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A Cerbone i conti non tornano: «Col Budoni 4° posto, record di punti e playoff, numeri irripetibili ma qualcuno fa finta di non vederli»
Il tecnico: Manca un progetto, Fois va ringraziato

A Cerbone i conti non tornano: «Col Budoni 4° posto, record di punti e playoff, numeri irripetibili ma qualcuno fa finta di non vederli»

Raffaele Cerbone, l'uomo da 40mila euro. Ma non parliamo dell'ingaggio che potrebbe avere da tecnico - e che pure si meriterebbe - ma dell'ammontare che ha fatto affluire nelle casse del Budoni per avere vinto due stagioni fa la classifica dei "Giovani D valore" - col relativo premio di 25mila euro messo a disposizione dalla Lega - e per aver condotto il club gallurese al secondo posto (15mila) nella graduatoria dell'ultimo campionato facendo incassare per la seconda volta di fila il premo che il Dipartimento Interregionale della LND riserva alle società che nel corso del campionato abbiano fatto maggior ricorso all'utilizzo di giovani calciatori oltre la quota obbligatoria. Si può dire che da due anni l'ex attaccante anni Novanta di Venezia, Chievo ed Empoli si ripaga da solo l'ingaggio. «Quei 40mila euro incassati dal Budoni in due anni sono un dato di fatto - dice Cerbone - E parliamo di giovani sì bravi ma non dei fenomeni, visto che nella Rappresentiva Dilettanti non ce n'era uno dei nostri, mentre l'Ostiamare ne dava 4, l'Aprilia pure, il San Cesareo idem. Noi siamo arrivati secondi in graduatoria e quarti in campionato col record di punti nella storia del Budoni, facendo giocare i giovani per potersi confrontare con i migliori giocatori della categoria ma dopo un percorso di crescita. Budoni è un paese di 5mila abitanti, con un bacino d'utenza largamente limitato, eppure sembra quasi che non abbiamo fatto nulla o forse qualcuno fa finta di non vedere».

 

Raffaele Cerbone ha fatto incassare 40mila euro al BudoniPoco risalto a questo Budoni dei record

«Mi domando infatti: "Ma uno che deve fare? Come funziona questo mondo del calcio? Forse che se ti porti appresso gli sponsor alleni in serie C?". Io per la crescita di tutti i miei giocatori non ci dormo la notte, non chiamo i giornalisti e non vado a propormi. Se mai arriverò a fare questo allora non allenerò più, in questa professione devono parlare i numeri ma ci sono sempre più casi di chi fa male e poi allena. Aver chiuso al 4° posto, ad un punto dall'Olbia che per rosa e blasone doveva fare tutt'altro campionato rispetto al Budoni, fa capire invece che qualcosa di straordinario è stato fatto. Resto stupito di come sia possibile che questo non si riconosca, sono un tipo che parla poco perché ne faccio una questone di etica, penso che a far parlare debba essere sempre il campo mentre c'è chi parla senza avere il conforto dei numeri. Ma allora non conta più quello fai ma quello che porti, rimango sorpreso da tutto ciò  anche se ormai non mi stupisco più di nulla»

Com'è la situazione a Budoni? Il presidente Filippo Fois ha lanciato un grido d'allarme: prima di programmare la prossima stagione ci sono da chiudere le pendenze pregresse

«L'altro giorno è stata fatta una riunione, come del resto tutto l'anno, ma non ne vengono a capo. Una mano è stata data da Giovanni Sanna (ex presidente, ndr) al quale va fatto un elogio, mentre il presidente Fois avrà grandissimi difetti ma ci mette soldi, passione e cuore, dedica più tempo alla squadra che alla famiglia, io personalmente devo ringraziarlo, senza di lui non so se saremmo arrivati così in alto ma da solo però non può reggere tutto. Ora come ora non c'è tanta chiarezza nel Budoni»

A Budoni ci sono bravi giovani, un bel gruppo di giocatori e un ottimo allenatore, eppure si rischia di buttare via tutto un lavoro fatto in questo gran campionato 

«Purtroppo è così. La società dovrebbe avere più progettualità mentre tutto è un po' campato per area. La buona volontà in serie D non basta, se non hai una base solida e se non ci sono gli sponsor è difficile. In Sardegna si fa molto affidamento sui contributi regionali, una manna dal cielo per i club ma, essendo scaglionati, si va in sofferenza molto prima che arrivino alle società, li vedi quando hai già affrontato 7-8 mesi della stagione. Perciò fai fatica, sei costretto a partire alle 5 del mattino per andare in trasferta, lo devi fare con 16 elementi e senza neanche il massaggiatore, non fai bene gli allenamenti perché il pensiero è sempre ai problemi di natura economica ed è come un cane che si morde la coda. Senza tralasciare che c'è un grosso problema a Budoni ed è quello del campo, ormai è arrivato. Il tappeto è consumato, in assoluto come progettualità è il problema più serio visto anche gli infortuni ai tendini e ai muscoli dei giocatori. Per l'iscrizione credo risolveranno ma per poter dare continuità ad un progetto ci vuole ben altro» 

Quale opportunità vorrebbe si presentasse?

«Mi piacerebbe sviluppare un progetto con una squadra che ti permetta di lavorare due anni andando nel dettaglio, con giovani non necessariamente fuoriquota ma anche di 22-23 anni. Due anni fa ho fatto esordire Saiu che manco aveva compiuto 16 anni, in un derby contro l'Arzachena mica contro l'Anzio o il Terracina di questo campionato. Io faccio giocare i giovani titolari nei derby, in gare sentite e vere, forse sono uno dei pochi a farlo davvero. Infatto mi chiedono: "Come fai a far giocare un 98'?". Ma il "culo" è mio e me lo gioco io»

Del Budoni si potrebbe dire: "Se non avesse avuto tutti questi problemi dove sarebbe arrivato?"

«Siamo cresciuti in modo esponenziale, nelle ultime 10 giornate abbiamo conquistato 26 punti con 8 vittorie e 2 pareggi. Vero è che il calendario ci ha un po' agevolato ma si era creata quella consapevolezza che ti porta a scendere in campo non più per non perdere ma per vincere, la settimana dei playoff siamo arrivati a Olbia per fare la gara come da calendario, se avessimo avuto la serenità giusta saremmo potuti andare avanti e battere non solo l'Olbia. I nostri stranieri (Villa e Nnamani, ndr) avevano il biglietto per partire al sabato. C'è grande rammarico ma, per come avevamo la rosa, sono state fatte cose eccezionali»

Per chi pensa, invece, che aver avuto una coppia di bomber Villa-Fontanella ha facilitato il compito cosa rispondere?

«Che sono stati molto bravi a segnare 50 gol in due ma che dietro c'è stata sempre una idea di calcio che mette in condizione il giocatore di rendere. Avevamo creato una struttura di gioco che facilitava il compito a chi doveva segnare. Dico anche che potevamo fare più gol perché abbiamo sbagliato 6 rigori, perché Villa è stato anche a mezzo servizio e Fontanella è mancato in 6-7 gare e poteva arrivare a quota 30. Quando fai gol è chiaro che le cose si facilitano ma contro la Viterbese abbiamo rischiato di vincere e non c'era Villa, abbiamo battuto l'Arzachena in casa sua senza Fontanella»

Nel campionato del Budoni, un mese nel girone d'andata e uno nel girone di ritorno senza vittorie, che vi succedeva? 

