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Il Castiadas corre verso la salvezza, Oliveira e Porcu simboli dell'entusiasmo del nuovo che si fonde con l'orgoglio del vecchio. E Mereu prepara una nuova impresa
Club bravo, ha corretto il tiro col ds Multineddu

Il Castiadas corre verso la salvezza, Oliveira e Porcu simboli dell'entusiasmo del nuovo che si fonde con l'orgoglio del vecchio. E Mereu prepara una nuova impresa

Diego Oliveira si procura e trasforma un rigore, Pierluigi Porcu risolve una mischia in area. La vittoria del Castiadas per 2-1 sul campo dell'Astrea è l'emblema di questo grande 2016 dei sarrabesi che, partiti dall'ultimo posto, stanno ora scalando la classifica e si sono portati ad un punto dalla salvezza diretta. Il nuovo che si fonde col vecchio, l'entusiasmo di chi è stato chiamato per compiere un'impresa che si unisce con la voglia di riscatto di chi per mesi ha navigato in acque melmose e preso qualche schiaffone di troppo.

 

Patron Zaccheddu, presidente Piu, Mereu, Oliveira e PorcuNon c'è dubbio che Diego Oliveira sia l'uomo in più della squadra di Bernardo Mereu, quello che dal nulla ha la giocata pronta per risolvere la gara. Sugli 8 gol messi a segno in 10 gare dall'attaccante brasiliano ex Bisceglie ben 6 arrivano da calcio di rigore che quasi sempre si procura da solo, perché ha dribbling e velocità, movimenti imprevedibili e sterzate rapide che portano i difensori avversari a cadere in trappola. Ma un giocatore, seppur bravo e con un passato in serie B e Lega Pro, da solo non può risolvere i problemi di una squadra. Deve esserci un contorno. Che è stato creato, con gli arrivi diFranco Caraccio, esterno argentino sempre più efficace e in palla, Emiliano Melis, il primo a dare la scintilla della rimonta salvo poi fermarsi per un infortunio, Ivan D'Adamo, non un vero e proprio regista ma una bella diga in mezzo al campo, Nicola Rais, geometrico, focoso e dal cartellino facile, Giulio Daleno, difensore senza fronzoli, trascinatore e impetuoso. E spalla ideale di Pierluigi Porcu, che era il capitano del Castiadas ultimo in classifica e lo è tuttora in una squadra rinnovata che nella classifica del 2016 si trova al quarto posto con 17 punti, dietro Viterbese (23), Torres (21) e Olbia (18). Un leader che conosce tutte le pieghe di un calcio capace di offrire sempre un'occasione di riscatto se però sei bravo a cercartela, a coglierla con rabbia e con la voglia massima di chi pensa sempre che si migliori anche a 35 anni. Senza tutto questo, domenica non avrebbe potuto mai strappare dal fango quella palla e metterla alle spalle del portiere dell'Astrea per il gol della vittoria. Il difensore selargino ha guidato la carica dei "salvati" dalla rivoluzione di dicembre di cui fanno parte Thomas Pioli, Antonio Usai, Luca Orrù, Federico Anedda, Emmanuele Piras, Matteo Pinna, Giulio Pinna, Alberto Migoni, Manuel Cordeddu, Fabrizio Frau che il loro piccolo-grande contributo lo stanno dando ogni qualvolta mettono piede in campo.

 

Per unire alla perfezione i nuovi ingredienti con i vecchi dev'esserci un bravissimo cuoco. E Bernardo Mereu lo è senz'altro. Che, a sua volta, è tecnico del vecchio Castiadas quanto del nuovo. Ereditando la squadra guidata da Piccarreta (1 punto in 7 giornate) ha pur sempre ottenuto 5 punti in 7 giornate, cioè dall'esordio ufficiale di fine ottobre nel pareggio per 0-0 con l'Astrea fino al 4-0 di Grosseto di inizio dicembre quando iniziava la rivoluzione coi primi arrivi: in difesa Tuniz, a centrocampo D'Adamo e Rais. Aver strappato in mezzo anche un pareggio alla Torres di Marco Sanna, che da lì in poi ha ottenuto vittorie su vittorie, e aver vinto in casa del San Cesareo, prossima avversaria dei sarrabesi, sono stati i primi mattoncini messi in una casa che da lì a poco sarebbe stata ristrutturata. Perché non era adatta a fare il 4-4-2 ma nemmeno il 4-3-3. Ma l'aveva comunque riaccesa, basti pensare che ha sfiorato la vittoria nel derby con la Nuorese, giocando con Dessalvi in porta, Frau ('95) adattato ad esterno basso di difesa, con Orrù ('95) e Porcu centrali, Contu ('97) a sinistra, Berardi, Giulio Pinna e Cordeddu ('95) a centrocampo, Migoni, Porru ('98) e Anedda ('96) in attacco. Col Rieti si sono visti per la prima volta Daleno e Caraccio ma anche per l'ultima volta Contu, Berardi e Cristofoli. Sotto Natale ecco la prima di Oliveira con tanto di gol-vittoria a Lanusei. Il simbolo della vera rinascita e che porta lo score di Mereu a 20 punti conquistati nelle ultime 10 giornate, il ritmo giusto per l'ennesima impresa di una grande carriera dopo quelle fatte al La Palma, Castelsardo, Torres, Villacidrese, Progetto Sant'Elia, Nuorese.

 

Ma anche la società è la stessa che ha sbagliato nella costruzione del Castiadas.1, versione "perdente", per poi riformattarlo nel Castiadas.2, versione decisamente "vincente". Il presidente Pierpaolo Piu, il vice Mauro Vargiolu hanno ammesso gli errori e li hanno corretti, affidandosi ad un direttore sportivo come Gianfranco Multineddu che ha azzeccato anche gli acquisti dei giovani. Dopo Tuniz, sono arrivati Manuel Cecconello (esterno basso difficile da superare), Laurent Mituku (prestante interno di centrocampo), Gianvincenzo Finizio (esterno veloce e tecnico) e, infine, Simone Rossetti, centravanti classe 1997 subito a segno con la Viterbese ed importantissimo per gli esterni con il suo lavoro oscuro da centroboa. In questo marzo da stop and go per la sosta del Viareggio e di Pasqua, due scontri diretti in casa fondamentali: battere San Cesareo e Flaminia darebbe pregio alla rincorsa e metterebbe il Castiadas in pole position per la salvezza diretta. Un'impresa che sa di nuovo e di vecchio.

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna