«Il Bottidda è stato un avversario di primissimo livello»
FC Alghero, è l'ora della festa, Salaris: «La squadra merita un bel 10, vorrei dare continuità al progetto»
Vincere un campionato ha sempre un sapore dolcissimo, soprattutto se l'impresa dell'FC Alghero arriva dopo un testa a testa entusiasmante con il Bottidda nel girone E di Seconda categoria risolto solo all'ultima giornata. Con 24 vittorie su 26 incontri e la bellezza di 101 gol all'attivo, la squadra di mister Peppone Salaris ha, insomma, più di un motivo per sentirsi estremamente soddisfatta per il traguardo raggiunto. Il tecnico, che in passato aveva già avuto modo di fare esperienze importanti, a partire da quella come vice di Cuccureddu ai tempi della Torres, nel lontano 2005, sino ad arrivare ai trienni passati in sella a Usinese e Atletico Uri, taglia il traguardo dall'alto del primo posto e si gode il salto di categoria, il secondo di fila per il club di Andrea Alessandrini nato nel settembre 2022 coi giallorossi affidati a Pippo Zani che, nel novembre scorso, per motivi legati al lavoro ha lasciato la panchina a mister Salaris, bravo nel portare a compimento l'obiettivo della Prima categoria.
Spetta proprio all'allenatore algherese ripercorrere le tappe principali di una stagione da incorniciare, a partire dal'ultima di domenica scorsa con la vittoria per 2-0 sul Borore, quarta forza del girone.
«Ė stata partita vera – ammette senza mezzi termini mister Salaris – considerando che, come è giusto che sia, i nostri avversari non ci hanno regalato assolutamente niente. Una sfida bella e combattuta, con le due squadre in campo che hanno onorato i valori dello sport. Non nascondo che avevamo addosso un pizzico di tensione, considerando che per noi la posta in palio era altissima; non potevamo permetterci di sbagliare assolutamente niente e anche se l'1 a 0 era sufficiente per aggiudicarci la vittoria del campionato abbiamo avuto paura di non farcela sino alla fine. Poi, dopo aver segnato il secondo gol, le cose si sono messe definitivamente in discesa e gli ultimi 7 minuti sono stati decisamente più tranquilli, perché ci siamo resi conto che ormai era davvero fatta».
Il Bottidda si è dovuto accontentare del secondo posto, ma i rossoblù ci hanno provato sino alla fine, rendendo la corsa al primo posto decisamente avvincente ed entusiasmante. Senza di loro il campionato sarebbe stato probabilmente molto meno interessante.
«Meritano il salto di categoria per tutto quello che di buono hanno messo in mostra quest'anno; parliamo di una buona squadra, forte quanto noi; un avversario di primissimo livello che si è giocato tutte le proprie carte in un testa a testa che si è concluso solo a pochi minuti dal termine della stagione».
A fare la differenza tra le due compagini sono stati proprio i dettagli.
«Noi abbiamo segnato qualcosa come venti gol in più, ma questo non toglie nulla al loro valore. La vittoria era appesa ad un filo e sapevamo che avrebbe vinto la squadra che sarebbe riuscita a sbagliare meno: loro hanno rimediato un pari casalingo, a reti bianche, contro il Cuglieri, e quei due punti che hanno lasciato per strada sono risultati determinanti».
L'FC Alghero ha messo in vetrina un attacco a dir poco atomico.
«Siamo stati tra i più prolifici non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, e parliamo sempre del mondo dei dilettanti, è chiaro. Anche l'anno scorso in Terza Categoria questa squadra aveva fatto ottime cose in termini di gol fatti: diciamo pure che segnare così tanto fa parte del nostro dna».
Il tecnico applaude i suoi.
«Cherchi, che è stato il capocannoniere del girone, ha chiuso con 26 gol all'attivo; Pintus ne ha fatti 21, per non parlare dei 12 gol di Nemore e i 14 di Serra; in quattro ne hanno totalizzati qualcosa come 70. Parliamo di tanta roba».
Salaris ha tutti i motivi per festeggiare il salto in Prima Categoria.
