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Promozione
Regola giovani e patentino, altri temi del mister

Loi lancia il nuovo Lanusei: «Sarà sfida Samassi-Porto Corallo ma lassù ci saremo anche noi»

La sua settima stagione in panchina si è conclusa con uno storico quinto posto ottenuto alla guida del Cardedu in Promozione. Dopo il triennio in biancorosso, Francesco Loi, 36 anni, di Loceri, prepara con meticolosità la nuova avventura a Lanusei. Arriva in una piazza in cui regna la cultura calcistica e per questo, sogna di regalare ai tifosi un traguardo mai raggiunto in tanti anni di storia del club. Rispetto agli anni scorsi, la sua schiettezza non ha subito alterazioni. Contesta apertamente tutte le nuove norme introdotte di recente dal comitato Figc Sardegna e soprattutto si schiera dalla parte dell’Assoallenatori, a suo dire strapazzata e umiliata dopo anni di onorato lavoro. L’alba della nuova annata è appena sorta, Loi accende i motori e già scalpita per assaporare nuovi successi.

Francesco LoiMister, quando e perché è nata la decisione di lasciare il Cardedu?

«Non c’è stato un episodio o un momento esatto in cui ho preso questa decisione, bensì, dopo aver raggiunto risultati storici alla guida dei biancorossi, ritenevo che il ciclo fosse giunto alla sua naturale conclusione. Ero animato da stimoli nuovi per poter intraprendere una nuova avventura e così ho deciso di accettare la proposta del Lanusei»

Cosa l’ha spinta ad accettare il Lanusei?

«Il progetto del Lanusei è serio e particolarmente ambizioso. C’è una società rinnovata con un presidente (Luciano Arras, ndr) che ama fare le cose per bene. In realtà, ho avuto anche altre offerte da squadre di categoria superiore, arrivate però quando avevo già dato la parola al Lanusei, che ovviamente ho voluto rispettare. Ritengo sia sempre corretto mantenere gli accordi verbali, senza vendersi al miglior offerente. E poi mi affascinava l’idea di lavorare nuovamente con Luciano Arras, che è stato il mio primo presidente quando arrivai a Lanusei da giocatore. Correva la stagione 1990/91 e per la prima volta il club salì in Promozione (a buon intenditor poche parole, ndr)»

Finora avete condotto una sontuosa campagna acquisti, con ben undici colpi effettuati. Soddisfatto delle operazioni?

«Pienamente. Abbiamo lavorato in sintonia con il presidente, il direttivo e i due direttori sportivi (Alessandro e Renato Asoni, ndr) e ogni singolo acquisto è stato valutato con la massima attenzione, prendendo in considerazione una serie di criteri. Abbiamo scelto di cambiare tanto perché anche a Lanusei era finito un ciclo e non avrebbe avuto senso sostituire l’allenatore per continuare col vecchio progetto tecnico»

Mercato concluso?

«Al momento la rosa può considerarsi completa, poi il mercato è dinamico e da qui alla chiusura può succedere anche qualcos’altro. Inoltre, sono felice di avere al mio fianco il mio staff personale, composto da Antonio Carta (vice, ndr) e Luca Murru (fisioterapista, ndr). Oltre a loro, avrò due eccellenti collaboratori come Fabrizio D’Elia (preparatore atletico, ndr) e Nino Micheli (preparatore dei portieri, ndr). È uno staff forte, unito e coeso e c’è il giusto entusiasmo per far bene»

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In questo periodo si fa un gran vociferare di nomi. A voi sono stati accostati due nomi pesanti, come Marco Nieddu e Romeo Ferreli. C’è un fondo di verità? 

