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La Nuorese in serie D, un capolavoro di Artedino e Mereu con un gruppo di qualità
La stagione trionfale dei verdazzurri

La Nuorese in serie D, un capolavoro di Artedino e Mereu con un gruppo di qualità

Le vittorie non nascono mai per caso, dietro ogni successo c'è la programmazione di chi si pone un obiettivo sportivo e la professionalità di chi, per il raggiungimento di quell'obiettivo, è stato chiamato a realizzarlo. La Nuorese ha vinto il campionato di Eccellenza con due giornate di anticipo perché la programmazione fatta dal presidente Michele Artedino è stata la migliore delle concorrenti e, soprattutto, perché l'allenatore chiamato a centrare l'obiettivo, Bernardo Mereu, è stato più bravo degli altri colleghi ad ottenere il risultato finale utilizzando al meglio il parco giocatori che gli era stato messo a disposizione. In molti casi, quando un presidente sceglie il meglio che offre la piazza, tra tecnico e giocatori, è quasi scontato che arrivi al successo ma quando la concorrenza è di pari livello o superiore allora i meriti aumentano a dismisura. 

 

Partiamo col dire subito che la Nuorese è stata la candidata numero uno alla vittoria finale non perché fosse da considerarsi, ai nastri di partenza, la più forte in assoluto ma soprattutto perché è stata la prima a fare i movimenti di mercato di un certo livello. Infatti, il Porto Corallo di Franco Massessi, che durante la Coppa Italia accettava le dimissioni di Marco Cossu e in attesa di chiudere con Virgilio Perra, si lanciava in acquisti di grande spessore: Manis, Vignati, Del Nero, Volpe, Avanzini, Atzori e Arcamone, tutti giocatori di una o due categorie superiori, poi nella settimana dell'esordio in campionato - quella del sì al tecnico di Elmas - sono arrivati anche gli ex Casale (Seconda Divisione) Capelli e Taraschi (poi anche Giunta, e successivamente Gigli e Di Prisco). Michele Artedino, reduce dalla vittoria nel campionato di Promozione, ha capito che per primeggiare nel massimo campionato regionale non poteva solamente ritoccare la squadra che aveva terminato la stagione imbattuta ma avrebbe dovuto rifondarla. Perciò ha chiamato subito una certezza in panchina, Bernardo Mereu, che a ragion veduta (risultati in carriera) fa parte della ristretta cerchia dei migliori tecnici della Sardegna. Il mister originario di Triei ha poi costruito la squadra nel rispetto del budget imposto dal presidente e titolare dell'azienda Eurostock, che non era limitato ma neanche smisurato (vedi alcuni no di certi giocatori in estate), una squadra equilibrata e formata da diversi giocatori avuti nel recente passato dallo stesso Mereu come il blocco ex Sant'Elia formato da Bruno FrongiaChristian SannaTommaso Puddu e Antonio Usai, più un portiere vincente dal rendimento sicuro come Simone Deliperi (arrivato dopo il no di Maurizio Floris), un difensore roccioso come Peter Nnamani e un regista "non sardo" e unico nel suo genere come Alessandro Alessandrì. Bravi i giovani perché, oltre a Usai ('93) e Puddu ('94), sono stati presi Federico Bonu ('94, ex Porto Torres) e Michele Fadda ('95), proveniente dalla Sacilese, club del Friuli, la terra scelta dai genitori che si erano trasferiti per lavoro nel 2000. La lista dei riconfermati era esigua, con il capitano Fabio Cocco, il centrocampista Stanislao Lepore e la punta Pierpaolo Falchi a reggere l'intera stagione mentre Marcello Pitta e Luca Di Angelo a lasciare i verdazzurri a dicembre, i giovani Giovanni Satta ('95), Federico Biscu ('94) ed Elia Nieddu a raccogliere qualche scampolo di gara (Satta all'inizio) e qualche gioia (il gol di Biscu a Castiadas). In un girone d'andata condotto al comando e pure imbattuti la bravura di Mereu è stata quella di saper far vincere la squadra gestendo i tanti rebus di un attacco che ha trovato il suo equilibrio solo dopo dicembre: all'inizio si è deciso di puntare su Luca Balzano, bomber campano che si presentava con più di 100 gol segnati negli ultimi 4 campionati, mai integratosi col gruppo (da ricordare solo una doppietta in Coppa Italia a Gavoi) e andato via dopo sole 4 giornate. Allora si è ripiegati sul fratello maggiore degli AlessandrìEmanuele, classe 1975 ed ex Arzachena (nel 2003/04) che piano piano è diventato il perno del raparto avanzato, col quale si alternavano Falchi e Sanna, fino ad essere il capocannoniere della squadra con 12 gol. Nel frattempo si allenavano l'argentino Gonzalo Rodriguez e il brasiliano Eduardo Lino Wilson, il primo ha ottenuto il transfert a fine ottobre, all'8ª giornata (in casa col Samassi esordio-gol), il secondo a metà novembre, alla 10ª giornata (primi minuti in casa col Sanluri), la loro avventura è durata poco più di un mese perché alla riapertura delle liste il presidente Artedino ha capito che per chiudere la porta alla concorrenza del Porto Corallo e Fertilia, ancora da incontrare negli scontri diretti pre-natalizi, ha investito su un attaccante esperto e tecnico come Cristian Sias, liberatosi da Porto Torres e in cerca di una piazza dove trovare riscatto, e su un giovane esterno offensivo, poi rivelatosi un treno sulla fascia destra, come Gabriele Bazzoni ('95, ex Porto Torres e Latte Dolce). 

