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Alberto Antinori, Roberto Demuro, La Palma M.U.
«Ringrazio la società, ho messo organizzazione, lavoro e serietà»

La Palma, l'addio di Antinori dopo 9 anni: «Una mazzata la retrocessione, meglio ci sia un tecnico che abbia il giusto entusiasmo, per me è ora di nuove esperienze»

Quando si è scritto del La Palma si è sempre letto Bebo Antinori. Dalla prossima stagione non sarà più così perché il club del presidente Sandro Murtas e il quasi 46enne tecnico cagliaritano si separano al termine di un campionato di Eccellenza travagliato e chiuso con il pareggio per 1-1 ad Orroli che ha portato ad una dolorosa retrocessione in Promozione. Dopo 9 anni alla guida dei biancocelesti e altri 26 a vestire la gloriosa maglia dei cagliaritani tra settore giovanile e prima squadra, Antinori lascia la sua casa, la sua famiglia, la sua vita calcistica. «Questo è un momento veramente difficile per me perché ho preso una decisione importantissima per la mia vita di allenatore - dice l'ormai ex tecnico dei biancocelesti - Ma era il momento di provare a fare nuove esperienze. Credo sia giunto il momento di lasciare spazio a qualcuno che abbia il giusto entusiasmo e le giuste energie che una grande società come il La Palma merita. La retrocessione è stata una mazzata terribile ma credo che, probabilmente, anche con la salvezza la mia decisione sarebbe stata questa».

 

Una decisione maturata nelle settimane successive alla gara dei playout e ufficializzata nei giorni. «La società, nel programmare la prossima stagione, mi ha chiesto la disponibilità a prendere la squadra che ripartirà dalla Promozione con l'obiettivo di fare un campionato di transizione puntando più che altro sui giovani con l'innesto di 3 o 4 giocatori esperti che li possano guidare. Io, dopo averli ringraziati per l'ennesimo attestato di fiducia nei miei confronti, ho risposto che in questo momento non me la sentivo di dare la disponibilità per seguire la squadra in questo progetto. Ho lottato per 9 stagioni raggiungendo credo dei buoni risultati e dalla società ho avuto tantissimo ma credo anche di aver fatto qualcosa di buono soprattutto in termini di organizzazione, lavoro e serietà».

I ringraziamenti ad una società che l'ha visto essere un elegante e tecnico centrocampista e poi un serio e preparato allenatore. «In questa società ci sono da sempre, prima come giocatore e poi come allenatore. Ringrazio col cuore tutti i dirigenti che mi sono stati vicini senza mai mettermi in discussione lasciandomi lavorare serenamente e contribuendo in maniera determinante ai successi che abbiamo ottenuto in questi anni. Se ho dimostrato di valere qualcosa come allenatore è perché alle spalle avevo una grande società, una vera famiglia. Vorrei anche ringraziare tutti i componenti dello staff tecnico che ho avuto in questi anni, mi hanno supportato e consigliato senza mai farmi sentire solo, sempre al mio fianco. E vorrei ringraziare tutti i giocatori che ho avuto la fortuna di allenare, uomini che mi hanno regalato emozioni fortissime. Grazie a tutti per questi anni meravigliosi».

Le partite alla guida del La Palma da ricordare con più piacere sono tre. «La prima gara che mi viene in mente è quella contro la Ferrini, penultima giornata del campionato 2008-09, che ha sancito la vittoria del campionato di Prima categoria. Non potrò mai dimenticare la vittoria a Valledoria nel triangolare playoff di Promozione del 2012-13, poi pareggiammo con l'Alghero (leggi l'articolo) e arrivammo secondi per differenza reti ma fummo ripescati in Eccellenza. La terza gara che custodisco con piacere nei ricordi è quella contro il Monte Alma in un playout salvezza di Promozione del 2009-10, perdevamo 2-0 al primo tempo e rimontammo le due reti nella ripresa, il 2-2 al novantesimo, poi vincemmo ai rigori (leggi l'articolo)».

Ecco i giocatori simbolo delle squadre di Antinori in questi 9 anni. «Nel mio primo La Palma, prima dell'approdo in Eccellenza, avevo un gruppo capitanato da Roberto Demuro, un fratello (nella foto a destra), e che comprendeva giocatori che hanno fatto la mia storia come Davide Farci, un attaccante sottovalutato che avrebbe potuto fare ben altra carriera, poi Andrea Berlucchi, Luca Damiano, Alessandro Arrus, Manuel Littera, e non vorrei dimenticare qualcun'altro. Negli ultimi anni in Eccellenza ho avuto la fortuna di allenare giocatori straordinari come Mattia Bodano e Stefano Sarritzu, in questa stagione poi ho conosciuto Pierluigi Porcu, un grande uomo e un grande giocatore».  

Il futuro è tutto da scrivere ma sempre in panchina. «Per quanto mi riguarda, amo molto fare l'allenatore e ritengo sia giusto provare a crescere con nuove esperienze se chiaramente ci fossero i presupposti e le possibilità. Faccio un lavoro (è laureato in Ingegneria, ndr) che mi impegna e non mi permetterebbe di valutare proposte oltre una certa distanza da Cagliari, vedremo che accadrà in futuro, per ora seguo mio figlio negli ultimi tornei stagionali».

In questo articolo
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2016/2017
Tags:
Playout