Il bomber del Pula nella storia del calcio sardo
Cento di questi giorni Andrea Martinez
Ora la sua maglia è quella biancorossa. Rossa come il corallo simbolo di bellezza e fonte di energie rigeneranti. Le stesse che Andrea Martinez, attaccante algherese con la rete al San Vito, suo 100° centro nei dilettanti, ha portato nello spogliatoio del Pula, col suo sorriso e la sua positività. Assecondando gli antichi Arabi e Romani che ritenevano il corallo donasse a chi lo possedeva un destino felice e buonumore. Quello rosso, detto anche “Pietra del Sangue” porta senso di aggregazione, elude tensioni e reticenze di esperienze passate. Un po' la storia del nuovo corso dell'Ads Pula, che con Ramon Aiana ha ritrovato il senso della comunità, con il 95% di atleti di zona, eccezion fatta per capitan Luigi Brandi e il Bomber algherese, suo vice.
Andrea Martinez è un combattente determinato. Franco Ibba uno dei migliori allenatori del settore giovanile della provincia di Sassari, nel 95 dovette convincere mamma Daniela: "Cadeva continuamente e incespicava sulla palla - gli disse a più riprese - forse non è lo sport adatto a mio figlio di 6 anni". Non era così. Il ritorno dalle vacanze natalizie del 1996 restituì un bimbo sempre più bravo e sorridente. "Le domandai che panettone avesse mangiato - racconta il tecnico - non avevo mai avuto dubbi sulle qualità di Andrea."
Anche Tore Lai, il nonno materno uno dei più noti corallari di Alghero, è a bordo campo. Per invogliarlo, gli promette, 10 mila lire per ogni gol fatto. La porta si gonfia troppo spesso, il premio si abbassa, ma la cifra, ovviamente al giovane Andrea non interessa che rendere orgogliosi nonni e genitori. Papà Giuseppe è nato in Australia. Anche lui è corallaio, mestiere imparato dal suocero, ma Andrea non ha una grande passione per il mare. Lo vorrebbe solo varcare, per conoscere l'isola dei canguri, forse perchè il nonno e il padre hanno sempre cercato di tenerlo alla larga da un mestiere molto pericoloso. Per due stagioni in barca ci lavora. Ma è il calcio che lo rapisce. Lo pratica seriamente e con passione. Arriva la chiamata del Castelsardo in D. Poi il Sant'Elia e il Muravera in Eccellenza, il Selargius nuovamente in serie D.
Gol, tanti gol, che lo riportano a casa, sponda Fertilia, prima di approdare al Pula. In promozione. Un avvio scoppiettante e il raggiungimento dei playoff, con il salto sfumato a Codrongianos ai supplementari contro il Ploaghe.
L'estate scorsa, tante richieste, ma il cuore è biancorosso, tutto per Giorgia, pulese doc. C'è un traguardo da raggiungere, i cento centri fra i dilettanti.
A settembre, nel Pula dei giovani, una scommessa, Andrea è il punto di riferimento. La strada sembra impervia, quando la palla non entra neanche dal dischetto. La caparbietà di Ronny, (Ronaldo, così lo chiamano i suoi amici di Alghero per il sorriso che ricorda il calciatore brasiliano), lo aiuta. E torna, come da piccolo a segnare. Quasi in ogni partita. Il Pula diventa suo. Quest'anno Aiana lo sfrutta da laterale alto. Partire da dietro lo esalta, trova la rete e gli assist che portano i biancorossi a metà classifica (9 i suoi gol in questa stagione). Un successo per chi cerca la salvezza prima di tutto. Il suo essere "bravo ragazzo" sempre rispettoso delle persone e delle cose non lo distrae dalla lotta. Quella caparbia, quando deve battagliare per qualcosa lo fa con determinazione. La stessa che vorrebbe un giorno insegnare.
Il suo sogno più grande è fare l'allenatore. Aprire un scuola calcio. Magari ad Alghero con l'appoggio della sua famiglia e dei molti amici, alcuni storici con cui rimane sempre in contatto e a cui dedica la maggior parte del tempo quando torna a casa. Con l’aiuto del Corallo, le cui proprietà pare aprano ad esperienze collaborative e appaganti, dove la comunicazione è snella e franca e le ansie, i sospetti e la timidezza appaiono più lontane e meno limitanti. E come il Corallo temprano. Cento di questi giorni Andrea Martinez. Antonello Lai