Il bomber classe '75: «Se corro più di un ventenne non è merito mio ma demerito suo»
Ilva, ci pensa Siazzu a stendere il Valledoria: «Giochiamo con intensità e ci divertiremo, se siamo presuntuosi faticheremo a salvarci»
Tre gol segnati finora dall'Ilvamaddalena in casa e due e mezzo portano la firma di Gianluca Siazzu, già protagonista della vittoria contro il Monastir quando provocò l'autorete di Cossu e poi nel raddoppio superando Zanda in uscita. Contro il Valledoria ha sbrogliato l'intricata matassa infilando la palla calciata su punizione direttamente all'incrocio dei pali. Intervistato dall'addetto stampa dei maddalenini Mauro Coppadoro, il bomber di Torpè ha così descritto l'ennesima prodezza di una lunga carriera che non vede crepuscolo: «Ho messo due uomini in barriera per togliere la visuale a Secchi, quindi ho calciato la palla sopra la testa dei giocatori, ho visto che il portiere ha fatto un passo dall'altra parte ed era in ritardo per prenderla, perciò il duello con Antonio l'ho vinto io».
L'attaccante classe 1975, l'anno scorso determinante per la vittoria del campionato di Promozione con 29 gol in 28 partite, esamina l'inizio di stagione della matricola biancoceleste che ha perso malamente l'esordio a Gavoi (5-0 col Taloro), ha battuto il Monastir 2-0, poi ha perso di misura in casa contro il Tortolì (1-0) e a Castiadas (3-2) sfoderando però delle ottime prestazioni. Nello scontro diretto per la salvezza contro il Valledoria c'è stato un passo indietro sul piano del gioco e della mentalità. «Il calcio ti dà ciò che meriti, finora è vero che abbiamo seminato parecchio e raccolto meno ma, alla fine, i conti tornano sempre». Sarà l'esperienza, sarà i venti e passa campionati alle spalle ma Siazzu è pragmatico: «Dobbiamo preoccuparci di giocare con la massima intensità e vedere fin dove possiamo arrivare, parlare di altri traguardi non è il caso, a noi ci si chiede di raggiungere una salvezza tranquilla e credo si possa fare ma se giochiamo con intensità. Se invece pensiamo di essere più bravi degli altri e facciamo i presuntuosi allora commettiamo un grave errore e rischiamo di trovarci in una situazione che non ci compete. Vediamo cammin facendo dove possiamo arrivare, magari giocando con umiltà e sacrificio possiamo toglierci qualche soddisfazione. ma col Valledoria è arrivata la dimostrazione che nel confronto contro una pari livello abbiamo fatto più fatica che contro Tortolì e Castiadas. Questa gara ci deve servire da lezione, la nostra salvezza dobbiamo zapparcela». L'ex Olbia (nella foto si congratula con Mario Orecchioni classe 1997) ha mostrato carisma sin dal primo giorno della sua avventura all'Ilva e lancia un monito ai giovani in rosa: «Casula e Barca (classe 2000 e 1999, ndr) sono entrati a partita in corso e hanno avuto gli atteggiamenti giusti, altri tipi di atteggiamento non mi piacciono. Ci vuole spirito di sacrificio, a 41 anni se corro più di un ventenne non è merito mio ma un demerito del ragazzo, a quell'età ci si deve sacrificare di più anche fuori dal campo perché poi parla sempre il rettangolo di gioco». E ricorda: «Chi arriva in serie A e B principalmente ci riesce perché fa grandi sacrifici e non solo per le doti tecniche, chi capisce questo quando è troppo tardi non crescerà mai. Io porto l'esempio di Demiro Pozzebon, che venne in Eccellenza all'Olbia a 24 anni, ora gioca in serie C con il Messina e ha fatto la B ad Avellino». Siazzu parla da leader e La Maddalena lo ha eletto a condottiero anche per la voglia che ha dimostrato in estate di restare all'Ilva nel momento di caos societario quando l'ex presidente Petrucci è rimasto coinvolto in vicende extracalcistiche. «Io mi sono innamorato di questa maglia sin dal primo momento - dice a chiusura dell'intervista - e cerco di dimostrarlo in campo dando tutto me stesso, perché le parole non contano. Siamo ripartiti in ritardo ed è un rammarico, pianificando prima forse non avremmo vinto il campionato ma sarebbe stato meglio, ci siamo aggiustati in corsa e spero che la squadra abbia capito come si raggiungono certi obiettivi, si farà una fatica enorme a salvarci se pensiamo che le altre squadre siano più scarse di noi»