«Cristian Mura ha fatto un ottimo lavoro»
Eugenio Brunu racconta il miracolo Chiaramonti: «La nostra forza è il gruppo»
Missione compiuta per il Chiaramonti del Presidente Eugenio Brunu: la squadra ha rispettato in pieno i programmi stilati ad inizio stagione ed è riuscita a conquistare la salvezza con largo anticipo rispetto alla fine del campionato, confermandosi come una delle più belle realtà del girone H di Seconda Categoria.
Le dieci vittorie e i sei pareggi racimolati in trenta partite hanno permesso al Chiaramonti di piazzarsi davanti a compagini di assoluto valore come il San Giorgio Perfugas, ma le soddisfazioni collezionate quest'anno sono molteplici: il fatto di aver tenuto testa, negli scontri diretti, a vere e proprie corazzate come il Golfo Aranci, il Berchidda o il Monti di Mola è la conferma del buon lavoro svolto e, allo stesso tempo, rappresenta una solida base per poter ripartire, e perchè no, migliorare, in vista del futuro prossimo.
«La soddisfazione è tanta – ammette il Presidente della società, Eugenio Brunu - sia da parte mia e sia da parte del resto della società, di tutti dirigenti quindi e dell'allenatore.
L'obbiettivo era quello di salvarci ed è stato raggiunto in pieno, un mese prima della fine del campionato.
Abbiamo giocato le ultime 4 partite con grande tranquillità, anche se abbiamo sofferto probabilmente più del dovuto a causa di qualche infortunio e di qualche squalifica, però è andata bene comunque.
La soddisfazione poi è tanta perché il campionato era difficile: solitamente si dice che il girone di Seconda Categoria gallurese è quasi un girone di Prima Categoria per quanto riguarda la competitività, c'è più di una squadra che potrebbe vincere o fare bella figura anche in Promozione.
Siamo partiti male, nel girone di andata abbiamo affrontate le sfide in maniera sbagliata, forse convinti di avere ancora a che fare con squadre di Terza Categoria, poi grazie all'aiuto di due-tre ragazzi che sono venuti a darci una mano abbiamo rimesso le cose a posto».
Quale pensa sia stata la vostra arma in più?
«Nel 2014 – prosegue Bruno - la società, di cui faccio parte anche come giocatore oltre che presidente, compirà 10 anni e l'aspetto che ci caratterizza maggiormente in tutto questo tempo è il gruppo forte e compatto.
Grande merito va all'allenatore, Cristian Mura, che ha appena concluso la quinta stagione qui con noi, è un amico, una persona su cui possiamo contare, per la serietà, per l'applicazione e per la capacità di riuscire a fare da collante all'interno dello spogliatoio.
Questa è stata la nostra arma in più rispetto ad altre squadre più quotate come ad esempio il Monte Alma; abbiamo fatto grandi risultati con il Monti di Mola in casa, idem con il Santa Teresa, siamo riusciti a battere la Mediterranea ad Olbia alla quarta giornata; ci siamo tolti decisamente un bel pò di soddisfazioni e oltretutto siamo riusciti a far crescere qualche giovane locale, come Schintu, che ha compiuto 16 anni due mesi fa ma ha timbrato il cartellino due volte, giocando quasi 10 partite da titolare: arriva dagli allievi e si è adattato benissimo al campionato di Seconda, riuscendo a battersi alla pari contro giocatori di primo livello come Spanu del Berchidda, ad esempio; per noi si tratta di una grande soddisfazione.
Sono stati importantissimi i giocatori di esperienza che abbiamo in rosa, che ci hanno permesso di crescere dal punto di vista della personalità e della maturità: sul piano del gioco, non abbiamo mai sfigurato al cospetto di nessuno, nemmeno contro squadre fortissime come Golfo Aranci e Berchidda».
Mi pare di capire che il vostro sia un ottimo esempio di società ''autogestita'' che nonostante le mille difficoltà riesce a raggiungere traguardi importantissimi.
