Playoff-playout, stagione non finita per 5 squadre
L'Eccellenza in archivio: promossi, bocciati, rimandati e le immancabili sorprese
Il campionato di Eccellenza va già in archivio. La 30esima e ultima giornata ha emesso gli ultimi verdetti, tutti in vacanza eccezion fatta per cinque squadre: Fertilia, Porto Corallo e Taloro, impegnate nei playoff, e Calangianus e Serramanna, impegnate nella sfida di playout. La prossima stagione non vedrà di sicuro nel massimo torneo regionale la Nuorese neopromossa in serie D e Progetto Sant'Elia e Tempio retrocesse in Promozione. Come spesso accade nelle lunghe corse a tappe i veri valori sono emersi e, alla fine, non c'è stato un granché spazio per le sorprese o clamorose ingiustizie che avrebbero potuto cambiare l'esito della classifica finale.
LA VINCITRICE. La Nuorese ha meritato il successo anche se, per tutta la stagione, Porto Corallo e Fertilia hanno cercato di mettere il muso davanti alla squadra barbaricina. Il ritorno in serie D dopo 9 anni è il frutto della programmazione precisa del presidente Michele Artedino, autore di due promozioni di fila, e della scelta degli uomini giusti affinché ciò che era stato studiato a tavolino si traducesse in risultati concreti nonostante un'agguerrita concorrenza. Il tecnico Bernardo Mereu è l'artefice principe del successo, perché ha saputo gestire un gruppo dato per favorito e che ha reso il più forte benché sulla carta, stampa e avversari, ponessero Cocco e compagni un gradino sotto al Porto Corallo. Con l'organizzazione di gioco e una compattezza di squadra invidiabile è riuscito a non far logorare i propri ragazzi capaci di reggere il ruolo di lepre per 30 giornate, sfiancando la resistenza dei sarrabesi ma, alla fine, anche quella del Fertilia che ha provato a giocarsi le proprie chance al vertice. Bravi i verdazzurri a mascherare alcune lacune, perché se difesa (Bonu, Usai, Nnamani e Frongia) e centrocampo (Alessandro Alessandrì, Puddu, Cocco e Fadda) hanno trovato subito gli automatismi, l'attacco ha spesso cambiato protagonisti da Balzano, Rodriguez, Wilson fino ad arrivare, a dicembre, alla coppia fissa Sias-Emanuele Alessandrì con Falchi primo cambio. Un equilibrio che non ha permesso nemmeno all'ultimo arrivato, l'ex Olbia e Cagliari Gallon, di poter dare quel contributo di reti che si pensava potesse dare. Alla fine i numeri dicono che la Nuorese ha fatto come l'Olbia lo scorso anno: 69 punti, 21 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte, tutte fuori casa (Valledoria, Samassi e, l'ultima ad Alghero col Fertilia con la promozione certa). Secondo miglior attacco (53 gol), miglior difesa (17 reti subite da Deliperi come il collega Manis del Porto Corallo), miglior rendimento in casa (41 punti, 13 vinte e 2 pareggiate con Sanluri e Serramanna) e in trasferta (28 punti come il Porto Corallo), primo in classifica sia all'andata (37 punti) che al ritorno (32). Capocannoniere della squadra Emanuele Alessandrì con 12 gol, ma la soddisfazione è stata quella di aver mandato in gol ben 17 giocatori, notevole il contributo di gol dato dalla difesa, 12 gol, con Usai (5), Bonu (3) e Nnamani (2) decisivi specie sulle palle inattive.
