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Daniele Salerno, allenatore, Castor
«Decisiva la vittoria in casa del Perdas»

Esplode la festa in casa Castor, Salerno: «In Prima tra mille difficoltà, ho allenato un gruppo fantastico»

La Castor Tortolì mette la parola fine alla corsa per la Prima Categoria: fondamentale, in questo senso, la vittoria per 3 a 2 strappata in casa dell'Accademia Sarrabese, con il bottino di tre punti che ha permesso alla compagine guidata da mister Daniele Salerno di vincere la concorrenza del Perdasdefogu, al termine di un testa a testa avvincente, che ha lasciato tifosi e addetti ai lavori con il fiato sospeso, sino all'ultimo. Stando ai numeri, i granata hanno messo in piedi una stagione da urlo: 18 vittorie e 2 pareggi, in 22 uscite, col miglior attacco (78 reti) e seconda migliore difesa (22 gol subiti). Le difficoltà, però, non sono mancate di certo, a cominciare da alcuni problemi logistici che hanno complicato, e parecchio, i piani del tecnico e della rosa di giocatori a sua disposizione. Ma come si dice in questi casi, tutto è bene quel che finisce bene.

«Siamo arrivati alla sfida decisiva di domenica scorsa con il morale decisamente alto — dichiara mister Daniele Salerno, con il pieno di entusiasmo e soddisfazione — sapevamo, del resto, che vincere la partita in casa dell'Accademia Sarrabese era l'unico modo a nostra disposizione per aggiudicarci il titolo senza dover aspettare i risultati negli altri campi. Solo con i tre punti in tasca saremmo stati artmeticamente sicuri del salto».

Il tecnico aggiunge: «Durante la settimana ci siamo preparati al confronto curando ogni dettaglio: per noi si trattava di una finalissima, non potevamo permetterci di sottovalutare niente, a partire dalle situazioni su palla inattiva fino ad arrivare alla formazione da mandare in campo. La scelta, in questo senso, non è stata facile, considerando che la rosa a mia disposizione è formata da giocatori piuttosto duttili, di categoria superiore».
Salerno analizza la prestazione offerta dai suoi. «Ero sicuro che i nostri avversari avrebbero cercato, sin da subito, di prendere in mano il pallino del gioco, e le cose sono andate esattamente come me le immaginavo. Per i primi 15' abbiamo sofferto parecchio, i loro attaccanti si sono affacciati molto spesso dalle parti del nostro portiere, così ho dovuto fare qualche correzione in corsa».
I cambi sono risultati fondamentali. «Ho cercato di ridisegnare la squadra e per fortuna ci siamo rialzati, riuscendo ad acciuffare il pareggio e poi, addirittura, il gol del vantaggio. Da quel momento in poi ci siamo espressi piuttosto bene, creando due occasioni per arrotondare ulteriormente il risultato, ma abbiamo concesso il calcio di rigore che ha rimesso tutto in discussione. Per fortuna  posso contare su giocatori del calibro di Dettori, in grado di sfornare la giocata che risolve il confronto in qualsiasi momento; una fortuna immensa, c'è poco da aggiungere in questo senso. Una volta passati sul 3 a 2 potevamo chiudere definitivamente il discorso, credo che il verdetto del campo sia giusto».

Dopo il triplice fischio, dunque, è incominciata la grandissima festa.
«I nostri avversari ci hanno lasciato lo spazio per permetterci di esultare, sono stati decisamente sportivi, meritano i nostri complimenti. Dopo aver passato il terzo tempo assieme, con un magnifico rinfresco, ci siamo concentrati sulle nostre famiglie, le fidanzate, le mogli e i bambini, che erano sugli spalti assieme a tutti i tifosi che ci hanno seguito da Tortolì. Una volta tornati a casa c'è stato un corteo tra le vie del paese, con molta gente che ci ha accolto con bandiere e cori. Sembrava una festa organizzata, invece era frutto dell'improvvisazione: non mancava assolutamente nulla, compresi i fuochi d'artificio e i fumogeni. La squadra ha cenato assieme, poi ci siamo concessi un paio di ore di svago in alcuni locali».
Salerno precisa: «Dopo due anni difficili, per via delle restrizioni collegate all'emergenza per il Covid, è stato bello vedere così tanta gente felice in giro. Del resto, era da diversi anni che a Tortolì non si faceva baccano per una promozione; gli ultimi erano stati quelli del Tortolì Calcio, in occasione del salto in Serie D».

