«Non era facile ripartire dopo la retrocessione»
Il Macomer taglia per primo il traguardo, Atzori: «Tutti i ragazzi eccezionali, il premio migliore per i 100 anni del club»
Il Macomer si aggiudica la vittoria del campionato con ben quattro turni di anticipo rispetto alla fine del torneo: decisivo, in questo senso, il bel successo interno piazzato nell'ultima uscita contro il Cuglieri, di fronte al pubblico delle grandissime occasioni, con la concomitante sconfitta dell'Ollolai, a Nurachi, che ha decretato la chiusura dei giochi, almeno per quanto riguarda la corsa per il salto di categoria. I ragazzi allenati da mister Antonello Atzori, con 15 punti di vantaggio rispetto ai diretti inseguitori, sono la prima compagine in tutto il panorama calcistico sardo a tagliare il traguardo: si tratta sicuramente di una bellissima rivincita per il club giallorosso, che rialza immediatamente la testa dopo l'amarissima retrocessione rimediata nella passata stagione e festeggia, davvero nel migliore dei modi, i cento anni di attività.
«Con la vittoria ottenuta domenica è arrivato il giusto riconoscimento per tutto il lavoro fatto, da fine agosto sino ad oggi — dichiara mister Antonello Atzori — un successo reso ancora più dolce dal fatto che di fronte avevamo un ottimo avversario come il Cuglieri, che è riuscito ad impensierirci per lunghi tratti della stagione, assieme all'Ollolai, la grande rivale nella corsa al titolo, almeno sino a qualche settimana fa. Però, alla fine, siamo riusciti a distanziarli e a chiudere il discorso».
La grandissima festa è esplosa allo scoccare del 90'.
«Si è trattato di una bellissima giornata di sport, che aspettavamo di vivere da tanto. Nel primo tempo, forse, abbiamo sofferto più del previsto a causa dell'emozione; il Cuglieri ci ha dato filo da torcere, ma poi, con il passare dei minuti, ci siamo sciolti, trovando il vantaggio. Nella ripresa i ragazzi hanno legittimato il successo con una prestazione assolutamente convincente: il gol del raddoppio è stata una diretta conseguenza e da quel momento in poi non c'è stata più partita. Il nostro percorso per quest'anno, comunque, non è ancora concluso: ci sono ancora altre quattro partite e cercheremo di onorarle al massimo».
Atzori applaude i suoi: «Sono stati veramente spettacolari, a cominciare dai giocatori che fanno parte dello zoccolo duro della rosa e che vestono questi colori, ormai, da tantissime stagioni. Credo che non dimenticherò mai le loro facce tristi, dopo aver incassato la retrocessione a Berchidda al termine del campionato scorso. Anziché farci travolgere dallo sconforto, però, abbiamo deciso di ripartire, tutti assieme, con la società che ha riconosciuto gli errori commessi e si è rimboccata le maniche per metterci nelle condizioni migliori per poterci riscattare immediatamente».
Il Macomer aveva un solo obiettivo.
«Puntavamo a vincere il campionato, ma non abbiamo mai fatto proclami: ci siamo concentrati sul lavoro, facendo parlare il campo. Abbiamo affrontato ogni sfida con grande determinazione e con rispetto per tutti gli avversari, a partire dalla seconda in classifica sino ad arrivare all'ultima, una cosa che, in Seconda Categoria, si mette spesso da parte. Posso dire che nessuno ci ha regalato niente, anzi, c'è stato sempre da sudare, da lottare per strappare i tre punti. Le altre squadre hanno comunque riconosciuto che siamo stati la compagine più forte: l'approdo in Prima Categoria è assolutamente meritato».
I numeri confermano tutto lo strapotere dimostrato dalla compagine giallo-rossa, che vanta l'attacco più prolifico (48 gol in ventidue uscite) e la difesa meno battuta, con soli 18 centri al passivo.
«C'è sempre stata la convinzione di avere tutte le carte in regola per raggiungere il traguardo che ci eravamo prefissati, ma abbiamo tenuto tutto dentro allo spogliatoio. Ai miei giocatori ho detto che i campionati vinti, a volte, si dimenticano facilmente, ma i numeri rimangono nella storia di una società. Proprio per questo ci fa piacere essere riusciti a fare così bene».