I PLAYOFF. Il Fertilia vice-capolista è senz'altro una sorpresa anche se, alla fine, il punto in più sul Porto Corallo è lo stesso che c'era alla fine del girone d'andata. È una sorpresa non tanto vederla così in alto, perché due anni fa chiuse dietro Torres e Olbia e l'anno scorso fu quinta dopo aver anche comandato la classifica, ma perché è stata in corsa per vincere il campionato fino alla terzultima giornata. La squadra di Massimiliano Paba ha retto il passo per tutta la stagione, un breve passaggio a vuoto l'ha avuto quando ha perso due gare di fila in trasferta (Muravera e Calangianus) e pagando oltre modo anche il pari a San Teodoro subito al 92' su calcio di rigore. Inutile dire che l'innesto di Michele Chelo abbia fatto fare il salto di qualità in avanti (10 gol in 10 gare) anche se il rendimento-punti all'andata è stato superiore (34 contro i 29 del ritorno) coi giuliani imbattuti fino alla gara di Nuoro (14esima giornata). Fa del gioco la sua arma migliore, fraseggio continuo tra Mereu, Lavecchia, Piga o Luiu ed inserimenti dalle fasce con Tedde e il rientrante Puddu a volte imprendibili. Grande solidità difensiva (quarta miglior difesa) nonostante 3 componenti su 5 siano under: il portiere Murgia ('94) e gli esterni Masala ('94), Fadda ('95) o Dedola ('95). Chiudere al secondo posto è un grande traguardo per il club di Ferroni che salterà il primo turno di playoff e in finale potrà contare sul vantaggio di passare in caso di parità nei 120' di gioco. Il Porto Corallo non ha mantenuto le aspettative che su di lei venivano riposte, perché solo all'inizio è stata in testa (mai da sola) e non ha mai avuto la forza di agganciare la Nuorese, specie a metà gennaio quando ha battuto la rivale nella finale di Coppa Italia e si era portata a -3 dalla capolista sconfitta per la prima volta in campionato a Valledoria. La squadra di Virgilio Perra non ha pagato tanto i doppi impegni (due turni di fase nazionale di Coppa Italia) quanto un problema mai risolto in attacco: Arcamone era la punta di diamante ma è stato frenato dai mille guai muscolari (solo 6 gol); Gigli, arrivato a fine novembre, non è mai stato in grado di fare la differenza. Si spiegano così i pareggi con Taloro, Valledoria, Samassi e San Teodoro, mentre quelli con Fertilia e Nuorese - a fine girone d'andata - sono dipesi dagli errori dal dischetto di Gigli e Arcamone. Il miglior cannoniere diventa così il difensore centrale Del Nero (9 reti), che si fece parare anche il rigore-vittoria a Samassi, e il suo vice è un esterno come Taraschi (8). Miglior difesa con la Nuorese pur utilizzando pochissimo il baluardo Vignati nella seconda parte del torneo. La serie D può essere ancora raggiunta e mantenere fede all'obiettivo di inizio stagione. Il Taloro Gavoi sarà la mina vagante dei playoff raggiunti per la prima volta nei suoi 14 anni di permanenza di fila in Eccellenza agguantando il 4° posto che mai aveva conquistato dal 2001 ad oggi. Un risultato storico che può essere ascritto al tecnico Ivan Cirinà che chiude un bellissimo triennio coi rossoblù sempre protagonisti senza però riuscire a giocare gli spareggi nonostante gli ultimi due quinti posti di fila. Funziona il mix dei giocatori esperti come Zani, Fadda (11 gol), Mele, Cherchi (14 reti), Mattiello, Silvetti e Mura con i più giovani dove spiccano Sanna ('93, 5 gol), Piras ('94 e 6 gol), Frau ('95), Satta ('94), Gusai ('95), Paniziutti ('96) e Sedilesu ('97). Il paese è sempre vicinissimo alle sorti della squadra, c'è grande entusiasmo a Gavoi e i tifosi sono pronti ad invadere Villaputzu a fine aprile inseguendo il sogno della serie D.
LE SORPRESE. Primo posto assoluto al Sanluri che ha fatto un grande campionato con una rosa composta da soli sei "anziani" (Floris, Giandon, Pancotto, Milia, Carboni e Sarritzu) giunti a sette con l'arrivo a dicembre di Marongiu. Partito per raggiungere una tranquilla salvezza, la squadra di Graziano Mannu (per la prima volta al lavoro fuori da Carbonia) si è agganciata sin da subito al quinto posto e al treno playoff che ha perso solo per un rallentamento fisiologico nel finale di stagione. A lungo è stata la miglior difesa del torneo col portiere Floris grande protagonista, un primato sfuggito nella débâcle della gara recuperata col Fertilia e persa 5-0. Una squadra difficile da affrontare per i grandi ritmi che ha sempre imposto e capace di imprese come quella di fermare per due volte la Nuorese (andata e ritorno) e battere il Porto Corallo. Secondo posto al La Palma Monteurpinu, matricola cagliaritana che ha chiuso al nono posto dopo aver passato tutta la stagione in altalena: un grande avvio di stagione (7 punti in 4 gare), poi una lunga frenata (6 sconfitte di fila), un'ottima ripresa (4 vittorie in 5 gare) e