«Nella prima fase dell'andata il calendario era particolare dovendo affrontare in serie Lupa Castelli, San Cesareo e Viterbese prima del derby con l'Arzachena. Abbiamo perso punti, la squadra è stata ricostruita da zero, poi siamo cresciuti pur venendo a mancare Giunta e Di Prisco parzialmente sostituiti con l'arrivo di Monticelli. Ad inizio ritorno, nel momento topico del campionato con l'Isola Liri non siamo stati fortunati, abbiamo perso 2-1 nel finale quando meritavamo di vincere, lì abbiamo perso un po' di fiducia perché altrimenti chiudevamo con 60 e più punti. Nel derby con l'Olbia il ko di Isola Liri l'abbiamo un po' pagato e poi rincontravamo, Lupa Castelli e compagnia. Con la Viterbese, invece, abbiamo ritrovato fiducia e si poteva vincere, un 2-2 che ha dato il là al finale incredibile con qualche partita abbordabile ma anche vincendo in campi difficili come quelli di Arzachena e Ostia. Il tutto senza poter gestire più giocatori per creare competizione e agonsimo tra di loro, col rischio continuo di appiattirsi perché quasi non ci si giocava più il posto, questo crea un problema ma l'abbiamo gestito bene finendo il campionato in crescendo»

Come andrebbe gestita una ripartenza dopo il record di punti e posizione in classifica?

«Sarebbe difficile ripartire perché è stata un'annata unica. Il giocatore pensa sempre a ciò che ha fatto l'anno precedente, chiudendolo senza perdere le ultime 11 gare di campionato, ma se dice: "Io ho fatto questo, allora ti hanno già fregato". Bisognerebbe lavorare sul lato mentale facendo capire che la stagione è finita, la guerra ricomincia e ci sono tante battaglie da fare. Ma bisogna pure essere realisti, se crei la struttura, con un'organizzazione senza spendere chi sa che cosa e se c'è compattezza allora va bene, ma se resti fragile primo o poi paghi dazio in modo pesante»

L'allenatore Cerbone è sul mercato dunque

«Assolutamente sì, io ho un punto di riferimento nel Budoni che è Filippo Fois, viene sempre criticato e massacrato nel suo operato, mai che faccia una cosa giusta quando ha tenuto botta per tutto il campionato. Non posso parlarne male, non sarebbe giusto e perciò va ringraziato. Io però vivo di calcio e in questo momento l'ultimo dei problemi del Budoni è dire chi sarà l'allenatore della prossima stagione»

E se invece arrivasse la chiamata "giusta"?

«Io ho un'idea, da giocatore sono arrivato in serie A che avevo 30 anni, a gennaio mi prese l'Empoli dopo che da agosto col Chievo avevo segnato appena 2 gol. In altre stagioni, invece, ne avevo fatto 22 oppure 14 ma ero rimasto in serie B. Questo significa che bisogna stare sempre sul pezzo; se vuoi esser ambizioso devi cambattere sempre, la mia esperienza da giocatore dice che ho trovato il top, la serie A, quando non me l'aspettavo, da allenatore magari sarà così, intendo per una categoria superiore. Perciò io penso a lavorare senza vivere di rimorsi, quando dici io potevo è già tardi, bisogna dire: "Io devo"»

Per quello si vede spesso un Cerbone molto critico con i suoi giocatori anche dopo una vittoria per 4-1, come quella di Selargius

«Perché tante volte il bel risultato maschera il brutto gioco e questo non va bene. Non puoi crescere se vinci 4-1 senza un'idea di gioco dietro, dopo non vai tanto lontano. Col Selargius fui molto critico con i miei giocatori per come avevano approcciato la gara ma poi non ci siamo più fermati, quell'errore non l'abbiamo più fatto, se non l'avessi evidenziato poi la batosta la prendi. Bisona lavorare per crescere, non far notare gli errori anche quando si vince non ti porta lontano»

Viceversa quando avete attraversato un periodo di risultati negativi il gioco c'era e perciò ne siete venuti fuori 

