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Castiadas, capitan Porcu di fronte al suo passato: «La C1, il gol all'esordio e i mal di pancia, alla Torres mi sentivo calciatore. Da Sanna e Udassi ho imparato molto»
«Marco farà bene in panchina, dal prossimo turno»

Castiadas, capitan Porcu di fronte al suo passato: «La C1, il gol all'esordio e i mal di pancia, alla Torres mi sentivo calciatore. Da Sanna e Udassi ho imparato molto»

È un ex non proprio fresco ma Pierluigi Porcu ha gradi per permettersi di parlare della sfida contro la Torres. Se non altro perché il 35enne capitano del Castiadas ha vestito la maglia rossoblù dal 2002 al 2004 in serie C1, poi nel 2005-06 con il ritorno a Sassari del tecnico Bernardo Mereu nelle vesti di direttore generale, voluto da Tusacciu che ebbe entrambi a Tempio l'anno prima, ed infine dal gennaio del 2007 fino al giugno 2008 in serie C2. Ben 90 presenze in 4 stagioni e mezzo alla Torres e tanti momenti da custodire gelosamente. «Sono i ricordi più belli della mia modesta carriera - dice il difensore classe 1980 che in rossoblù ha anche segnato 7 gol - giocare in serie C1 a 22 anni, poi in quella C1, sono campionati che ti fanno sentire un calciatore. È stata una grande soddisfazione e un orgoglio, li ricordo sempre con un pizzico di malinconia. Se penso a quegli anni mi ritorna in mente il mal di pancia del giorno prima delle gare, di quando non vedevo mai l'ora che arrivasse la domenica mattina e, soprattutto, l'esordio assoluto con il gol-vittoria a Pesaro». Insieme a tanti bei ricordi anche le delusioni dei due fallimenti: «Purtroppo sì, perché fai tanti sacrifici e tutto poi viene vanificato per colpe non tue, lì ti crolla il mondo addosso. Nel secondo fallimento, quello del 2008, eravamo al primo posto alla fine del girone d'andata, poi ci diedero 8 punti di penalizzazione per irregolarità amministrative e finimmo in zona playout, ci salvammo direttamente ma in estate il club fu escluso dal professionismo».

 

Pierluigi Porcu ha giocato 4 stagioni e mezzo alla TorresQuali compagni di squadra ricordare con piacere?  

«Dei primi due anni senz'altro Marco Sanna e Stefano Udassi, veri punti di riferimenti, due grandi in ogni senso a tirare sempre il gruppo in allenamento, a dare quel qualcosa in più. Nella terza esperienza, direi Sebastiano Pinna. Sono loro i pilastri a cui mi ispiravo. Un ragazzino segue l'esempio del "grande" dello spogliatoio e lo fa in positivo come in negativo: se vede che tira il gruppo ed è più forte di ragazzi di 10-15 anni più giovani cercherà di emularlo, se vede che si lamenta, che va a due all'ora facendo sempre uno sforzo in meno allora il ragazzino si sente autorizzato a fare altrettanto. I più grandi sono sempre un esempio»

Cosa accadde nella stagione 2005-06, quella in cui la Torres sfiorò la serie B? Nel ritorno sei scomparso letteralmente dai tabellini

«Ero tornato a Sassari da Tempio con Mereu dirigente e Tusacciu alla guida della società. In panchina c'era Cuccureddu, nel girone d'andata feci bene, con 7-8 presenze nonostante la folta concorrenza, giocando pure contro il Napoli di Reja, contro attaccanti come Sosa e Calaiò in un San Paolo riempito da 25mila spettatori. Quando andarono via Tusacciu e Mereu, il tecnico trovò subito il pretesto per farmi fuori alla prima occasione pensando che fossi un uomo di chissà chi non sapendo forse che prima avevo già fatto due campionati di C1. Non vidi più il campo neanche per 1', non è che non fossi considerato ma ero considerato proprio male, fui così disinnamorato del calcio che pensai anche di smettere dopo essermi sentito protagonista in una rosa lunga e di qualità con compagni come Tore Pinna, Zani, Medda, De Martis, Panetto, Sanna, Seba Pinna, Frau, poi c'era Marchini andato poi al Cagliari, Guberti, Luci ora al Livorno, Pesce che è al Novara con Evacuo»

Hai ricordato i due fallimenti degli anni Duemila, ora la Torres è reduce da una retrocessione decretata dalla Giustizia Sportiva. Perché questo club non trova mai pace?

«Da quando l'ho conosciuta, da 15 anni a questa parte, la Torres non ha mai vissuto un'estate serena. Alla fine mi sono fatto l'idea che chi si è affacciato alla guida della società l'ha fatto solo per guadagnarci qualcosa non per un reale interesse sportivo. Trovo giusto che chi mette dei soldi provi a rientrare dell'investimento ma la costante che ho visto in questi anni è che più che rientrare nell'investimento si voglia solo speculare con la gestione»

Marco Sanna, ex compagno alla Torres, l'anno scorso ti ha tirato un brutto scherzo pareggiando ad Alghero e Castiadas

«Purtroppo sì, due pareggi e specie quello del girone di ritorno ci ha tagliato fuori dalla corsa al primo posto. Ricordo il discorso che feci ai miei compagni nello spogliatoio, ero strasicuro che la sua squadra pur avendo carenze tecniche, sul piano organizzativo e in quello caratteriale non sarebbe stata da meno»

Quest'anno il discorso potrebbe capovolgersi

 «Certamente ha a disposizione un ottimo organico, da prime posizioni. Seppur in pochi giorni saprà trasmettere quel qualcosa in più a livello caratteriale che forse è mancato con la precedente gestione tecnica, dal canto nostro non possiamo permetterci di guardare il nome dell'avversario e venderemo cara la pelle»

Come è il conteggio nelle sfide da ex?

