Il tecnico: «Scontro playoff? Chi l'avrebbe detto»
L'ex Hervatin prepara la trappola: «Il Valledoria vuole vincere, la Torres “deve” vincere»
In affanno tutt’e due ma alla ricerca entrambe della vittoria-rilancio. Valledoria-Torres è diventato uno scontro playoff tanto per merito degli anglonesi, partiti per salvarsi, quanto per demerito dei sassaresi che invece il campionato lo volevano vincere. Una gara interessante che ha nel tecnico dei doriani Gianluca Hervatin l’anello di congiunzione delle due squadre. L’anno scorso il 37enne di Porto Torres fu chiamato a fine gennaio dal presidente Lorenzoni per prendere in mano una Torres che balbettava a metà classifica dopo le due gestioni Tamponi e Cirinà e chiuse il torneo con una media di poco superiore al punto a partita. Poi le strade di Hervatin e del club rossoblù si divisero. «Si scrisse che non fui confermato – precisa l’attuale allenatore del Valledoria – ma è sbagliato perché mai a fine stagione parlai con la Torres. Semplicemente ognuno ha preso la direzione che desiderava visto che ero stato chiamato per salvare la squadra e il risultato l’ho ottenuto. Conservo sempre un ottimo rapporto con il presidente Lorenzoni e i dirigenti sassaresi»
Mister Hervatin, la classifica dice Torres terza con 42 punti e Valledoria quarta, insieme con il Calangianus, a quota 40
«E chi l’avrebbe mai detto? Senza voler giudicare il rendimento della Torres ma per noi, aver raggiunto la salvezza dopo due terzi di campionato, è un grandissimo risultato che vorrei non si dimenticasse così facilmente»
Ora però siete reduci dall’aver conquistato un solo punto in tre partite mentre la Torres ha perso lo scontro diretto col Progetto Sant’Elia e poi ha pareggiato in casa con l’Olbia
«È una gara delicata non c’è dubbio, probabilmente più per la Torres che per il Valledoria perché noi vogliamo vincere mentre loro “devono” vincere. La pressione ce l’hanno più loro poi è da vedere se la nostra tranquillità ci agevolerà. In ogni caso sarà per noi una gara bellissima e affascinante»
Ma che è successo a Samassi? Un 4-0 così pesante non era preventivabile alla vigilia
«Abbiamo sbagliato totalmente l’approccio alla gara e quando incontri squadre assatanate come il Samassi, che stanno lottando per salvarsi, rischi di uscirne con le ossa rotte. Già in casa contro il l’ultima della classe Sant’Elena abbiamo faticato tanto per strappare un pareggio»
Quanto sta incidendo nella vostra flessione l’aver cambiato obiettivo in corsa? Per caso la squadra ha paura di volare dopo aver stupito tutti?
«Di sicuro dobbiamo ritrovare la mentalità giusta, credere maggiormente in noi stessi e dimostrare che valiamo l’attuale classifica, altrimenti alla 34esima giornata non conterà più nulla aver corso a 200 all’ora per un tratto soltanto del nostro cammino. Ad ogni modo, non è facile però cambiare ora obiettivo perché sta emergendo il difetto di una programmazione che prevedeva la salvezza; la rosa è ristretta per ambire ai playoff e mancando i cambi si accusa di più la fatica»
Tra l’altro i numeri dicono di 8 gol subiti nelle ultime 3 gare da quella che è stata una delle migliori difese del campionato
«C’è un calo di concentrazione generale che non coinvolge solo la difesa ma il lavoro di tutta la squadra. L’inconscio è micidiale perché la gamba è sempre guidata dalla testa, ora in campo sembra che giochiamo in 7 anziché in 11 quando prima invece sembravamo in 20…»
La gara di domenica contro la Torres sarà speciale per due ex come Ferreira e Mura mentre l’uomo che decise l’andata con una doppietta, Alessandro Cadau, non è dato in gran forma
«Per Patrick e Alberto è normale che abbiano uno stimolo in più, sarà mio compito tenerli sereni se per caso dovessero sentire molto la gara. Per Cadau occorre ricordare però che i giocatori non sono dei robot, lui ha giocato ad altissimi livelli fino ad ora, un calo è fisiologico ma la Torres ha anche cambi importanti perché ha obiettivi importanti»
Fabio Salis