un altro breve stop (3 ko consecutivi) prima del rush finale con 15 punti nelle ultime 8 giornate. Grande risultato in base al budget irrisorio di cui dispone il club del presidente Sandro Murtas. La squadra di Bebo Antinori ha sì sfruttato il fattore campo (lo sterrato del Cras) ma ha conquistato anche 15 punti fuori casa meglio di altre 9 squadre. Il gruppo storico Demuro-Berlucchi-Damiano-Littera-Farci ha mantenuto sempre i nervi saldi dimostrando di saper reggere l'Eccellenza, con l'aiuto di Arrus, Alessandro e Michele Medda e un gruppo di giovani di valore come i fratelli Nepitella, Alessandro ('93) e Luca ('95), il fantasista Sarigu ('94, 5 gol) e la punta Pirisi ('95, 4 gol). Pesano gli 11 gol messi a segno da Davide Farci, classe 1979 ma sempre efficace sottoporta anche se, con una miglior mira, avrebbe potuto reggere il confronto anche con Nurchi. Terzo posto al Valledoria, altra matricola della stagione, che ha terminato al sesto posto al pari di squadre costruite per il vertice come San Teodoro e Muravera. La squadra di Giorgio Ventricini è venuta fuori nel girone di ritorno, 26 punti e 4° posto, confermandosi molto forte in casa (solo 2 ko in stagione) quando ha bloccato al Bayslak la vice-capolista Porto Corallo e superata la Nuorese fino a quel momento imbattuta. La coppia-gol Ferreira (17)-Tribuna (10) ha fatto la differenza abbinando tecnica ed esperienza e facendo diventare i rossoblù il miglior attacco del campionato (54 reti), sempre sul pezzo i vari Lepori, Sini, Gareddu, Dettori, Carbini e Pitruzzello, e sono emersi i giovani Poddighe ('94), Obrebski ('94), Fois ('95) e Giorgini ('95).
LE DELUSIONI. Almeno per la prima parte del campionato sono senz'altro Muravera e San Teodoro costruite per il vertice ma mai hanno sostato in zona playoff. Riveduti gli obiettivi a dicembre, sarrabesi e galluresi hanno avuto un buon ritmo ma non tale da tornare in gioco per gli spareggi. Il Muravera ha pagato un pessimo inizio con gare gettate al vento come i ko contro Sant'Elia e Tempio e poi perdendo nel girone d'andata tutti gli scontri diretti con le prime 5 in classifica: Nuorese, Porto Corallo, Fertilia, Taloro e Sanluri. Il potenziale era di prim'ordine, l'attacco è comunque esploso con Sergio Nurchi laureatosi capocannoniere (20 reti), però il ridimensionamento sul mercato (via Corona, Marci, Ciminà e Alessandro Vacca) e poi il grave infortunio al perno del centrocampo Puggioni hanno tolto ogni speranza di risalita. Lulù Oliveira chiude il biennio alla guida dei sarrabesi con la vittoria della Coppa Italia ma senza disputare i playoff che fece invece da calciatore in gialloblù. Il San Teodoro veniva da un'ottimo finale di stagione e Giovanni Pittalis ha potuto iniziare il lavoro con rinforzi di spessore come Siazzu, La Rosa, Ibba e Corsi. Dopo 5 giornate il progetto è andato in fumo, tecnico dimessosi e squadra affidata a Tomaso Tatti che ha rimesso un po' di cose a posto ma senza quella grande accelerata che ci voleva per tornare in zona playoff anche per via dei tanti infortuni. A dicembre Siazzu e Nardo sono andati via e sono arrivati da Olbia Kozeli ('94) e Pintus ('93), col primo (8 reti) spalla ideale per il bomber Ibba (10 gol). Buona la Coppa Italia con un cammino interrotto in semifinale eliminati dalla Nuorese nonostante avesse inflitto ai barbaricini una sconfitta nella gara di ritorno.
LE BOCCIATE. Diverse squadre hanno faticato molto, prime fra tutte le due retrocesse Progetto Sant'Elia e Tempio. I cagliaritani si sono illusi per una buona partenza, con vittorie a sorpresa nelle prime 4 giornate contro Muravera e Samassi e quella facile con la Juniores del Calangianus che per un giorno avevano dato l'ebbrezza della vetta e a Basciu il primo posto tra i cannonieri, poi sei ko di fila per far tornare tutti sulla terra, l'illusoria vittoria col Tempio e poi altri 3 ko e un buon pareggio col Taloro; coi 13 punti a fine andata già si capiva che il ritorno sarebbe stato ancor più difficile. Così è accaduto anche se la squadra guidata da Clarkson è stata sul campionato fino al doppio esonero del tecnico, l'ultimo a 5 giornate dal termine. I galletti hanno confermato quel trend negativo iniziato nella seconda parte dello scorso campionato, tardivo l'arrivo in panchina di Gianni Addis dopo 18 turni al posto del dimissionario Mureddu con gli azzurri che hanno recuperato consistenza e dignità riuscendo a conquistare 5 vittorie (purtroppo inutili) nelle ultime 11 giornate. Per entrambe sarà dura ripartire perché il Sant'Elia è alla seconda retrocessione di fila e il patron Cardia da solo non può reggere le sorti del club, il Tempio perché non trova più un imprenditore alla Ganau che faccia rinverdire i fasti della serie C2 giocata per oltre un decennio.
