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Stefano Udassi, allenatore, Stintino
«Ci sediamo al tavolo da cenerentola ma con grande orgoglio»

Lo Stintino vuole prolungare il sogno, Udassi: «Stagione straordinaria ma i playoff non ci hanno appagato. La Torres ha più pressioni di noi, venderemo cara la pelle»

Sette anni alla Torres, 200 gare in maglia rossoblù con 52 reti segnate tra serie C2 e C1. Stefano Udassi, ora guida lo Stintino rivelazione del campionato e potrebbe sbarrare la strada alla sua ex società (domenica a Sorso ore 16) che punta a vincere i playoff regionali per poi lanciarsi alla caccia della serie D. Ma l'ex bomber e capitano dei sassaresi è il comandante di un gruppo che ha stupito tutti in Eccellenza, chiudendo la stagione regolare al terzo posto al primo anno di Eccellenza e non vuole fermarsi sul più bello: «L'ho detto anche in altre circostanze che vedere la Torres in Eccellenza, per chi ha cuore i colori rossoblù e con quella maglia ha vissuto momenti esaltanti, fa male. Ma questo fa parte del passato, chi di dovere deve pensare al presente e all'immediato futuro affinché ci sia un progetto con basi solide per riportare il club nei campionati che merita. Io oggi sono l'allenatore dello Stintino, faccio calcio da una vita e per una domenica la Torres sarà un'avversaria che cercherò di battere, poi quello che accadrà in futuro non si sa mai. Noi ci auguriamo che sia una festa di sport e calcio, in campo venderemo cara la nostra pelle, ci sono tre risultati, due ci premiano e uno no, ma qualsiasi punteggio verrà fuori i miei ragazzi dovranno avere il petto in fuori per ciò che hanno e avranno fatto».

 

Matricola e terzo posto con 54 punti, come definire la vostra stagione?

«Senza dubbio straordinaria. Per tanti motivi, perché questi ragazzi sono encomiabili, il merito della conquista dei playoff va a loro, i veri protagonisti che in campo determinano le partite. Ho avuto e ho grandissima fiducia nel gruppo, non ho mai parlato degli assenti visto che Doukar è mancato per quasi tutto il girone di ritorno, nelle ultime gare ho fatto a meno dei centrali di difesa Carrucciu e Sini, o degli attaccanti Carboni e Delrio. Chi è stato chiamato a sostituire i cosiddetti "titolari" ha sempre risposto presente, da uomini veri. Nessuno quando va in panchina o in tribuna è contento ma lo ha fatto con lo spirito giusto e, infatti, tutti si sono ritagliati uno spazio importante»

Qual è il merito più grande da attribuire ai giocatori dello Stintino? 

«In rosa ho giocatori di spessore sotto l'aspetto umano e una tecnica di ottimo livello. Quest'anno hanno sollevato il loro livello delle prestazioni e sono l'orgoglio dell'allenatore per la totale disponibilità che mi hanno dato sin dal primo giorno della preparazione. Con queste premesse è poi normale che i risultati sul campo si vedano, hanno formato un gruppo molto forte che ha superato tante difficoltà e fatto quei sacrifici per arrivare a dare quel qualcosa in più. Bisogna avere autostima non solo come squadra ma anche noi tecnici»

Che merito ha il mister Udassi?

«Lo devono dire gli altri. Per me la cosa fondamentale è stata quella di aver avuto la piena fiducia della società che mi ha dato carta bianca sulle scelte estive, prendendo prima gli uomini e poi i calciatori che a fine stagione sono stati tutti valorizzati. La loro piena disponibilità deriva dalla credibilità che hai verso di loro e nel lavoro che proponi insieme con il mio staff, il mio secondo Marco Masotti, il preparatore dei portieri Mario Pompili, il fisioterapista Simone Sechi. Li ringrazio tanto perché mi sono stati sempre vicino, hanno avuto un rapporto straordinario con me e i ragazzi»

Siete gli abusivi dei playoff avendo estromesso altre squadre più accreditate come Samassi e Muravera?

«Per utilizzare una metafora, dico che c'era un invito a cena rivolto a 5 e 6 squadre ma i posti erano solo 4, noi abbiamo fatto saltare il banco. Ci stiamo sedendo al tavolo da cenerentola ma lo facciamo con orgoglio e già l'aver preso posto è una cosa straordinaria»

Proprio perché il traguardo è straordinario non è che vi sentite appagati?

