arrivati su calcio di rigore e su calcio di punizione. E' tutto merito della qualità degli elementi che compongono il nostro pacchetto arretrato, a partire dal portiere, ma devo dire che in fase di non possesso sono risultati fondamentali anche i centrocampisti, che si sono sacrificati tantissimo, con grande generosità, e hanno sempre dato una grossa mano di aiuto alla squadra. Come si dice, del resto, i campionati si vincono proprio con una buona difesa».
Per Scattu la carriera da allenatore è iniziata davvero nel migliore dei modi, anche se le difficoltà, ovviamente, non sono mancate.
«La cosa più urgente da fare quando sono arrivato era quella di cancellare via la mentalità perdente, lo sconforto che accumuli in una stagione in cui le cose ti vanno male. Quando incassi una retrocessione perdi fiducia nei tuoi mezzi, perdi confidenza con la vittoria e noi dovevamo proprio ritrovare la fame, la grinta, la determinazione. Per fortuna i risultati sono stati subito molto incoraggianti, considerando che ci siamo sempre trovati al primo o, al massimo, al secondo posto».
Il calore dei tifosi è stato un ingrediente fondamentale.
«Il nostro pubblico è sempre stato abituato al palcoscenico di Prima Categoria, dove abbiamo affrontato delle ottime squadre e dove abbiamo avuto la possibilità di giocare dei derby avvincenti; dovevamo in un certo senso riconquistare la fiducia della nostra gente e credo proprio che ci siamo riusciti: per le partite casalinghe contro Bariese e Triei abbiamo fatto registrare numeri pazzeschi in questo senso. Per la sfida contro la Bariese, che è andata in scena nel pomeriggio del sabato, era presente anche Cadoni, il presidente del Comitato Regionale, ed anche lui è rimasto profondamente colpito dalla cornice di pubblico: più che una partita di Seconda Categoria sembrava di assistere ad un match del COS, che gioca le sue gare interne, nel campionato di Serie D, proprio nell'impianto di Tertenia. La gente ci ha dato una spinta notevole ed il numero dei curiosi che si avvicinavano al campo aumentava di partita in partita».
Scattu fa già un pensierino in vista della prossima stagione.
«Come ho detto già a qualche dirigente, è stato rimesso tutto in ordine: il Tertenia si merita la Prima Categoria ed è questa la cosa più importante; per il prossimo anno, del resto, ci sarà tempo per fare tutte le valutazioni del caso, ora non c'è nessuna fretta, continuiamo a goderci questo momento e tra due-tre settimane ci siederemo attorno allo stesso tavolo per fare il punto della situazione, che non riguarda solamente le questioni calcistiche, è chiaro. Staremo a vedere, insomma. Da tifoso, da amico del Tertenia, considerando che qui ho giocato nei miei ultimi anni da calciatore, mi sono sempre sentito a casa: per ora ho dato il mio contributo alla causa».
Il grande lavoro fatto dal tecnico si rispecchia nei numeri, a partire da quelli raccolti dall'attacco, con Biolchini che è risultato l'elemento più prolifico, con trentuno centri all'attivo.
«Con Michael ho sempre avuto un ottimo rapporto, da quando eravamo compagni di squadra; dunque, quando lo marcavo in allenamento gli dicevo: “Non è normale che segni così poco”, perchè comunque mi metteva in difficoltà, sfornava delle belle giocate. Lui è un ragazzo molto generoso, si sacrificava parecchio per la prima punta, per il suo compagno di reparto, ma io sono sempre stato convinto che avrebbe potuto raggiungere cifre più importanti per quanto riguarda le reti all'attivo. Quest'anno è stato la nostra arma in più ed è riuscito ad essere cinico e freddo, proprio come gli avevo chiesto. Stiamo parlando di un giocatore che farebbe la fortuna di ogni allenatore: pressa tantissimo gli avversari e ha ritmi, capacità fisiche e atletiche incredibili; ha messo in piedi un'ottima stagione».
Risposte importanti sono arrivate anche dai tanti giovani presenti nella rosa.
«Secondo me ci sono tutte le carte in regola per un futuro interessante, considerando che, in ogni partita, su undici giocatori in campo otto-nove arrivavano dal paese. In più abbiamo puntato tanto sui ragazzi di 20-21 anni, senza dimenticare che dalla Juniores si sono affacciati in Prima Squadra diversi elementi di 16-17 anni che in Prima Categoria saranno fondamentali per il discorso legato ai fuori-quota».
Scattu poi chiude.
«La nostra vittoria è arrivata grazie al lavoro fatto dai cosiddetti gregari: in squadra non c'era il classico giocatore che poteva fare la differenza in questa categoria, ma c'erano tanti ragazzi che correvano moltissimo e che cercavano di garantire un certo equilibrio alla squadra. Oltre a Michael, che ha fatto tanti gol ma si è sempre disimpegnato con il massimo dell'umiltà, potrei citarne tanti altri: ciò che posso dire, comunque, è che i grandi sono stati un esempio valido da seguire per i meno esperti; così facendo, quindi, abbiamo supportato i nostri talenti nel loro processo di crescita, che è una delle cose più importanti per quanto ci riguarda».
Il finale dell'intervista è riservato alle dediche e ai ringraziamenti di rito.
«Il primo pensiero va ai dirigenti ed al presidente per la fiducia che mi hanno concesso, cosa che vale anche per tutte le persone che fanno parte, a vario titolo, della società, a cui dobbiamo aggiungere tutti coloro che hanno dato il loro contributo per la causa. Il merito della vittoria del campionato è tutto dei ragazzi: la cosa più importante è aver riconquistato la Prima Categoria semplicemente cambiando atteggiamento rispetto alla passata stagione, senza stravolgere l'organico. Devo dire che i miei mi hanno sempre seguito in tutto e per tutto, a partire dagli allenamenti, in cui erano sempre tutti presenti, e parliamo di 20-25 giocatori, una cosa non scontata nel panorama della Seconda Categoria; ho trovato massima disponibilità e professionalità e il lavoro alla fine paga sempre».