quarantena nel calcio, Cts valuta riduzione dei tempi in 96 ore
Dpcm, dal 25 giugno via libera a calcetto e sport di contatto: «Ma le regioni ne accertino la compatibilità con la situazione epidemiologica»
Via alle gare della Coppa Italia che assegnerà il trofeo in meno di una settimana ma per le partite amatoriali di calcetto (ma anche quelle di basket, pallavolo, pallanuoto, beachvolley sulle spiagge, compreso pugilato e arti marziali) bisogna aspettare almeno fino al 25 giugno. Il nuovo DPCM firmato da Giuseppe Conte ha quindi anticipato di qualche giorno la possibilità di svolgere eventi o manifestazioni sportive - sempre a porte chiuse - il cui divieto sarebbe scaduto il 15 giugno ma che, senza intervento del presidente del Consiglio, avrebbe impedito il disputarsi delle semifinali di Coppa Italia previste per venerdì 12 (Juventus-Milan, ore 21) e sabato 13 (Napoli-Inter, ore 21).
► A decorrere dal 12 giugno 2020 gli eventi e le competizioni sportive – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali – sono consentiti a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate ed Enti di Promozione Sportiva, al fine di prevenire o ridurre il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano; anche le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli di cui alla presente lettera;
► L’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle regioni e dalle province autonome, ai sensi dell’art. 1, comma 14 del decreto legge n. 33 del 2020;
► A decorrere dal 25 giugno 2020 è consentito lo svolgimento anche degli sport di contatto nelle Regioni e Province Autonome che, d’intesa con il Ministero della Salute e dell’Autorità di Governo delegata in materia di sport, abbiano preventivamente accertato la compatibilità delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei rispettivi territori, in conformità con le linee guida di cui alla lettera f per quanto compatibili;
Per quanto concerne i campionati di calcio che andranno ad iniziare, resta come tema d'attualità l'applicazione del protocollo sanitario specie per quanto riguarda il nodo della durata della quarantena in caso di nuovi positivi tra i calciatori o membri dello staff. Gli attuali 14 giorni di isolamento dell'interno gruppo va a compromettere il proseguo degli stessi campionati che hanno tempi risicati per andare a conclusione.
Roberto Vannicelli, membro della sezione sport del Comitato Tecnico Scientifico, è intervenuto a Radio Punto Nuovo sul tema della riduzione della quarantena nel calcio: «L’unica soluzione è fare tamponi molto ravvicinati per tutti gli addetti, al massimo uno ogni 48 ore. Una volta svolti, ci sarà un abbattimento del rischio molto importante, dopodiché si potranno fare altri ragionamenti. È pensabile che un guarito, può rientrare in gruppo, anche se non passano 14 giorni. L’iter che possiamo immaginare, oltre ai campioni ravvicinati, è ipotizzare che il positivo venga immediatamente allontanato e se l’intera squadra ha tampone negativo, il gioco è fatto. Il tutto si potrebbe racchiudere in 96 ore di quarantena. Io sono una parte del CTS, è ragionevole pensare che possa essere una strada percorribile. Mi auguro possa andare a finire così, sarebbe un’ottima iniezione di fiducia per una ripresa alla quasi normalità».
Il dottore, specialista in Medicina dello Sport, parla anche della possibile riapertura degli stadi: «Mi rendo conto che si sta temporeggiando, ma è anche vero che non abbiamo elementi di certezza nell’immediato futuro. Noi facciamo protocolli in scadenza a 15 giorni, anche quello dello sport ha una scadenza al 15 giugno, dopodiché si guarderà la curva epidemiologica guardando i dati. Mi aspetto che la curva continui a decrescere, quindi in netto miglioramento, purtroppo in Lombardia la curva cala con difficoltà. Dobbiamo pensare alla salute globale e rispettare la curva lombarda che non è totalmente positiva. Sono certo che la situazione migliorerà e mi aspetto un’apertura, ma per quanto riguarda il pubblico, non c’è possibilità prima della fine di questa stagione. O quanto meno, molto ristretto: su uno stadio di 30.000 spettatori, magari potrà entrarne un terzo. Riapertura in agosto? Il problema sono le condizioni climatiche, quindi bisognerà disporre degli orari congrui per non danneggiare tifosi o giocatori. Credo che agosto sarà il periodo migliore, perché abbiamo acclarato che il caldo abbatte il virus».