«Io conosco molto bene il mio gruppo, il mio staff e la dirigenza alla quale va fatto un plauso speciale per la difficoltà di guidare la società in un ambiente piccolo e familiare ma facendo tanti sacrifici per venirci incontro in una stagione nella quale siamo stati sempre senza la nostra casa. In ognuno di loro, posso assicurare, non vedo appagamento. Non ci sentiamo affatto sazi, c'è tanta voglia di continuare a migliorare il curriculum come gruppo e come singoli. Quale occasione migliore per mettersi ancora più evidenza? Utilizzo un'altra metafora: avevamo un quadro ad inizio stagione, l'abbiamo dipinto in modo bellissimo, domenica contro il Monastir abbiamo inserito la cornice adeguata e ora vediamo se ci metteremo anche una bella firma»

Trenta punti all'andata e 24 al ritorno, a cosa dipende il calo anche se avete tenuto la terza posizione

«Abbiamo attraversato una fase centrale del campionato, tra fine andata e inizio ritorno, con sei pareggi consecutivi che ci hanno tolto qualche certezza. Ma alcuni di questi sono arrivati in modo rocambolesco e, sotto un certo punto di vista, ho capito proprio lì che la mia squadra poteva giocarsi un posto playoff sino all'ultimo. I ragazzi hanno risposto con maturità e spirito di abnegazione con la voglia conquistarsi un posto al sole e il sogno di inizio stagione è così diventato realtà. I numeri del girone di ritorno dicono che abbiamo fatto 6 punti in meno ma il percorso fatto in casa e quello in trasferta è pressoché identico, questo fa capire che siamo una squadra con la mentalità di chi gioca e non lucra sul risultato. C'è anche da dire che, nel ritorno, la quasi totalità delle 16 squadre si è rinforzata a dicembre, noi per scelta abbiamo creduto in questo gruppo, l'unico inserimento è stato quello di Ferreira che arrivava però da un infortunio importante a fronte di qualche uscita importante nel parco fuoriquota»

In ogni caso la parte finale del girone di ritorno è stata incoraggiante

«Per un certo periodo il percorso del ritorno era così così ma, dopo la sconfitta di Guspini, nelle ultime 5 giornate abbiamo fatto 3 vittorie e 2 pareggi contro avversari tutti motivati: l'Orrolese era all'ultima spiaggia, il Tonara cercava i punti-salvezza, il Ghilarza ha fatto un rush importante, lo scontro diretto col Sorso e il Monastir voleva evitare i playout. Tutte gare vere, giocate fino alla fine. Un finale di campionato in crescendo, la squadra è pimpante come ad inizio stagione e ha ancora ambizioni.

Siete la seconda squadra del campionato ad aver perso meno (4), quella con più pareggi (12), sono buoni indizi per arrivare in finale?

«Diciamo che col nostro percorso ci siamo guadagnati la semifinale playoff in casa, che ci dà un piccolo vantaggio. Ma noi non dobbiamo ragionare nel portare la gara in pareggio fino al 120', non siamo in grado di gestire le partite, ci piace giocare a calcio e imporre il gioco. Non faremo una gara difensiva, non è nel nostro dna, nella nostra mente non c'è questa strategia poi magari succede così perché costretti dagli avversari ma vogliamo aggredire la gara e cercare di non stare in attesa. In questi 12 pareggi in campionato sono arrivati tre 0-0, uno ad Orroli e gli altri due in casa con Atletico Uri e Muravera, ma sempre con diverse occasioni da gol»

Il bilancio con la Torres è di una vittoria e una sconfitta, cosa riserverà la terza gara?

«Ci sono delle certezze, per la mia squadra, che sono quelle di essere sbarazzini e di giocare al calcio con una organizzazione di un certo tipo. Dalla nostra c'è il fatto di non avere pressioni ma che non vuol dire non avere responsabilità, la mente è libera ma non dovremo mai avere il rammarico di non aver fatto ciò che potevamo fare. Dall'altra parte c'è una Torres che ha la miglior difesa del campionato, è stata la migliore del girone di ritorno con 32 punti, ha un blasone e la città di Sassari che spinge la squadra e i colori. Sono una grande squadra che sicuramente ha la pressione addosso del risultato a tutti i costi e che può essere anche un boomerang»

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2017/2018
Tags:
Playoff