Per la Castor si è trattata di una stagione da incorniciare. «A dire il vero, però, le basi erano già state gettate dall'anno passato: la rosa era stata allestita con il chiaro intento di fare bene, di disputare un campionato da protagonisti, ma il torneo è stato bloccato dopo quattro giornate; noi, tra l'altro, avevamo racimolato quattro vittorie di fila. La società, quindi, ha deciso di riconfermare in blocco tutti gli elementi e quest'anno le cose sono andate decisamente meglio».

I problemi però non sono mancati. «Soprattutto durante la preparazione: in questi due anni, infatti, il campo di “Zinnias” è stato quasi abbandonato a se stesso e quando sono andato a fare un sopralluogo, prima di partire con gli allenamenti, per verificare se fosse tutto a posto, mi sono reso conto che il terreno di gioco era in condizioni a dir poco penose. Ho parlato con il presidente, cercando di metterlo al corrente sulle difficoltà che avremmo potuto incontrare, e l'unica soluzione che abbiamo trovato è stata quella di chiedere aiuto al Tortolì Calcio, che ha scelto di condividere l'impianto sportivo con noi, ma solo a determinati orari. Per allenarci, infatti, dovevamo aspettare che tutte le squadre del club, dalla Prima Squadra in giù, terminassero le proprie sedute. Per un mese ci siamo ritrovati alle nove, nove e mezzo della sera, un orario decisamente scomodo che alla maggior parte dei miei ragazzi non andava assolutamente bene, ed è comprensibile: se hai un lavoro, una famiglia, non puoi tornare a casa alle 11 della notte, è una situazione difficile proprio a livello logistico. Ci siamo dovuti arrangiare, insomma, ma conta che al campo spesso si presentavano solo una decina di giocatori, non si trattava sicuramente della condizione ottimale».
Salerno aggiunge: «Hanno pure provato a sistemare la superficie del "Zinnias", ma certe problematiche non si risolvono nel giro di un mese. Si è scelto di aggiungere della terra, con l'intento di rendere il campo da gioco più morbido, però le cose, paradossalmente, sono peggiorate: la pioggia lo trasformava rapidamente in un pantano, mentre se rimaneva asciutto sembrava di giocare in spiaggia. A questo aggiungi pure il fatto che le partite ufficiali le giocavamo al “Fra Locci”, che è dotato di manto in erba; cambiare così spesso superficie ci ha procurato diversi fastidi fisici, alle ginocchia, alle caviglia, alle anche e alla schiena. Non è stato assolutamente facile».
A dicembre il club è rientrato prepotentemente sul mercato. «Principalmente per puntellare la rosa dal punto di vista numerico, considerando che siamo stati tartassati dagli infortuni: è arrivato Serdino, per puntellare la difesa, Melis, per avere un'arma in più in attacco, e Ganadu, portiere di altra categoria, che è sato fondamentale per rimpiazzare il nostro numero uno titolare Criscuolo, che si è infortunato, e per chiudere la saracinesca al meglio: ha sfoderato alcune parate a dir poco decisive, anche nell'ultima giornata; se decideva di non far passare nessuno, per gli avversari non c'era speranza. I nuovi innesti ci hanno permesso di mantenere un ritmo piuttosto alto e difendere il primo posto in classifica. Questi ragazzi meritano un applauso per la stagione che sono riusciti a mettere in piedi».