Poi aggiunge: «Sarebbe bello, magari, se un nostro atleta potesse aggiudicarsi il titolo di capocannoniere: Mura e soprattutto Uras sono ancora in corsa in questo senso; per noi si tratterebbe di una soddisfazione in più. Chiaramente proveremo a fare il massimo già a partire dalla prossima sfida con l'Ollolai per centrare anche questo obiettivo».
I biancazzurri, tra le altre cose, sono stati gli unici a battere la capolista.
«Si sono rivelati una compagine di tutto rispetto, che è stata in grado di strappare il bottino pieno nella sfida in casa nostra, all'andata, ed ora, c'è da scommetterci, ci riproveranno, cosa che mi sembra anche giusta, del resto. Noi scenderemo in campo come se non avessimo ancora vinto niente, con l'intento di consolidare i nostri numeri, ma sappiamo già che ci aspetta una vera e propria battaglia».
Mister Lello Atzori ha molteplici motivi per ritenersi assolutamente soddisfatto.
«Nel tempo è cresciuta in noi la voglia di non mollare mai, di cercare la vittoria sino all'ultimo secondo. Tra le altre cose, credo che siamo stati una delle poche squadre, in Seconda Categoria, che svolgeva tre allenamenti alla settimana; abbiamo sempre fatto del lavoro una delle nostre prerogative principali, è stato uno dei cardini della nostra stagione, insomma, e questo in sostanza ci ha permesso di poter dare qualcosa in più degli avversari, soprattutto nelle battute finali delle gare, sia a livello fisico che sul piano tattico».
L'aspetto caratteriale ha fatto la differenza.
«I giocatori, vale soprattutto per la cosiddetta vecchia guardia, hanno dimostrato un amore, un attaccamento per questa maglia che ormai ti capita di trovare raramente: proprio per questo vorrei citare il nostro capitano, Davide Atzori, Antonio Arbau, Paolo Uras, Francesco Demartis, Agostino Carta; non stiamo parlando proprio di ragazzini, ma in campo hanno dato tutto, lasciandoci pure qualche caviglia e qualche ginocchio, nel frattempo (ride). Chi si è aggiunto alla nostra rosa, poi, ha sposato immediatamente il progetto, integrandosi alla perfezione: ho avuto a disposizione un gruppo semplicemente fantastico»
Il tecnico divide i meriti in parti uguali.
«A cominciare da Mariano Barria, il presidente del club nonché una bandiera di questa squadra, che è riuscito a scrivere pagine importanti nel corso degli anni passati, arrivando a Francesco Marongiu: cito loro due come gli artefici principali del progetto, ma non voglio di certo dimenticarmi di tutti gli altri dirigenti. Tra le altre cose sono riusciti a far ripartire il Settore Giovanile: proprio domenica scorsa i Giovanissimi hanno giocato la finalissima, una cosa che mancava da tanto tempo».
Il Macomer ha sempre avuto un vivaio di tutto rispetto: «Anche io provengo dalle squadre giovanili, ho giocato per anni con questa maglia e ci sono tantissime altre storie identiche alla mia. Ora vogliamo continuare su questa strada e la vittoria del campionato deve essere un ulteriore stimolo per tutto l'ambiente. La società compie cento anni: il ritorno in Prima Categoria arriva al momento giusto, non possiamo che essere felicissimi».
La svolta della stagione è arrivata a fine febbraio.
«Il successo, sofferto, ottenuto in casa del Sedilo ci ha regalato la sensazione che ormai fosse quasi fatta, nonostante manacassero ancora da giocare tutti gli scontri diretti, ma l'Ollolai, che era il nostro avversario principale, ha incominciato a rallentare e ha perso progressivamente terreno. Però siamo stati bravi a mantenere i piedi per terra e a non abbassare la concentrazione; abbiamo continuato a lavorare sodo, per conquistare la Prima Categoria il prima possibile».
Si chiude con i ringraziamenti e le dediche di rito:
«Per primo vengono i ragazzi, che sono i veri protagonisti di questo successo e che hanno fatto tantissimi sacrifici; alla lista ci aggiungo, ovviamente, il nostro preparatore atletico, Sergio Muroni, che si è rivelato davvero un ottimo collaboratore, assieme a Domenico Salis, l'allenatore dei portieri. Poi ci tengo a citare anche Leo Scanu, che ha fatto da collante tra la squadra e lo staff tecnico».