«Noi alla sesta giornata, in casa col San Cesareo, vincevamo 3-0 fino al 10' della ripresa, una prestazione entusiasmante. Abbiamo preso il 3-3 al 90' col rischio di perdere nel recupero. Poi è capitato che in una gara di Champions, Arsenal contro Anderlecht, gli inglesi erano avanti 3-0 e furono rimontati dai belgi. Ai ragazzi dissi: "Se succede ai grandissimi figurarsi a noi piccoli se non può accadere, il risultato non deve farci perdere la fiducia e cancellare quei 20' finali, vuol dire che li faremo diventare solo 10' e poi anche 5' magari". Se invece vedi tutto nero non ne esci più, ai giocatori basta un attimo per perdere la fiducia mentre per riconquistarla è durissima. Bisogna avere equilibrio nell'analizzare le gare perché noi non facevamo risultato ma giocavamo bene anche quando non vincevamo, quella era la strada giusta, l'idea di gioco che veniva applicata»

In quale momento si è sentito gratificato nel lavoro?

«L'episodio più bello da quando alleno è stato a fine gara a Olbia, nel secondo turno di playoff. Siamo andati a centrocampo e tutti ci hanno applaudito e non mi riferisco solo ai tifosi del Budoni. Avere la riconoscenza del pubblico avversario ha gratificato me e i giocatori. Queste sono le emozioni da portarsi dentro, gli applausi per ciò che abbiamo fatto. Ai giocatori dico sempre che noi dobbiamo lavorare per cercare di creare emozioni per noi e per gli altri. Nello spogliatoio qualcuno era emozionato, loro hanno fatto tanto e questo mi ha riempito di gioia»

Per chi non ha visto quella gara e legge il 3-1 finale per l'Olbia pensa che non ci sia stata partita

«Ho trovato imbarazzanti alcuni commenti a fine gara. Noi arrivavamo da una settimana "particolare" e siamo entrati in campo come si dice "a minchia moscia". All'intervallo eravamo sotto 2-0. Tra il primo e secondo tempo ho chiesto ai ragazzi di fare una bella figura perché la dignità non ha prezzo, non siamo inferiori all'Olbia e dovevamo salvare faccia. Ad inizio ripresa è arrivato pure il rigore del 3-0, ma i ragazzi non si sono tirati indietro, hanno segnato e preso una traversa, l'Olbia non ci ha capito più nulla, se facciamo il 3-2 non so come va a finire»

Si è anche pensato che il Budoni non volesse fare i playoff per gli aggravi di costi che avrebbero comportato

«Ma non posso dire ai giocatori di non raggiungere un traguardo sportivo perché non vengono pagati. Tra l'altro ci siamo conquistati due gare di playoff da giocare in Sardegna ed economicamente la società ci ha anche guadagnato»

Cosa conserva dell'esperienza alla guida dell'Olbia di quattro anni fa, troncata proprio prima di fare i playoff nazionali?

«C'è il rammarico nel non aver portato a termine un lavoro certosino fatto dopo esser partiti dalle ceneri di una squadra che l'anno prima si era salvata all'ultima giornata. Ben 7/11 erano gli stessi della stagione precedente, crescemmo in modo incredibile, per 5 mesi non perdemmo più dopo il ko prima di Natale nello scontro diretto con la Torres, purtroppo beccammo una squadra più forte di noi. A fine campionato ci fu un equivoco con il presidente Pino Scanu e non potei giocarmi i playoff, negli anni poi mi sono fortunatamente chiarito. Nella vita ci cuole anche "culo", ripeto l'amaro in bocca resta per non aver potuto portare a termine l'opera ma è restata la consapevolezza di un bel lavoro fatto in tutta la stagione»

Ad Arzachena invece è arrivato in un periodo sbagliato

«Direi proprio di sì, tre anni fa c'erano problemi che ci saremmo sognati di avere quest'anno, ci salvammo bene senza far trapelare nulla. Ora l'Arzachena sta programmando, è una piazza dove si può crescere poggiando su basi solide, ha fatto bene quest'anno e lo farà negli anni a venire»

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2014/2015
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Sardegna
Girone G