Vincere la concorrenza del Perdasdefogu non è stata una passeggiata, anzi.
«Credo proprio che la differenza l'abbia fatta la vittoria nello scontro diretto, in casa loro: in quella circostanza abbiamo dato una bella spallata al campionato, soprattutto sul piano psicologico. Andare a fare punti a Perdas, del resto, non è mai facile, per nessuno: sono una squadra quadrata, agonisticamente molto valida, che non arretra di un centimetro. Stiamo parlando di una delle rivali più ostiche, senza ombra di dubbio: hanno dato tutto quello che avevano e meritano i nostri complimenti più sinceri».

La Castor, però, si è complicata la vita. «La domenica successiva abbiamo vanificato tutto, cadendo contro il San Vito: loro stavano attraversando un momento magico e non perdevano da diverse giornate. Sono scesi in campo con grande spensieratezza, forti di una posizione in classifica piuttosto tranquilla, noi invece ci siamo trovati in inferiorità numerica dopo pochi minuti e abbiamo subito l'1 a 0 nella prima parte di gara, senza riuscire a rialzare la testa. Ma il calcio è anche questo: una domenica strappi un successo importantissimo contro la tua avversaria diretta, quella successiva vai a perdere contro una compagine che non ha più nulla da chiedere al torneo. Da un vantaggio di sei punti, siamo tornati a dover gestire un distacco di appena tre lunghezze».
Con il Gairo è arrivata la secondo sconfitta di fila. «Ci siamo presentati al confronto con tre casi di Covid all'interno della rosa, uno squalificato dalla partita precedente e alcuni infortunati; il Gairo ha venduto la pelle a caro prezzo, si sono dimostrati una squadra in salute; la nostra prestazione non è stata negativa, anzi, ma la palla il giorno non ne voleva proprio sapere di entrare in porta. I nostri avversari, invece, hanno trovato due gol su altrettante occasioni. Morale della favola: ci siamo ritrovati nuovamente a pari punti con il Perdas».

La ricetta per venire fuori dai momenti difficili è sempre la stessa. «Ci siamo compattati, abbiamo fatto quadrato, come si dice, ma io ero comunque molto tranquillo. Dirlo adesso, con la vittoria in tasca, sembrerà facile, ma se devo essere sincero sapevo che l'emergenza legata al Covid sarebbe finita, che avrei recuperato gli infortunati e gli squalificati e che, con tutta la rosa a disposizione, avremo ripreso a correre. A me spettava solo il compito di azzeccare la formazione migliore da mandare in campo: quando hai giocatori di categoria superiore, che possono fare la differenza in qualsiasi momento, diventa tutto più semplice. Non ho mai dubitato, del resto, neppure per un istante, delle potenzialità della mia squadra».
Potenzialità espresse in maniera inequivocabile dai numeri: miglior attacco, con 78 centri, e seconda miglior difesa, con 22 gol al passivo.
«Ho sempre puntato molto sulla fase offensiva, cosa che vale per tutte le squadre che ho allenato sino ad ora. Quando hai la possibilità di lavorare con giocatori del calibro di Giolitti, Dettori, Fabio Piras, Melis, Montagna, Rubiu devi soltanto scegliere chi mandare in campo, il resto lo fanno i giocatori. Giolitti ha realizzato 21 reti e ne ha fatto fare altrettanti ai suoi compagni; Alessandro Dettori è un ragazzo che in Seconda Categoria non ci fa niente, potrebbe fare la differenza anche in Eccellenza, per quanto mi riguarda. Io ripetevo soltanto: “andate in campo e divertitevi”. Le difese avversarie entravano in seria difficoltà quando attaccavamo palla al piede. Tutto questo, comunque, è stato possibile perchè avevo in rosa un giocatore come Christian Ferreli, che gestisce la difesa al meglio, sia in partita che negli allenamenti. È una persona che conta molto nella mia vita, anche a livello extracalcistico, e ci tengo molto a ringraziarlo perchè aiuta i compagni a mantenere la concentrazione al massimo, durante la settimana e la domenica».
Pilia ha firmato una delle reti più importanti della stagione, nel confronto con il Perdasdefogu.
«Un gol di rara bellezza, come se ne vedono raramente in queste categorie. Non è un caso se la sfida clou è stata decisa da uno dei giocatori simbolo di questa squadra, che ha mandato avanti la carretta insieme a Fabio Piras, Paolo Nieddu, Nicola Farci; in sostanza, sono lo zoccolo duro della Castor».

