Cresce l'attesa per la trasferta di Mamoiada
L'Ichnos 2004 ad un passo dalla salvezza. Mr. Deiana ammette: "Siamo più tranquilli, ma vogliamo toglierci ancora qualche soddisfazione". Intanto, si pensa già al futuro: "Per l'anno prossimo vorremmo allestire una squadra che possa puntare alla vittoria"
A sei giornate dal termine del campionato è già tempo di stilare i primi bilanci.
Nel girone F il Pattada è ormai ad un passo dalla promozione diretta in prima categoria, mentre Folgore Mamoiada, Brunellese e in misura minore il Bultei si giocheranno la seconda piazza, che vale l'accesso ai play-off.
Per quanto riguarda il discorso salvezza, le squadre attualmente coinvolte sono 7, racchiuse in appena 8 punti.
Fra le formazioni che possono affrontare con una buona dose di serenità gli ultimi sei impegni troviamo sicuramente l'Ichnos 2004 guidata dal mr. Giovanni Deiana, con cui abbiamo avuto modo di analizzare il momento di forma dei suoi ragazzi e i piani della società per la prossima stagione.
La compagine nuorese ha infatti 14 punti di distacco sull'Orunese penultima in classifica: un vantaggio importante che evidenzia il buon torneo disputato sino a questo momento.
Mr. Deiana, dopo aver inanellato 4 vittorie consecutive sono arrivati una sconfitta, un successo e due pareggi.
C'è stato, secondo Lei, un calo di rendimento da parte della squadra o gli avversari che avete incontrato sono stati semplicemente più forti di voi?
«Secondo me nelle ultime 4 partite avremmo tranquillamente potuto ottenere altrettante vittorie: c'è stato sicuramente un po' di rilassamento da parte nostra e qualche errore di troppo che si poteva evitare, ma mi sento comunque di dire che le nostre prestazioni, in questo periodo, sono state tutte molto positive»
Dopo il pareggio ottenuto nel match contro il Calagonone, siete saliti a quota 33 punti, a +14 dall'Orunese penultima in classifica.
La certezza matematica della salvezza è praticamente ad un passo: c'è il rischio che i suoi ragazzi abbassino pericolosamente la guardia proprio ora?
«La classifica ovviamente ci permette di essere molto più tranquilli in questo momento rispetto magari a qualche mese fa. Come obbiettivo abbiamo chiaramente quello di migliorarci continuamente, ma essendo un tantino più rilassati qualche errore in più ci può stare; penso sia normale.»
Proviamo ad analizzare brevemente il pareggio dell'ultimo turno ottenuto contro il Calagonone: è soddisfatto su come avete interpretato la gara?
«Sinceramente sono abbastanza contento; il primo tempo è stato un po' scialbo, non siamo sicuramente partiti con la giusta determinazione, mentre nel secondo tempo la partita è stata costantemente in mano nostra e siamo riusciti a creare tantissime occasioni: abbiamo sbagliato un rigore, preso qualche palo e sfiorato il gol in diverse occasioni.
Penso che avremmo potuto vincere la gara di domenica con tranquillità: il Calagonone però è sceso in campo con il chiaro intento di difendersi e di conseguenza è maturato questo risultato; non ho comunque assolutamente nulla da rimproverare ai ragazzi.»
Quale era l'obbiettivo della società ad inizio stagione?
«Il nostro obbiettivo era quello di salvarci nel più breve tempo possibile, magari evitando di soffrire troppo. Probabilmente in classifica ci mancano alcuni punti che avremmo potuto conquistare ma che non sono arrivati vuoi per sfortuna e vuoi per demerito nostro. A parte questo sono comunque contentissimo.
Stiamo, come è giusto che sia, già lavorando per il futuro e quindi in vista del prossimo campionato: sarebbe bello riuscire a creare un gruppo che sia in grado di competere per la vittoria finale.»
Pensa che la sua squadra avrebbe potuto mirare a qualcosa di più della salvezza già da quest'anno?
«Secondo me si: come ti ho detto prima questi ragazzi hanno le potenzialità per fare bene. In molte circostanze la fortuna non è girata assolutamente dalla nostra parte: in questo senso ho qualcosa da recriminare ma non ne faccio un dramma»
Mi è sembrato di capire che siete un gruppo molto affiatato anche fuori dal campo: pensa che questo aspetto abbia potuto incidere positivamente sui vostri risultati?
«Ci sono parecchi ragazzi che si conoscono ormai da tanto tempo e si frequentano anche in privato, fuori dal campo. E' un aspetto positivo secondo me, che contribuisce a rendere il gruppo sempre più forte e coeso.»
Quale pensa sia la più grande qualità, l'arma migliore, dell'Ichnos 2004?
«Una delle nostre armi migliori penso sia la voglia di giocare un buon calcio: siamo una squadra abbastanza tecnica e tentiamo ogni domenica di dare il meglio sotto questo punto di vista.
Dei miei ragazzi apprezzo molto la loro disponibilità: si prestano volentieri ai sacrifici e durante la settimana lavorano con concentrazione e puntualità; i miei allenamenti in questo senso sono abbastanza pesanti ma hanno capito tutti che è l'unico modo per raggiungere certi risultati.»
Nel prossimo turno siete attesi dalla sfida contro la Folgore Mamoiada. Che partita si aspetta da parte dei suoi giocatori?
State impostando la partita in maniera particolare?
«Noi scendiamo sempre in campo per vincere, sia in casa che in trasferta; ovviamente a volte ci va bene e altre volte non otteniamo il risultato desiderato.
Da qui alla fine vogliamo toglierci ancora molte soddisfazioni.
Già all'andata (la partita terminò con un pareggio per 1 a 1 n.d.r) avevamo fatto una grandissima partita e meritavamo i tre punti; in quella circostanza siamo stati molto sfortunati ma nel calcio ci sta anche questo.
La Folgore è lanciata nella lotta per il secondo posto, noi faremo la nostra partita e che vinca il migliore.»
C'è qualcosa che teme in particolare degli avversari?
«Da tradizione, la Folgore è una squadra che affronta gli impegni con tanto agonismo, ottimamente messa in campo da un bravissimo allenatore.
Possono contare sul prezioso contributo e sul talento di tantissime individualità: in avanti, ad esempio, a me piace tantissimo Sedda.
Detto ciò, noi andremo a Mamoiada per farci rispettare.»
Chiudiamo l'intervista con una curiosità: mi dica una cosa che le piace e una cosa che invece non sopporta del calcio dilettantistico.
«Per quanto mi riguarda ho giocato a pallone per una vita: ho avuto anche la possibilità di frequentare la scuola calcio, che all'epoca era uno strumento di formazione importante e molto valido, ma non so a che livello sia attualmente.
Forse prima c'era più passione e abnegazione, probabilmente perchè a parte il calcio avevamo davvero poco.
Ciò che non mi piace sono alcune situazioni in cui, per il troppo agonismo, si rischia la rissa: questi episodi non mi piacciono e non fanno decisamente per me, soprattutto perchè al nostro livello mi sembra esagerato; in questo forse pecchiamo ancora troppo di dilettantismo.
Ciò che invece mi spinge ad andare avanti è il fatto che ho sempre obbiettivi nuovi da raggiungere: questo per me è il secondo anno da allenatore e sono contento di essere riuscito, per il momento, a rispettare in pieno il programma stilato dalla società ad inizio campionato. Come ti dicevo prima vorremmo cercare di allestire, per il futuro, una squadra che possa competere per la vittoria finale del torneo; sono proprio questi stimoli che mi spingono a proseguire, senza i quali non riuscirei davvero ad andare oltre.»