«Ferraro, Damiano e Nepitella ottimi rinforzi»
La Palma guastatore, Antinori: «Speriamo di inserirci tra Samassi, Porto Corallo e Lanusei»
Ripartire di slancio. Questo è l’obiettivo del La Palma Monte Urpinu, reduce da un buon sesto posto nello scorso torneo di Promozione, e pronto ai nastri di partenza della nuova stagione con un’importante struttura societaria alle spalle e tante idee per riportare la prestigiosa società cagliaritana al top del calcio regionale. Bebo Antinori, allenatore e simbolo della società bianco blu, racconta a 360° l’universo che conosce da quasi 30 anni.
Mister, ripartite da un ottimo sesto posto, con quali ambizioni?
«L’obiettivo è ovviamente quello di migliorare la posizione della scorsa stagione. Ci sono almeno tre squadre che secondo me si contenderanno il titolo, e sono Samassi, Porto Corallo e Lanusei. Noi speriamo di rimanere agganciati al treno delle prime per poi tentare di inserirci nella lotta per l’accesso ai playoff. Con noi ci saranno altre formazioni attrezzate come l’Asseminese, il Barisardo, oltre alle classiche sorprese della stagione, ma il nostro obiettivo e arrivare ai playoff. Lo faremo ripartendo dai nostri punti di forza, come la difesa, e cercando di migliorarci in quei reparti, come l’attacco, dove abbiamo avuto qualche difficoltà»
In quest’ottica sarà importante l’acquisto di Alessio Ferraro, attaccante del Sant'Elena?
«Spero sia fondamentale. Ferraro è un giocatore dalle grandi qualità, si integra perfettamente col nostro modulo a tre punte, e potrà darci quei gol in più che lo scorso campionato ci sono mancati. Nonostante fosse il nostro reparto migliore, abbiamo però puntellato anche la difesa con Jacopo Damiano (1984, ndr) del Villacidro e Alessandro Nepitella, ex Quartu 2000, un giovanissimo (classe ’93, ndr) ma molto promettente terzino che abbiamo strappato alla concorrenza di diverse squadre. Tutti ragazzi che vanno a puntellare un organico già di buon livello. Sono molto contento della rosa a disposizione»
Una campagna acquisti di alto livello, sicuramente con un grande sforzo della società
«Il presidente Sandro Murtas ha fatto un ottimo lavoro, in primis a livello societario. È riuscito a coinvolgere col suo entusiasmo ben 50 nuovi soci, che hanno permesso di elevare il livello della squadra e di programmare il futuro della società. Oltre a questo si continuerà a puntare come negli ultimi anni sul settore giovanile, che penso possa essere il valore aggiunto per una società come la nostra. I 250 giovanissimi della scuola calcio registrati nella scorsa stagione rappresentano per noi un vanto»
In quest’ottica di sviluppo societario, qual è la situazione del campo Cras?
«In società ci sarebbe la volontà di realizzare il campo in sintetico, con tutti i vantaggi che potrebbero nascere da una struttura del genere. Il problema è che per un investimento così (circa 300 mila euro, ndr) ci vorrebbe la garanzia di avere una concessione del campo di medio-lunga durata, mentre per ora è soltanto annuale. Con la nuova giunta la speranza è che si possa arrivare a un accordo in questo senso. I vantaggi sarebbero ingenti, a livello di visibilità, di prestigio societario e di qualità del gioco, se contiamo che ormai a livello di Promozione sono davvero poche le società che giocano su un campo in terra battuta»
Una curiosità: come mai il ritorno alla vecchia denominazione di La Palma - Monte Urpinu?
«Si è tornati al passato, dopo la decisione di qualche anno fa di lasciare solo La Palma come nome. Il motivo è che comunque l’assetto societario è composto da dirigenti provenienti da entrambe le realtà, quindi si è deciso per un ritorno alle origini. Personalmente posso solo essere contento, dato che da giocatore iniziai proprio nel Monte Urpinu per poi passare proprio alla Palma: sono legato da sempre a entrambe le denominazioni»
Insomma, il progetto del La Palma sembra avere larghi orizzonti, magari nella speranza di tornare ad essere la seconda squadra di Cagliari, dopo il sorpasso del Progetto Sant’Elia
«Sarebbe un sogno. Io ho vissuto il periodo d’oro del La Palma da giocatore, e ripercorrere quel fantastico percorso da allenatore sarebbe fantastico. Ma ci vorrà tempo e sacrifici. Un passo alla volta»