Per quanto riguarda il suo futuro, Salerno non si sbilancia.
«Per il momento non so niente, mi voglio solo godere questa settimana di festeggiamenti, poi faremo un po' il punto della situazione. A dire la verità, l'attività che seguo per lavoro mi porta via tantissimo tempo e non so quanto me ne resterà da dedicare al calcio; bisognerà trovare i giusti compromessi, e in più non so se la società ha altri piani o obiettivi. Di sicuro ci sarà da lavorare tanto in vista dell'anno prossimo: la Prima Categoria presenta molte difficoltà in più rispetto alla Seconda, a partire dalle trasferte lunghe ed impegnative. Anche il livello medio è più alto, quindi la rosa andrà allestita di conseguenza. Probabilmente serviranno altri dirigenti che si impegnino nel progetto. Sarà fondamentale, inoltre, risolvere la questione legata al campo, per preparare al meglio le partite della domenica, considerando che sarà impossibile lavorare al 'Zinnias'; in caso contrario diventa tutto troppo, troppo complicato; proprio per questo la società dovrebbe muoversi con largo anticipo per cercare una soluzione. Prima ci sarà da risolvere queste incognite, insomma, poi si vedrà».

Il tecnico chiude con i ringraziamenti e le dediche di rito.
«Il primo pensiero va a mia moglie e ai miei figli: mi hanno dimostrato tutto il loro affetto anche nell'ultima uscita a Villaputzu, del resto sapevano che avrei avuto bisogno del loro contributo, della loro presenza, del loro supporto. Mia moglie mi segue ormai da quando siamo fidanzati: c'è sempre stata, in casa ed in trasferta, a partire dai tempi del Lanusei, soprattutto per le partite decisive, come lo spareggio per salire in Promozione. Ci tengo a ringraziare anche la società, che mi ha messo a disposizione una squadra competitiva, con cui abbiamo disputato un campionato da protagonisti. Per me si tratta del primo successo da allenatore e credo che non sia mai facile vincere con la squadra del proprio paese. Per la Castor, invece, si tratta del secondo successo della sua storia: il primo risale al 91-92, le altre promozioni, infatti, sono arrivate attraverso gli spareggi e i ripescaggi. Proprio per questo, i motivi per essere orgogliosi sono molteplici: è un onore essere entrato nella storia del club. Chiudo con un ringraziamento, doveroso, a tutti i miei giocatori, che nonostante mille difficoltà si sono resi protagonisti di una cavalcata straordinaria. Hanno avuto anche il grande merito di sopportarmi, considerando che ho un carattere molto forte (ride). Quando giochi in Seconda Categoria, ovviamente, non sei un professionista, ma loro si sono comportati in maniera molto professionale, hanno creduto nelle mie idee di gioco e nei metodi di allenamento che seguivamo durante la settimana, che in sostanza è una delle cose che mi rende più contento. Ho avuto la possibilità di lavorare con un gruppo di amici che si sono tuffati in questa avventura con il massimo dell'entusiasmo; credo che fare di più sarebbe stato impossibile, proprio per questo meritano un applauso. La dedica finale, poi, va a tutti i tifosi di Tortolì e a tutti i tortoliesi, che ci hanno seguito davvero dappertutto».

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2021/2022
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Seconda Categoria
Girone D