«Da avversario ho incontrato la Torres solo in serie D tre stagioni fa quand'ero al Selargius, alla prima giornata perdemmo 4-1 al Vanni Sanna; al ritorno facemmo 2-2 in casa, con loro in testa alla classifica ma costretti a rimontarci due volte»

Quel 2-2 potrebbe andare bene ora al Castiadas

«Un pareggio non lo firmo prima di scendere in campo. Dobbiamo andare a prenderci la vittoria, credendo solo in noi stessi perché ci stiamo rendendo conto che forse non siamo così scarsi come dice la classifica, abbiamo qualità e possiamo ottenere il massimo da questa gara. Non sarà facile vincere ma nemmeno impossibile, possiamo fare una bella gara»

Il brasiliano Maier domenica è stato espulso, poi squalificato 3 turni e mandato via da Mereu. Il mister è così, chi sbaglia paga

«È stato un segnale forte dell'allenatore nei nostri confronti e lo condivido pienamente. Siamo attesi da una difficile e lunga rincorsa e non possiamo sprecare energie e forze con questi gravi atteggiamenti, ci vuole massima concentrazione e attenzione in ogni cosa che facciamo. Il primo che ha il freno a mano tirato o che si comporta fuori da canoni è giusto che non faccia parte del gruppo»

Conosci benissimo Bernardo Mereu avendolo avuto con Villacidrese, Torres e Tempio, dopo una decina d'anni lo hai ritrovato cambiato? 

«Innanzitutto parliamo del più titolato tecnico della Sardegna che continua a distinguersi per la sua lealtà nelle scelte, la professionalità nel lavoro e la capacità di trasmettere i valori giusti per fare calcio, queste caratteristiche sono sempre state alla base dei suoi successi. L'ho trovato tale e quale alle altre esperienze fatte con lui e ritengo sia uno di quei pochi allenatori che ti può dare tanti punti, basta seguirlo»

Non c'è controprova, ma col gruppo dello scorso e pochi puntelli sareste stati più su in classifica?

«Non essendoci controprova è un discorso che non si può fare. Il Castiadas è ripartito da zero e in ritardo per via di un ripescaggio ufficializzato nella prima settimana di agosto, siamo rimasti solo io, Frau e Orrù ed eravamo completamente da amalgamare; l'assenza di una prima punta di ruolo ha determinato questa partenza ad handicap, siamo in ritardo in classifica ma la stagione è ancora molto lunga, qualche campionato l'ho fatto e posso dire che la salvezza è un'impresa difficile ma non impossibile»

La differenze con le altre stagioni di serie D che hai fatto?

«Tutti dicono che sia un girone dal livello medio-alto ma non ho avuto questa impressione. È sì molto equilibrato, noi stessi abbiamo perso di un gol contro Albalonga, Grosseto e Arzachena prima in classifica, ci sono molte squadre ben organizzate ma non vedo quelle solite due o tre squadre nettamente superiori alle altre. Allo stesso tempo non vedo nemmeno squadre già destinate alla retrocessione come in altre stagioni, compresa l'ultima con Anziolavinio e Terracina. Puoi vincere e perdere con tutti, dipende dalla fame che ci metti o meno in campo»

Un giudizio sulle sarde impegnate nel girone?

«Nel complesso bene, siamo otto e non si era mai visto. Sono piacevolemente sorpreso dal cammino avuto da Arzachena e Nuorese, non mi aspettavo un inizio così positivo per loro. Olbia e Torres le mettevo tra le favorite, i galluresi sono in ripresa con le tre vittorie di fila, i sassaresi spero lo facciano ma a partire dalla prossima settimana ancora. Sul Lanusei non avevo dubbi che andasse bene e può fare anche meglio, in una buona intelaiatura ha messo ottimi innesti, poi sono contento perché è un gruppo formato esclusivamente da giocatori sardi, credo siano anche orgogliosi di questo. Il Budoni è un club di categoria, nonostante le difficoltà iniziali riesce sempre ad ottenere l'obiettivo salvezza. Dal Muravera mi aspettavo qualcosina in più, la indicavo come possibile sorpresa, per ora sta stentando e il cambio di allenatore credo sia stato inevitabile, non conosco il nuovo mister Marco Piras ma ho sempre sentito parlar bene di lui, trasmetterà qualcosa in più ad una squadra che ritengo forte»

E il Castiadas che ha dovuto cambiare tecnico?

«Noi ci riprenderemo, c'è stata la scossa col cambio di allenatore che sappiamo essere sempre il primo a pagare secondo la legge del calcio. Dopo l'esonero di Piccarreta mi sono permesso di dire ai compagni che se non avessimo cambiato registro saremmo andati via a ruota anche noi. Trovo giusto prenderci le nostre responsabilità e dobbiamo dimostrare che possiamo stare in questa categoria»

Mai una stagione senza gol tranne quella in C1 del 2005-06, si attende la prima esultanza

«Segnai però in Coppa Italia anche se non vale perché parliamo di campionati. Speriamo capiti già con la Torres, sono andato vicino diverse volte in questo inizio di stagione, anche domenica con la Flaminia»

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
12 Andata
Girone G