 

Rimanendo al mese di dicembre non si può non ricordare come tecnico e squadra - ma anche società - abbiano fatto fronte comune di fronte ad un principio di contestazione da parte dei tifosi che non condividevano l'addio di due protagonisti della promozione come Pitta e Di Angelo e sul poco utilizzo dei giocatori di Nuoro (specie i giovani). Poi le vittorie arrivavano sì ma erano quasi sempre di misura (eccezion fatta per il 4-1 al Samassi e l'1-3 a Muravera) e i palati fini non si convincevano ancora che la squadra potesse reggere gli attacchi delle immediate inseguitrici Fertilia, Porto Corallo e poi anche Taloro. Ma, guardando tra le righe di ogni vittoria, spesso giunte in rimonta e nell'ultimo quarto d'ora di gara, c'era un gruppo di giocatori che non mollava mai e veniva a capo di sfide intricatissime sempre con orgoglio e personalità, quella datale dal suo allenatore. Aver battuto in casa il Fertilia, grazie a Sias ed Emanuele Alessandrì (la nuova coppia-gol) ed essere usciti indenni dalla tana del Porto Corallo, con un grande prova di sacrificio e con l'eroe Passaseo, portiere cartellinato in fretta e furia per i malanni fisici di Deliperi e capace di neutralizzare il rigore ad Arcamone, ha permesso ai verdazzurri di chiudere in testa l'andata da imbattuti, con 3 punti di vantaggio sui giuliani e 4 sui sarrabesi, e dato la consapevolezza che nel ritorno si poteva mantenere la posizione.

 

Ma l'altro grande scoglio da superare era dietro l'angolo per la Nuorese che ad inizio gennaio rallentava col Serramanna, poi annunciava l'altro grande acquisto per l'attacco, l'ex Cagliari Mattia Gallon, e batteva un Taloro minaccioso (era a -7 nel derby al Frogheri). Ma, nella finale di Coppa Italia giocata bene ma con diverse assenze, i barbaricini si sono visti sfilare il trofeo dal Porto Corallo e poi piombare i sarrabesi a -3 dopo il primo ko in campionato a Valledoria. Lì, una squadra senza anima, con un allenatore poco freddo e una società istintiva, avrebbe potuto perdersi definitivamente. Invece ha risposto con tre vittorie (nette contro La Palma e Muravera e in affanno ad Alghero), è ricaduta a Samassi (secondo ko), ma ha riaccelerato vincendo sempre eccezion fatta per la sfida di Sanluri chiusa in pareggio. Gli avversari si sono invece persi in altre trappole, il Porto Corallo pareggiando con Samassi e San Teodoro e perdendo a Sanluri, il Fertilia pareggiando con Valledoria e La Palma e perdendo a Muravera. Il colpo di grazia le inseguitrici se lo sono date impattando nello scontro diretto, lì hanno offerto la possibilità alla Nuorese di chiudere i conti e il match-ball col Castiadas di sabato scorso non è stato sprecato.

 

Parlando dei singoli, l'altro merito di Bernardo Mereu è stato avere uno staff di primo livello: il preparatore atletico Marco Caligaris e quello dei portieri Pier Paolo Pisanu. Poi Michele Artedino si è avvalso di altre professionalità come il team manager Pietro Rudellat e i responsabili della prima squadra Bebo Catte e Salvatore Picconi. I giocatori sono stati importanti tutti, ognuno può considerarsi decisivo perché il tecnico ha fatto sentire tutti protagonisti. Basti pensare a Falchi, tutta la stagione ad inseguire un gol e poi ne ha segnati tre decisivi, nel pari a Sanluri, nella vittoria col San Teodoro e quello della promozione col Castiadas. Ma anche Di Laura, giunto a gennaio dopo aver ricevuto il benservito dal Samassi, ci ha messo lo zampino con la rete al Sanluri. Fadda è stata una rivelazione, esterno prima alto e poi basso, e anche trequartista, nel finale ha ceduto un po' il testimone del '95 in campo a Bazzoni. Ottima la gestione dei tre centrali Usai, quarto marcatore della squadra con 5 gol, Nnamani, forza fisica e sostanza, e Frongia, che si è potuto disimpegnare da terzino e regalare tanti cross che nemmeno in serie A si vedono. Deliperi è sempre stato all'altezza, una garanzia in porta, Bonu (3 gol) ormai gioca da veterano ed è stato tra i migliori terzini del torneo, Alessandro Alessandrì è diventato il Pirlo della Nuorese, Lepore non ha mai sbagliato gara quando è stato chiamato in causa subendo la regola dei fuoriquota e il rendimento di un Puddu efficace anche in zona gol (4 reti). Cocco ha onorato la fascia di capitano e raggiunto il suo sogno di portare in serie D la squadra della sua città, 6 gol hanno avuto il loro peso. In attacco Sias ha innalzato il livello tecnico e di pericolosità sottoporta (8 gol), Sanna ha sempre ripagato la fiducia del mister, Emanuele Alessandrì ha fatto il lavoro sporco (quante sportellate coi difensori avversari) e quello nobile (12 gol) mentre da Gallon ci si aspettava di più ma è stato frenato da un problema muscolare che gli fece abbandonare la parte conclusiva della finale di Coppa Italia. Il grande merito di questi giocatori non è stato solo quello di aver riportato in serie D la Nuorese quanto quello di aver riportato 2mila tifosi al Quadrivio. Quanti di loro faranno parte del gruppo che affronterà la quarta serie non si sa ma avranno il loro posto nella storia del club verdazzurro, come il tecnico Bernardo Mereu che ha vinto 23 anni dopo la prima esperienza col club barbaricino, come il presidente Michele Artedino che ha raccolto una società a rischio iscrizione e in due anni ha scalato due categorie perdendo solo due partite. 

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2013/2014
Tags:
Sardegna
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