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Cattide, all'inferno e ritorno: «Col gol al Valledoria ho cancellato il rigore fallito in finale di Coppa»
Il centrocampista: «Ora voglio salvare il Tortolì»

Cattide, all'inferno e ritorno: «Col gol al Valledoria ho cancellato il rigore fallito in finale di Coppa»

Persa ai rigori la storica finale di Coppa Italia contro il Taloro Gavoi, il Tortolì ha ripreso a correre verso la salvezza. La posizione in classifica è sempre difficile (terzultimo posto con 24 punti), ma i rossoblù sono in serie positiva da tre giornate e guardano al futuro con una ritrovata fiducia. Uno dei simboli di questo brillante periodo, è sicuramente Sebastiano Cattide, nuorese doc. Il 25enne centrocampista, nato calcisticamente nel Sadosan di Nuoro, ha fallito il quarto rigore nella finale di Dorgali, consegnando così il prestigioso trofeo al Taloro, ma i tifosi tortoliesi lo hanno eletto loro beniamino, grazie anche al profondo attaccamento alla maglia rossoblù.

Sebastiano, torniamo alla finale di Coppa Italia. Che sensazioni hai provato nel vedere quel pallone uscire dallo specchio della porta?

«Inizialmente un grande senso di colpa, ma poi sentendo la vicinanza dei miei compagni e di tutti i tifosi ho capito che avrei dovuto reagire immediatamente»

Ripensandoci, ti sei dato una spiegazione sul motivo dell’errore dal dischetto?

«Sono stato il primo a dare al mister la disponibilità a calciare il rigone, quindi ero molto carico. Ho colpito male la palla schiacciando troppo il tiro ed è andata male. Però insomma, il rigore lo sbaglia chi sa prendersi la responsabilità di tirare»

Cosa vi è mancato per portare la Coppa in Ogliastra?

«Quando perdi una finale ai rigori, dopo 120’ minuti giocati praticamente alla pari e senza reti, è quasi impossibile dire cosa sia mancato per alzare il trofeo. Certo, se avessimo avuto ancora a disposizione Romeo Ferreli, beh sarebbe stato diverso. Il tridente composto da lui, Manrico Porceddu e Roberto Mura sarebbe stato devastante e difficilissimo da controllare»

Nella partita successiva, contro il Valledoria, ti sei prontamente riscattato disputando una grande gara e segnando un eurogol. Tempistica perfetta

«Ci tenevo a riscattare immediatamente quel brutto errore e quel gol per me è stato una sorta di liberazione. Sono riuscito fortunatamente a sbloccarmi subito, cancellando così quella macchia del rigore fallito. Poi la squadra ha vinto (3-1, ndr) dopo un mese senza successi e quindi la gioia è stata doppia»

Ultimamente sembra che il vento sia cambiato in vostro favore

«Sì, sembra che le cose stiano andando bene nell’ultimo periodo. Il gruppo è unito e c’è unità d’intenti. La salvezza è il nostro obiettivo e lotteremo fino all’ultimo per conquistarla. Abbiamo affrontato un periodo difficile in cui non girava nulla a nostro favore, ma ora, anche grazie al supporto della società, la situazione è nettamente migliorata. D’ora in avanti dovremo cercare di sbagliare il meno possibile»

Siete partiti alla grande in questa stagione, poi avete avuto un calo vertiginoso. Come ti spieghi il lungo appannamento?

«Nel calcio spesso e volentieri non raccogli ciò che semini e in alcuni periodi vieni condannato da episodi negativi contro cui non puoi farci nulla. Le cause del periodo buio, vanno ricercate nei tantissimi infortuni che hanno falcidiato il gruppo e perché no, anche nella partenza di qualche giocatore, come ad esempio Romeo Ferreli»

La precaria condizione fisica di Roberto Mura è stato un altro problema che ha condizionato per lunga parte il vostro campionato. Sei d’accordo?

«Direi di sì. Roberto è per noi una pedina importantissima e se avesse avuto uno stato di forma migliore, avrebbe risolto diverse situazioni complicate. Ne avrebbe tratto giovamento anche Manrico Porceddu, che in tante situazioni si è dovuto far carico da solo del reparto offensivo. Adesso però Roberto ha recuperato pienamente dall’infortunio e sta dando alla squadra un contributo notevole. Poi nei giorni scorsi è arrivato anche Marco Ladu, che con la sua fisicità potrà tornare molto utile in area di rigore»

Dando uno sguardo al vertice della classifica di Eccellenza, ti senti di affermare che il campionato è ormai chiuso?

«Credo che debba succedere qualcosa di catastrofico perché il Progetto Sant’Elia non vinca il torneo. Francamente poi, è giusto che vincano perché è la squadra più forte e sta dominando. In stagione hanno perso solamente due partite, di cui una proprio con noi alla terza di andata (finì 0-2 con doppietta di Romeo Ferreli, ndr), perciò hanno dimostrato di avere una continuità vincente»

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«A Tortolì mi trovo benissimo e la gente è meravigliosa. Posso tranquillamente affermare di sentirmi tortoliese. Sono un ragazzo leale e sincero con tutti e la gente di Tortolì apprezza queste mie doti, oltre che quelle di combattente, visto che sul campo do tutto per questa maglia, che ormai è la mia seconda pelle»

Non hai mai giocato nella Nuorese, sei affascinato dall’idea di poter vestire un giorno la maglia verdazzurra?

«Da nuorese doc, un po’ mi dispiace non aver mai indossato la maglia della squadra che rappresenta la mia città, ma finora non si sono mai create le condizioni perché ciò accadesse. Certo, magari un giorno mi piacerebbe poter giocare al Quadrivio non da avversario, ma per il momento non ci penso. Sono fiero di giocare per il Tortolì e voglio regalare ancora tante emozioni ai tifosi»

Roberto Secci

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
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