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Latte Dolce, il trionfo di Massimiliano Paba: «Hanno funzionato tutte le componenti, società, squadra e staff. Atletico Uri e San Teodoro grandi avversari battuti con la continuità di risultati»
Il mister: «Primi in tutto anche nella Disciplina»

Latte Dolce, il trionfo di Massimiliano Paba: «Hanno funzionato tutte le componenti, società, squadra e staff. Atletico Uri e San Teodoro grandi avversari battuti con la continuità di risultati»

Non c'è due senza tre. Al terzo tentativo Massimiliano Paba ottiene il salto in serie D e lo fa entrando dalla porta principale, cioè con un campionato vinto con due giornate d'anticipo e con la forza dei numeri a prova di smentita ma, soprattutto, a prova della bontà di un lavoro iniziato la scorsa stagione. L'ex allenatore del Fertilia che due anni fa arrivò sino alla finale nazionale playoff di Eccellenza, al primo anno di Latte Dolce aveva conquistato la finale regionale persa ai tempi supplementari contro il Castiadas. Quest'anno, con una rosa più "povera" di senior ma più ricca di autostima e convinzione ha sbaragliato la concorrenza qualificata di San Teodoro e Atletico Uri macinando risultati su risultati, ben 27 dopo la sconfitta all'esordio in casa del Calangianus. 

Il tecnico Massimiliano Paba con il regista Stefano Mereu«Pochi si ricordano, tra l'altro, che affrontammo la prima gara stagionale senza due pedine importanti come Giacomo Cocco e Stefano Mereu - ricorda il mister Paba - e che la differenza tra noi e San Teodoro e Atletico Uri, degne avversarie e grandissime squadre, non è stata nel numero di vittorie, quasi uguale (21 contro 20 e 19, ndr), ma nella continuità di risultati, ben 27 di fila, e perciò nel numero dei pareggi che potevano sembrare negativi, come quello che facemmo a Tonara, ma che invece quei sei (contro 1 delle rivali, ndr) hanno fatto la differenza». E poi ecco una serie di numeri che confortano il grandissimo risultato ottenuto sul campo: «Siamo andati a segno con 17 giocatori diversi ed è tanta roba, il rigorista contro il Selargius era Robertino Dore perché ancora non ha timbrato e speravamo in un rigore per mandarlo a segno, ora col rientro di Usai sarà difficile che gli lasci la battuta. Abbiamo avuto 11 esordienti assoluti in Eccellenza e sono numeri importanti, al pari di avere il miglior attacco (70 gol fatti), la miglior difesa (15 gol subiti) e la più ampia differenza reti (+55). Ma il dato a cui teniamo molto - continua l'allenatore dei sassaresi - è il fatto di esser primi nella Coppa Disciplina, 50 ammonizioni in 28 partite fa una media di quasi 1,8 cartellini a gara. Un dato che fa piacere a me e che dev'essere un motivo d'orgoglio anche della società per quei valori che cerchiamo di trasmettere in giro per la Sardegna».

 

L'aritmetica promozione è arrivata a Selargius, al termine di una gara non brillantissima ma vinta 1-0 con gol di Scognamillo («Attaccante giovane, classe '98, e serissimo. Ha giocato 28 gare su 28, segnando 8 gol, procurandosi 8 rigori e facendo 8 assist»), una festa fatta sul campo della squadra che due anni fa decretò la retrocessione in serie D del Latte Dolce a Sassari. «La partita col Selargius è lo specchio del nostro campionato - evidenzia Paba - abbiamo saputo soffrire e segnare quel golletto poi bravi a difenderlo con caparbietà. Devo fare i complimenti al Selargius, ci hanno in difficoltà e meritavano il pareggio. La nostra felicità ha fatto da contraltare al loro stato d'animo per la situazione in classifica non buona ma il Latte Dolce non veniva a Selargius per vendicare un qualcosa successa due anni fa; loro fecero la gara come è giusto che fosse e si salvarono, la mia squadra non aveva perciò nessun senso di rivalsa, voleva solo vincere la partita e il campionato per tornare in serie D come un giusto premio per la società e i ragazzi». Un premio che è giunto al termine di due anni di ottimo lavoro che il club del presidente Roberto Fresu e del deus ex machina Alessio Marras aveva chiuso l'epopea con Pierluigi Scotto. «Quando sono stato chiamato dal Latte Dolce - ricorda l'ex allenatore del Fertilia - ho iniziato un percorso, la società non aveva chiesto la serie D l'anno scorso così come quest'anno, tant'è che non abbiamo nemmeno premi per questa vittoria. Si era chiesto di fare un buon campionato, di metter in mostra qualche giovane del settore giovanile. Questo è stato fatto anche lo scorso anno raggiungendo un grande risultato come la finale playoff regionale persa ai supplementari in nove contro undici, ho dei bei ricordi di tutta la scorsa stagione dove abbiamo messo le basi per fare un qualcosa di importante. Il grande risultato ora raggiunto è il frutto di ciò che è stato fatto lo scorso anno, siamo contenti di aver fatto un qualcosa che non era nei programmi».

Massimiliano Paba portato in trionfo dai suoi giocatori e con il portiere Pierpaolo Garau

In uno sport di gruppo come il calcio, in un campionato che dura 8 mesi come quello di Eccellenza, la vittoria ha tanti padri e Massimiliano Paba sa bene con chi condividere i meriti di questa grande stagione: «Quando si ottengono risultati come questi i meriti vanno condivisi con tutti, quando vinci un campionato con questi numeri allora tutte le componenti devono andare in sintonia e di pari passo. La società prima di tutto, che non ti fa mancare niente ed è sempre presente, l'ambiente esterno sempre positivo e il gruppo dei ragazzi fantastici che hanno affrontato ogni gara sempre concentrati e coi piedi per terra, senza nessuna presunzione ma con tanta umiltà. E devo ringraziare tutto lo staff tecnico, dal preparatore atletico Giuseppe Madrau al mio collaboratore Dino Palmas passando per il preparatore dei portieri Sergio Pinna; ma anche lo staff sanitario con il fisioterapista Simone Secchi e il medico Vincenzo Dettori, in questa stagione hanno fatto dei miracoli nel mettere in campo i ragazzi un po' acciaccati, il loro lavoro è stato importantissimo perché non avevamo tante alternative in rosa». Infine, per chi nel calcio ci mette tanta professionalità ma anche molta passione la dedica non poteva che essere fatta a chi di riflesso vive gli effetti dell'essere allenatore anche dentro casa e non solo in campo. «La dedica è sempre la stessa - chiosa Paba - perché gli affetti sono sempre gli stessi di due anni fa quando vinsi i playoff regionali e arrivammo alla finale nazionale, cioè a mia moglie e ai miei figli che condividono i malumori e le notti insonni. La seconda dedica è ai miei tifosi speciali che stanno lassù, a mio padre e ai miei amici Eugenio e Stefano».

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna