Il bomber a quota 5: «Facile con Tedde e Puddu»
L'Atl Uri è già in vetta e Borrotzu non ha perso il vizio del gol: «Non siamo i più forti ma staremo lassù, l'età non la senti se giochi tranquillo»
Nel 2006/07 giocò l'ultima volta in Eccellenza, vinse il campionato col Tavolara e fu il capocannoniere. Otto anni dopo Antonio Borrotzu comanda la classifica del massimo torneo regionale con l'Atletico Uri (insieme con il La Palma Monteurpinu) e quella dei marcatori con 5 reti in tre partite. A quasi 37 anni il bomber di Orani non ha perso il vizio del gol: «Io ci provo sempre. Quando stai bene di testa, a prescindere dall'età, puoi fare solo bene. Poi se giochi con Tedde, Puddu e Piredda, che ti danno una grande mano per segnare, tutto diventa più facile». Difficile fare confronti dopo aver giocato 6 campionato in serie D e fatto la doppia scalata coi giallorossi sassaresi dalla Prima categoria: «Rispetto al campionato che feci col Tavolara, il livello è sceso anche perché allora c'erano due soli fuoriquota, però resta un campionato importante e impegnativo. Io sto facendo un po' più di fatica, perché ho finito lo scorso campionato con un infortunio (fascite plantare, ndr) che mi ha tenuto tre mesi fermo ma ora mi sto riprendendo».
Dopo aver trionfato in Prima e Promozione siete primi anche in Eccellenza, evidentemente stare in testa alla classifica ce l'avete nel dna
«Sì è vero, stiamo confermando le cose buone fatte negli ultimi due anni. A parte la vittoria facile di domenica contro un Porto Corallo molto giovane, in precedenza abbiamo incontrato due squadre di ottimo livello come Valledoria e Tergu. La nostra squadra può starci bene in vetta e l'appetito vien mangiando»
L'8-3 col Porto Corallo è stato senza storia, come giudichi invece il pareggio col Valledoria e la vittoria a Tergu?
«Il Valledoria ci ha messo in difficoltà giocando a viso aperto, noi forse abbiamo avuto qualche occasione in più ma la squadra di Ventricini mi è piaciuta ed è organizzata. Il Tergu ha spinto per recupare lo svantaggio ma, dopo il loro pareggio, il nostro compito poteva essere agevolato se ci fosse stata l'espulsione del portiere Secchi per un fallo di mano fuori area su Puddu. Ritengo la vittoria sia più che meritata, quella gara conferma che gli episodi sono determinanti, se loro fossero rimasti in dieci sarebbe stata un'altra gara»
Il pre-campionato fatto di sconfitte e l'esordio in Coppa Italia con lo 0-3 contro il Latte Dolce aveva fatto preoccupare, ora però va molto meglio
«Questo è normale perché giocatori come me, Puddu, Piredda, Sini, Silvetti, strutturati fisicamente, ci impieghiamo più tempo ad entrare in forma, per di più abbiamo disputato amichevoli contro squadre più avanti e forti di noi come Torres e Nuorese mentre in Coppa Italia il Latte Dolce ha sfruttato il vantaggio di una settimana in più di preparazione e della freschezza della rosa. Abbiamo sofferto e ora ci stiamo riprendendo ma non siamo ancora al 100% perché io sto combattendo con il dolore al piede, Puddu ha problemi muscolari e Piredda ha saltato la preparazione»
Capocannoniere con 5 gol, si potrebbe dire che la tripletta al Porto Corallo era quasi scontata?
«Segnare non è mai facile in nessuna categoria e contro nessun avversario. Domenica, alla fine del primo tempo, eravamo già 7-2, dopo 10' della ripresa ho chiesto la sostituzione perché non mi piace approfittarne nei confronti di giocatori giovani e inesperti. A me piace segnare, gioco in un ambiente tranquillo e, alla fine, l'età non la senti, sono contento perché siamo una bella squadra anche in Eccellenza»
Un campionato senza padroni anche se l'Atletico Uri può fare la voce grossa?
«Noi non abbiamo nessun obbligo di vittoria ma non abbiamo paura di reggere la pressione. Non ci nascondiamo perché la squadra è forte, non dico che vinciamo ma di certo staremo tra le prime posizioni, per farlo però bisogna giocare tutte le gare al massimo. Il Calangianus non è fra le più accredite ma è un'ottima squadra, così come lo sono San Teodoro, Latte Dolce, Tergu e Ghilarza. Per non parlare del La Palma che è prima non per caso visto la formazione che schiera, è una bella squadra per niente inferiore ad altre. Anche la Ferrini non è da sottovalutare, così come le altre neo-promosse Monastir e Tonara, che conosciamo bene dalla scorsa stagione. In questo momento è premuaturo dire che una è più forte di un'altra, ci sono quelle 7-8 squadre che hanno in rosa giocatori importanti, vedo che regna l'equilibrio, nessuna andrà in fuga e il campionato si deciderà all'ultima giornata, come lo scorso anno. Vincerà chi darà continuità nei risultati e sarà accompagnato da una buona dose di fortuna»
Domenica col Latte Dolce un bell'esame per entrambe, in Coppa Italia una vittoria a testa ma rispetto ad un mese fa siete cambiati
«Saremo diversi tutt'e due rispetto alle squadre viste in Coppa Italia, prevedo infatti una gara simile a quella col Tergu, con ritmi alti e risultato apertissimo. I loro giovani conoscono meglio la categoria rispetto ai nostri e questo vuol dire tanto, come senior ne abbiamo entambe di veramente forti. Del Latte Dolce visto in Coppa mi è piaciuto per come era messa bene in campo e dava ritmi allucinanti, nella prima gara siamo stati ingenui concedendo molti spazi dietro, loro sono veloci e ci hanno creato difficoltà, al ritorno avevamo preso le contromisure, siamo riusciti a vincere ma non con un punteggio sufficiente per qualificarci»
Oltre a Borrotzu, domenica si sono distinti due bomber che conosci bene: Fanni col Monastir e Stocchino col Ghilarza
«Silvio è fortissimo, è stato mio compagno al Sanluri in serie D. Ha fatto una scelta di vita privilegiando il lavoro altrimenti in questi anni avrebbe giocato come minimo in serie D. È un ottimo ragazzo e un grande amico, non mi stupisce che abbia trascinato il Monastir in Eccellenza e che ora si stia confermando sottoporta. Simone ha trovato l'ambiente ideale a Ghilarza, se ha gli stimoli giusti può fare la differenza come l'ha fatta l'anno scorso, senza i suoi 24 gol i giallorossi non si sarebbero salvati. Abbiamo giocato diversi anni insieme con Alghero e Tavolara, gli ho visto fare dei colpi particolari che pochi giocatori saprebbero ripetere, ha bisogno di essere tenuto in debita considerazione altrimenti è il primo a mollare e questo gliel'ho sempre rimproverato. Chi l'ha messo in discussione in questi anni, però, capisce poco di calcio, a 34 anni è normale che non correrà come prima ma quando gli arriva il pallone tra i piedi sa bene quello che deve fare»