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L'Atletico Uri si riprende la vetta, Muroni: «Contento del primato ma alla squadra chiedo solo di proseguire in questa striscia positiva»
E svela: «Mi ritirerò al mio 14° campionato vinto»

L'Atletico Uri si riprende la vetta, Muroni: «Contento del primato ma alla squadra chiedo solo di proseguire in questa striscia positiva»

Giovanni Muroni è prima di tutto un uomo di grande cultura oltre che un allenatore vincente capace di attraversare diverse generazioni di talenti e stare sulla cresta dell'onda benché abbia superato da qualche annetto la quota dei Settanta. E per commentare il ritorno in vetta del suo Atletico Uri, vittorioso di misura a Selargius, scomoda nientemeno che Socrate e la sua massima del "Conosci te stesso" per esortare la squadra a stare al proprio posto senza cadere in eccessi. «Circa duemila e cinquecento anni fa - ricorda e ammonisce il tecnico dei giallorossi - c'è stato chi disse questa frase: "Conosci chi sei e non presumere di essere di più". Sono contento per la vittoria e che essa ci abbia permesso di agguantare la vetta ma ora, onestamente, io non pretendo nessun altra cosa se non quella della continuazione di questi momenti positivi che la squadra sta producendo».

 

Giovanni Muroni ha vinto in carriera 13 campionatiL'1-0 di Selargius firmato dal rigore di Borrotzu al 38' è giunto al termine di una gara ben giocata dalla matricola sassarese specie nel primo tempo e condotta con più sofferenza nella ripresa anche per la prevedibile reazione dei padroni di casa animati dalla voglia di aggiungere punti alla loro esigua classifica. Il doppio volto dell'Uri è così spiegato dal suo tecnico: «Non voglio accampare scusanti, a centrocampo mancavano giocatori importanti come Piras e Delogu, i soloni del calcio direbbero che chi li ha sostituiti ha fatto il proprio dovere ma quando la differenza c'è bisogna riconoscerla. Nel campo in erba naturale, peraltro pesante, i miei ragazzi hanno retto bene per tutto il primo tempo segnando il gol del vantaggio e gestendo la partita, nella ripresa c'è stato un calo e la gara poteva anche prendere un'altra piega». Muroni ha aggiustato in corsa la squadra, inserendo in attacco Pinna al posto del difensore De Luca e retrocedendo nella retroguardia Tedde, poi rispostato a centrocampo con l'uscita di Faedda e l'ingresso di Leoni«A fine gara ho ringraziato Tedde - rivela il tecnico - perché ha fatto tutti i ruoli tranne il portiere anche se ne sarebbe capace ma se non chiedo a lui quel sacrificio a chi potrei chiederlo? Matteo lo conosco da quando era bambino e io stavo portando su l'Alghero, può giocare davvero in tutti i ruoli e può farlo una spanna sopra gli altri».

 

Giovanni Muroni ha un'esperienza quarantennale in panchina, ha vinto tanti campionati e svela un aneddoto per far capire il momento in cui avverrà il suo secondo ritiro in carriera. «Quando ero a Castelsardo in serie D (stagione 1993-94, ndr) con i vari Dossena, Cariola, Udassi dissi a mo' di battuta: "Io mi ritirerò dal campo quando vincerò tanti campionati quanti sono i giocatori che la domenica mando in campo". A undici siamo arrivati e Cariola, che ha una memoria prodigiosa, mi ha ricordato in estate di quella battuta fatta ventritré anni fa dicendomi: "Mister, è stato di parola". Gli ho risposto: "Franco, quanti sono i cambi che faccio in gara? Tre, giusto? Allora mi ritirerò quando vincerò il mio 14° campionato». Perché, nel frattempo, alla quota di 11 trionfi ha aggiunto le ultime due vittorie con l'Atletico Uri, portato in due anni dalla Prima categoria all'Eccellenza: «Tutta colpa di Gavino Satta (dirigente dell'Atletico Uri, ndr) e degli altri dirigenti che hanno fatto ferri e fuochi per convincerni a rientrare nel calcio. Mi sto divertendo e questo grazie ai ragazzi, alla società ma, soprattutto, grazie a tutto il pubblico di Uri che ci segue. La domenica abbiamo sempre al campo non meno di 400-500 tifosi».

In questo articolo
Allenatori:
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Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
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