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Sebastiano Pinna, allenatore, Castiadas
Da giocatore vinse il campionato col Porto Torres, unico in Sardegna

Castiadas in serie D, un'opera "eccellente" di Sebastiano Pinna: da tecnico in cima alla classifica degli "esonerabili" a trionfatore assoluto

La vittoria di un campionato ha sempre tanti padri ma quello del Castiadas non può non essere definito il capolavoro di Sebastiano Pinna. Il tecnico cagliaritano è riuscito a primeggiare alla suo esordio nel massimo torneo regionale visto che le precedenti esperienze in panchina erano state alla guida del Porto Torres in serie D (per quasi due stagioni) e del Guspini (due campionati e poco più) portato in Eccellenza lo scorso anno vincendo la finale-playoff di Promozione. Riporta in serie D i sarrabesi con tre giornate d'anticipo battendo una variegata e qualificata concorrenza.

 

L'opera d'arte nasce l'estate scorsa quando ha detto sì ad un club ambizioso che da due anni falliva l'obiettivo che si proponeva: prima la salvezza in serie D e poi il ritorno in quarta serie foss'anche vincendo i playoff. Si è messo subito a lavorare con serietà, professionalità, pedalando a testa bassa, come nella sua vita da "mediano" infaticabile trascorsa in tre categorie dei professionisti con Tempio (C2), Cagliari (serie B) e Torres (C1), con la consapevolezza di essere il primo tecnico che i media avrebbero messo sulla graticola se non avesse soddisfatto la voglia di vertice assoluto della proprietà, il patron Cenzo Zaccheddu, il presidente Pierpaolo Piu e il vice Mauro Vargiolu. Ha mangiato il panettone e ora la colomba, scacciando "gufi" e detrattori. Alla “triade” regala un traguardo voluto e una soddisfazione meritata.

 

Mister Pinna ha subito costruito il gruppo vincente partendo da una base minima di "senior" che nella seconda parte della stagione precedente aveva fatto buone cose con mister Scotto, ossia il mediano Mirco Carboni, il regista Davide Carrus e l'esterno destro Mattia Cordeddu completando la linea di centrocampo con l'acquisto di Alessio D'Agostino. Poi ha voluto migliorare il reparto che più aveva sofferto in termini di centimetri e personalità ottenendo prima il sì del difensore centrale Luigi Pinna e poi dell'altra roccia Federico Boi. In attacco ha accolto con grande piacere il ritorno in biancoverde di Antonio Mesina, rivoluto dalla "triade" dopo i 45 gol messi a segno in maglia biancoverde tre campionati prima, e gli ha affiancato (rischiando) Andrea Martinez, assente da qualche stagione in Eccellenza. Il parco fuoriquota vantava i rodati classe '98 Gabriele Mereu (portiere), Manuele Porru (esterno offensivo), Matteo Pinna (interno) e Manuel Piras (attaccante), sono stati aggiunti il '97 Simone Contu (un rientro dopo la serie D con Muravera e Lanusei), il '99 Christian Ruggeri (titolare per 9 gare prima del ritorno in squadra di Carboni) e il 2000 Alessandro Pinna (lanciato in pianta stabile dopo i primi 10 turni). Dopodiché ha tirato fuori il massimo da alcuni gregari come Luca Orrù, castiadese doc e difensore affidabile, Matteo Saias, esterno sinistro sempre in campo prima della staffetta con Contu, Fabrizio Frau, esterno destro efficace e utile quando Cordeddu veniva utilizzato nella linea di difesa in attesa di far crescere il 2000 Pinna. Un terzetto protagonista "invisibile" della primo terzo di campionato quando il Castiadas è rimasto a ruota di chi comandava (prima lo Stintino e poi il Sorso). Discorso a parte va fatto per il portiere Enrico Galasso, penalizzato dalla scelta di schierare il fuoriquota in porta (bravissimo Mereu) ma pronto ogni qualvolta chiamato in causa. La ciliegina è arrivata a dicembre, con la squadra già in testa e con pochi difetti se non quello di completare il reparto d'attacco, spesso Mesina-dipendente: dal Tortolì è arrivato Alessio Figos, prezioso equilibratore nelle transizioni con la sua capacità di essere trequartista in fase difensiva e bomber spietato in fase offensiva con una cadenza di un gol a partita.

 

Il "ragazzo del Cep" ha condotto magistralmente la sua creatura, passando indenne con carattere e capacità le acque agitate che si erano create da subito (il 20 settembre) con l'eliminazione in Coppa Italia ai rigori col Muravera, in quella che resterà l'unica sconfitta stagionale, e con i pareggi a reti inviolate in campionato contro Ghilarza (in casa) e, soprattutto, a Monastir, un match che precedeva il derby sarrabese che era diventato un pericoloso imbuto di fiducia. L'1-0 ai "cugini" è stato esorcizzante, da lì in poi è stato un crescendo nel gioco, nella fiducia, nella mentalità. Nel girone di ritorno il Castiadas ha accelerato in modo imponente (28 punti in 12 giornate) scrollandosi di dosso le avversarie più vicine al giro di boa (Sorso, Stintino e Atletico Uri), avendo solo due squadre capaci di reggere il passo, Guspini (25 punti) e Torres (23 punti), che non hanno mai avuto a che fare col primo posto. Così si spiega anche il fatto che quando i biancoverdi pareggiavano - con Atletico Uri e Tonara prima, e con Stintino e Monastir poi - riuscivano ugualmente a non perdere il vantaggio sulla inseguitrice di turno o addirittura incrementarlo. La vittoria conclusiva per 5-1 con il Calangianus lo porta di diritto nella storia del club come il primo allenatore che vince un campionato nel Castiadas riuscendo anche a cogliere un curioso quanto lusinghiero record: è l'unico in Sardegna ad aver vinto il campionato da calciatore, con il Porto Torres, e adesso da allenatore. Avendolo fatto a distanza di soli 8 anni l'uno dall'altro fa capire quanto sia stato "professionista" sino all'ultimo da atleta (scarpette tolte a 39 anni) e quanto immediatamente capace da tecnico. Nel capolavoro di Sebastiano Pinna hanno pari meriti gli altri componenti dello staff tecnico: il vice Pierpaolo Mura, autentico uomo di calcio e già al fianco di Bernardo Mereu nella sfortunata parentesi in serie D dei sarrabesi di due anni fa, il collaboratore tecnico Nicola Sanna, prezioso anche nella parentesi a Guspini, l’ex Monastir Alessio Cinus, il preparatore dei portieri Giomaria Ruiu, con un bagaglio tecnico affinato nel Cagliari. Di rilievo il lavoro sui muscoli dei giocatori del fisioterapista Cristian Lai e l’assistenza del medico sociale Andrea Lara. La macchina organizzativa perfetta è stata oliata dal team manager Stefano D’Apice.

In questo articolo
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2017/2018
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12 Ritorno