«Autogestito non è il termine esatto; sono l'unico che ha il doppio incarico, per il resto siamo un gruppo di amici che nel 2007 ha deciso di prendere le redini della società che tra le altre cose stava per scomparire; abbiamo affrontato questa avventura e ci stiamo divertendo, anche se le difficoltà non mancano; in un paesino piccolo come il nostro, dove non arriviamo neanche a 2000 persone, è ancora più dura.
Da qualche anno a questa parte stiamo cercando di sviluppare anche il settore giovanile: quest'anno, ad esempio, c'erano tre squadre, il prossimo anno riusciremo a fare la quarta facendo una squadra di giovanissimi; la speranza è quella di avere, tra un paio di anni, qualche giovane locale in più da poter far giocare in Prima Squadra; questo è uno dei nostri obbiettivi più grandi.
Per il Chiaramonti sono importanti i valori dello sport, come l'educazione, l'ospitalità e sopratutto la sportività nei confronti di tutte le squadre: in sei anni abbiamo ricevuto tre coppe disciplina, penso che sia un dato importante.
Abbiamo ricevuto, in occasione della salvezza gli auguri del presidente Delpin, che ci ha espresso tutta la sua gratitudine nei nostri confronti per il fatto di portare avanti il concetto di disciplina e sportività all'interno del campionato; è un fatto che non può che renderci ancora più felici».
Vi trovate ad operare in una realtà piccola: come è la risposta dei vostri compaesani?
«Il riscontro del pubblico è un po un tabù: a Chiaramonti non abbiamo mai avuto una grandissima tradizione calcistica come succede magari a Nulvi, Ploaghe, Perfugas. Quest'anno in questo senso ci sono stati un pò di alti e bassi, il pubblico si è avvicinato gradualmente alla squadra, man mano che risolvevamo i nostri problemi e conquistavamo i primi risultati positivi.
Abbiamo i nostri tifosi che seguono sempre la squadra sia in casa che in trasferta, ma potremmo sicuramente averne di più.
Speriamo di riportare a casa qualche ragazzo che gioca fuori in qualche altra squadra o magari di coinvolgere qualcuno che invece sta buttato nelle piazze o nei bar: noi intendiamo lo sport come educazione; negli anni scorsi siamo riusciti adoperare decisamente bene in questo senso, ultimamente invece stiamo un po arrancando perché magari non a tutti i ragazzi interessa, però noi non ci arrendiamo e continuiamo ad andare avanti».
Che effetto fa chiudere la stagione precedendo in classifica squadre che potenzialmente hanno più possibilità di voi?
«Anche noi qualche spesa l'abbiamo avuta, però la soddisfazione è tanta per essere riusciti ad arrivare prima di squadre come il Perfugas, che come detto prima è una compagine che ha più blasone calcistico rispetto a Chiaramonti, soprattutto se si considera che il loro organico è rimasto praticamente invariato rispetto all'anno scorso, dove è arrivata seconda, mentre quest'anno ha lottato per la salvezza fino all'ultima giornata.
Non vorrei essere presuntuoso ma i risultati raggiunti quest'anno forse sono merito anche del fatto di essere una società ben organizzata, sia dal punto di vista tecnico, grazie a mister Mura, sia dal punto logistico e organizzativo.
Abbiamo iniziato la preparazione il 20 di agosto, non abbiamo mai fatto mancare niente a nessuno e diamo la massima disponibilità a tutti sia dal punto di vista calcistico che dal punto di vista dei rapporti personali e dell'assistenza medica. Questa è una cosa che ci distingue in positivo e ci da la carica per continuare, tra l'altro abbiamo ricevuto i complimenti da parte di qualche altra società per il nostro buon lavoro, che prosegue ormai da 7 anni: è il segnale che la strada che abbiamo intrapreso è assolutamente quella giusta».