«In passato mi è capitato di vincere dei campionati, ma come secondo di Cuccureddu; dunque questo è il primo torneo che mi aggiudico alla guida di una squadra, dopo aver perso la finale playoff con l'Atletico Uri che valeva l'approdo in Serie D. Sono contento, è ovvio: in questo successo c'è anche il mio lavoro, le mie idee calcistiche. Il tecnico ha il suo peso specifico nell'arco di una stagione, ma il merito più grande va ai ragazzi, che mi hanno seguito in tutto e per tutto e si sono impegnati con il pieno della professionalità, facendo tantissimi sacrifici: in questo senso basta pensare che ci allenavamo per tre volte alla settimana, una cosa piuttosto rara nel panorama della Seconda Categoria; sono stati loro il traino che ci ha permesso di salire di categoria. Se devo dare un voto, credo che l'FC Alghero quest'anno si sia aggiudicato un bel 10 in pagella».
Tra i momenti decisivi della stagione, mister Salaris ne isola uno in particolare.
«Credo che la svolta, per quanto riguarda la consapevolezza della nostra forza, sia arrivata nel match contro il Cuglieri, in cui ci siamo trovati sotto per 3 a 2 a 10' dalla fine, dopo una prima parte in cui eravamo riusciti a gestire piuttosto bene le cose, portandoci sul doppio vantaggio. Il 3 a 3 è arrivato allo scadere, con il punto del sorpasso acciuffato in pieno tempo di recupero, al 94'. In quella circostanza siamo riusciti a mettere in mostra tutta la nostra determinazione e la nostra rabbia: il gruppo non ci stava a perdere, ma nemmeno a pareggiare. Credo che sia stata una delle prestazioni più importanti sul piano del carattere».
Per spuntarla, però, oltre al cuore sono servite anche le gambe, la tecnica e la tattica.
«Ho sempre ripetuto ai miei ragazzi che, sul piano della qualità, avevamo qualcosa in più rispetto alle nostre avversarie; questa rosa ha degli elementi di notevole spessore: Pintus, Cherchi, che ha fatto i suoi gol, Serra e Nemore, giusto per citarne alcuni, sono un lusso per la Seconda Categoria. Ma nei momenti decisivi, di fatto, devi pedalare forte, devi correre quanto i tuoi avversari, facendo il conto che tutte le squadre ci hanno dato dentro quest'anno».
Il tecnico pensa già al futuro prossimo: il sogno, chiaramente, è quello di proseguire l'avventura in sella all'FC Alghero anche nel campionato di Prima Categoria.
«Sono rimasto particolarmente colpito, in positivo, si intende, da questa realtà: una società di primissimo livello e un presidente ambizioso, che gestisce un'azienda importante come la Nobento ed è pronto a mettersi in gioco in prima persona. Ho accettato di allenare in Seconda Categoria proprio perché ho trovato delle ottime condizioni, l'ambiente ideale dove lavorare; poi, vivendo ad Alghero, mi è venuto più semplice affrontare questa avventura. Ora ci prendiamo un po' di tempo per festeggiare e goderci questo traguardo, in seguito ci siederemo attorno ad un tavolo, assieme al presidente, per capire meglio quali sono i programmi della società: certo, mi piacerebbe dare continuità a questo progetto, ma dobbiamo vedere se ci sono tutti i presupposti per poterlo fare».
La Prima Categoria è sicuramente una dimensione più complicata della Seconda.
«Se si vuole essere competitivi e puntare alla vittoria, occorre piazzare tutti i tasselli nei punti giusti, come dico sempre io. Sono convinto, comunque, che la dirigenza sarà all'altezza della situazione».
L'intervista si chiude con le dediche e i ringraziamenti di rito.
«Quando si vince, il primo pensiero va alla famiglia: i miei cari mi hanno supportato in tutto e per tutto, sono stati fondamentali. Poi ci tengo a ringraziare la città di Alghero, i nostri tifosi, per il calore che ci hanno regalato: pian pianino ci stiamo riprendendo il posto che ci compete nel panorama calcistico isolano; l'unica pecca, forse, è legata alle strutture nel quale ci alleniamo e giochiamo le partite: molte volte ci è capitato di non sentirci affatto una squadra di Alghero, considerando che per tutto l'anno siamo stati ospiti a Olmedo; quella di quest'anno è stata una stagione che abbiamo disputato costantemente in trasferta ed ora spero che chi di dovere possa fare in modo che l' FC Alghero abbia una struttura in cui lavorare, che sia all'altezza, insomma, di un campionato importante come è quello della Prima Categoria».