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Pierluigi Scotto, allenatore, Castiadas
«Fatto un gran lavoro da gennaio, non era così scontato arrivare agli spareggi» 

Il Castiadas in clima playoff, Scotto: «Il Calangianus è forte altro che sorpresa, metteremo in campo le nostre qualità, siamo al completo e pronti alla battaglia»

Vincere e sperare ancora nella serie D oppure chiudere la stagione anzitempo. Il Castiadas non ha altre alternative nella semifinale playoff a Calangianus, il quarto posto nella classifica finale impone alla squadra di Pierluigi Scotto un solo risultato per accedere alla finalissima contro il Budoni. Il pareggio nei 120' premierebbe la squadra gallurese che può esibire anche il vantaggio di disputare il match sul proprio campo. Il Signora Chiara è in erba naturale e con un fondo irregolare ma i sarrabesi non si sentono penalizzati. «Ai giocatori dico sempre che il calcio non si fa solo quando esce il sole - esclama mister Scotto - ma anche con la neve e il ghiaccio. A Valledoria abbiamo vinto giocando un'ottima gara in un campo non proprio in buone condizioni, il calcio mi ha insegnato che non ci può essere un fondo perfetto ma si deve essere sempre pronti alla battaglia e noi lo saremo».

 

Come ci arrivate fisicamente e mentalmente a questa semifinale playoff?

«Bene perché secondo me e i ragazzi non era così scontato arrivare a disputare i playoff, sapendo di dover fare un percorso nuovo da gennaio in poi e trovando sulla nostra strada tante difficoltà come gli infortuni e le assenze che non ci permetteva di lavorare in un determinato nella creazione di un'organizzazione di gioco. La squadra ha ora una sua identità e sta esprimendo qualcosa in più dei miei concetti, pensavo di essere più indietro, perciò possiamo dire la nostra da subito» 

Che gara imposterete visto che non avrete alternative alla vittoria?

«Le mie squadre si sono sempre contraddistinte per la ricerca del risultato col gioco, anche in questo caso proveremo a fare il nostro calcio, con grande rispetto per l'avversario, mettendo in campo le nostre qualità e cercando di fare la partita. Se poi non ci sarà permesso sarà per merito dell'avversario ed eventualmente sapremo anche come difenderci. In questa gara saranno importanti le seconde palle e le transizioni. Non c'è una strategia particolare se non che la squadra debba avere sempre una sua identità. Sarà una bella partita perché ci troveremo a confrontarci con una realtà che ha una grande cultura di calcio»

Quali sono i punti di forza del Calangianus?

«C'è un grande entusiasmo attorno ad una squadra costruita con acquisti importanti. Ho tanta stima del Calangianus, società storica del calcio sardo, ma non mi si racconti che siano una sorpresa del campionato o che non abbiano speso. Insieme con Tortolì, Budoni, Castiadas, Atletico Uri e Tergu hanno fatto un mercato importante, leggo spesso che sono lì per caso ma si stanno nascondendo, quando hai giocatori come Forzati, Urgias, Melino, Del Soldato, Gancitano, Bruno, Tusacciu, Senes, Carboni, Chessa, poi a dicembre prendi Falchi e Cocco per rimpiazzare Pulina, sei forte quanto noi e le altre squadre che hanno lottato per conquistare un posto nei playoff» 

Contro la Ferrini avete perso la possibilità di giocarvi il playoff in casa?

«In quella gara ce ne sono successe di tutti i colori e stavamo per vincere giocando in nove. Probabilmente quella vittoria non ci avrebbe dato il terzo posto perché avremmo dovuto chiudere la stagione regolare con un punto in più del Calangianus che, invece, è stato bravo a non mollare mai facendo sei vittorie e un pareggio dopo aver perso in casa nostra. Avrei voluto giocare in casa il playoff per i dirigenti e i nostri tifosi ma a dicembre dissi che non mi sarei impressionato se avessi dovuto giocare lo spareggio in trasferta, certe esperienze le ho già affrontate, fuori casa per me siamo 11 contro 11, forse è più danneggiata la società che avrebbe potuto fare un incasso in più ma io allenatore e la squadra siamo pronti a giocarcela anche all'inferno» 

Al Signora Chiara lo scorso 30 ottobre ci fu l'esordio di Scotto alla guida del Castiadas, sconfitta per 4-1 ma nel frattempo avete mutato pelle

«Non era la mia squadra, in quel periodo ero un attento osservatore di quello che stava succedendo e non nascondo che ho anche pensato di andare via. Ho visto coi miei occhi che c'erano dinamiche cosi forti tra compagni di squadra, era un gruppo che non funzionava e non remava dalla stessa parte. Purtroppo si è buttato via del tempo ma non do colpe a nessuno. Col mercato di dicembre si è cercato di ricostruire tanto, in questo ho avuto l'appoggio totale della società, poi sul campo ci ho messo tutta la buona volontà e la passione ma non era per niente scontato raddrizzare le cose»

Il futuro a Castiadas dipenderà dai risultati che farete nei playoff?

«Ma questo non lo so, penso di avere dato l'anima e di aver trovato persone molto in gamba. In questo momento il Castiadas ha il futuro dalla sua parte, ci sono almeno 13-14 giocatori degni di iniziare un ciclo importante a prescindere che ci sia io o un altro allenatore. È prematuro parlare del futuro ma posso senz'altro dire che sono stato non bene ma benissimo con i dirigenti e con tutto l'ambiente»

A che punto è il lavoro svolto in questo 2017?

«Per la prima volta mi auguro di chiudere la settimana con tutto il gruppo a disposizione, sarebbe la prima volta che succede. Di mio ci ho messo tanto ma, per creare certi automatismi, ci vuole del tempo, sono ad un 60% del lavoro svolto che può dare frutti importanti, io resto convinto che se si crea una grande organizzazione di gioco andando in serie D si può stare senza spendere tanto»

In questo articolo
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2016/2017
Tags:
Playoff