DA RIVEDERE. Sono in tre e per ragioni diverse: Castiadas, Alghero e Samassi. Il campionato dei sarrabesi va diviso in due parti, partenza ad handicap con tre ko di fila poi un discreta risalita ma alla 14esima giornata era ancora nei playout, i rinforzi di dicembre (Martinez, Zuccolilli, Meloni e Mastromarino) hanno dato la svolta e quei 20 punti in 10 gare hanno riproposto i biancoverdi di Marco Piras a livello playoff. Se questa squadra, più Boi, Congiu e Pilleri non infortunati, fosse nata così dall'inizio il cammino sarebbe stato ben diverso compreso il finale con 3 sconfitte di fila a salvezza già ottenuta. I catalani hanno rischiato davvero grosso, l'arrivo di Lorenzoni aveva illuso la piazza poi continui cambi tecnici, l'addio dell'ex patron della Torres e la rivoluzione di dicembre aveva fatto temere il peggio perché mister Manunta non dava la svolta, poi in panchina si è accomodato Fabio Pala, la squadra ha reagito poggiandosi sui senatori Pinna, Demartis, Congiu e Serra e, seppur a fatica, ha agguantato una salvezza alla penultima giornata grazie ad un calendario che metteva contro Samassi e Calangianus. I mediocampidanesi hanno pagato la rivoluzione estiva con le partenze di Falciani, Lantieri, Pilleri, D'Agostino e poi quella di dicembre con gli addii a Porceddu, Dentoni e Di Laura. Mister Falco non ha ripetuto i successi dello scorso campionato (8° posto), in casa era saltato il fortino biancoceleste e così si è dovuti ricorrere all'esperienza in panchina di Paolo Busanca che ha risollevato la squadra dal penultimo al sestultimo posto. L'apoteosi domenica con la vittoria-thrilling contro il Calangianus e il sorpasso in classifica, la salvezza non deve far dimenticare le enormi difficoltà societarie che ha dovuto limitare la rosa al minimo per mantenere la categoria.
IN SOSPESO. Non hanno terminato ancora la stagione Serramanna e Calangianus perciò i giudizi in parte dipendono dal risultato dello spareggio del 27 aprile in cui una delle due perderà sicuramente la categoria mentre l'altra, la vincente, dovrà sperare che dalla serie D non retrocedano 4 squadre sarde. Stagione inversa per le due sfidanti ai playout perché i mediocampidanesi, pur partendo come matricola assoluta dell'Eccellenza, avevano chiuso il girone d'andata al 7° posto con 20 punti, bel gioco e grande entusiasmo svanito in un ritorno disastroso con soli 6 punti all'attivo e un ultimo posto nella graduatoria parziale facendo peggio anche del Sant'Elia cha ha chiuso il torneo con 8 sconfitte di fila. Il cambio tecnico - via Ruggiero per Mura e poi ritorno di Ruggiero - ha creato confusione, ora Usai e compagni possono rimediare all'ultimo appello ma non sarà facile. I galluresi, invece, sono partiti con gravi problemi societari che portarono la squadra di Franco Scano a giocare due match con la Juniores, poi tornata la quiete dopo la tempesta si è iniziata al risalita, dapprima lenta (penultimo posto al giro di boa con 9 punti) e poi molto più veloce. I 22 punti del girone di ritorno (7° posto parziale) non sono bastati per evitare i playout, da mordersi le mani l'occasione di festeggiare già la salvezza gettata al vento domenica quando a Samassi i giallorossi hanno fallito 5 occasioni da gol e sono stati poi infilati a 12' dal termine. La coda non prevista può abbattere Marini e compagni nel morale ma la loro forza è stata nel rendimento interno - 8 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 10 gare - e al Signora Chiara si giocherà la sfida playout contro il Serramanna potendo contare sul vantaggio di conservare la categoria anche in caso di parità nei 120' di gioco.