«Sì, certo. Romeo avrebbe arricchito ancora più il tasso qualitativo della rosa, ma ha deciso di restare all’Olbia. Per lui è stata una scelta di vita, legata, oltre che al prestigio della squadra gallurese, ad aspetti sentimentali e professionali. Per quanto riguarda Marco (perla di diamante dell’attacco del Muravera, ndr), c’è stato un approccio e lui ha gradito tanto la nostra proposta, ma per quest’anno, visto il grande rapporto che lo lega al suo attuale allenatore Stefano Senigagliesi, nonché al presidente Antonello Carta, ha preferito continuare l’avventura a Muravera. Sono certo che quest’anno dimostrerà il suo immenso valore e per lui sono pronto a scommettere 20 reti. Adesso, però, è giusto parlare dei giocatori che vestiranno la maglia del Lanusei e se parliamo del reparto avanzato, ritengo sia di primo livello con i vari Salerno, Patteri, Mura e Antonello Lai, che sarà un autentico esempio per i più piccoli. Poi, confido molto nella voglia di riscatto degli ex Tortolì, Zazzo Melis e Sebastiano Cattide e soprattutto di uno sfortunatissimo Matteo Fois, che a mio parere è uno dei più forti in Sardegna nel suo ruolo. Sono certo che farà bene»

Oltre a Ferreli e Nieddu, c’è un giocatore che avrebbe desiderato allenare quest’anno?

«Senza dubbio, Roberto Mele del Taloro. Però lui a Gavoi è ormai un’istituzione e non va da nessuna parte»

Cosa le ha lasciato in eredità l’ex tecnico Fiorenzo Pilia?

«Un ottimo lavoro, soprattutto dal punto di vista organizzativo. È facilmente intuibile capire che dietro quest’organizzazione di alto livello c’è la mano di un allenatore esperto e capace. Lavorare in un ambiente già collaudato è la situazione ideale. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto prettamente tecnico della squadra, tutto sarà completamente diverso, essendoci stato un rinnovamento quasi integrale del parco giocatori»

Al momento, sembra che il Samassi abbia fatto qualcosa in più di voi. Concorda?

«Per la categoria, il Samassi ha costruito una squadra stellare ed allo stesso tempo, la società ha anche dichiarato che punta imprescindibilmentea risalire subito in Eccellenza. Con una super corazzata e questi proclami, si etichettano come squadra da battere: un impegno non da poco. Per il primo posto penso sia sfida tra Samassi e Porto Corallo. Poi ci sono anche altre squadre che, come organico, stanno venendo su bene: è il caso di Asseminese, Bari Sardo e La Palma. E poi, nel gruppo di testa ci siamo anche noi. Tuttavia, non sarà un campionato facile per nessuno. Qualitativamente penso sia un girone di gran lunga superiore a quello dell’anno scorso,  Quest’anno, non vedo squadre materasso come poteva essere il Villasimius o poco attrezzate come Gemini Pirri e Monreale»

In prospettiva. come vede il “suo” Cardedu e le altre ogliastrine?

«Ho già detto del Bari Sardo, che secondo me sta allestendo una squadra forte ed importante. I rientri di Luca e Andrea Mameli, l’arrivo di una pedina come Cristiano Carta, reduce dall’Eccellenza con il Tortolì e la possibile conferma di Arialdo Angioni, fanno sì che la squadra sia di ottimo livello e possa fare un campionato davvero importante. La posizione del Tortolì in questo momento è indecifrabile, non si sa nulla e hanno l’organico ridotto all’osso. Ma c’è ancora tempo per allestire una buona squadra. Per quanto riguarda invece il Cardedu, ritengo che abbia un’ottima base di partenza, anche se resta l’incognita di un nuovo ciclo. Non conosco il nuovo allenatore (Pietro Capozzi, ndr), però la società è preparata per affrontare il campionato di Promozione. Sono certo che allestiranno una squadra consona alla categoria»

Qual è l’obiettivo del Lanusei per la prossima stagione?

«Quello di migliorare lo storico quarto posto dello scorso anno. Per far sì che ciò avvenga, ho chiesto una squadra che ritengo possa essere funzionale al progetto. La società mi ha accontentato in pieno e ora dobbiamo solo pensare a lavorare. E poi c’è il grande obiettivo di riavvicinare il pubblico allo stadio. Stiamo cercando di decentrare l’inutile mito del giocatore locale per coinvolgere i centri vicini, soprattutto ora che la Federazione ha introdotto la norma di un ulteriore fuoriquota. Questo penso sia l’unico modo per sopravvivere nel campionato di Promozione. I giovani della zona devono vedere nel Lanusei, che attualmente insieme a Bari Sardo, Cardedu e Tortolì rappresenta la massima espressione del calcio ogliastrino, una squadra affascinante nella quale abbiano voglia di mettersi in mostra»

Ha parlato della nuova norma sui fuoriquota. Giusta o inutile?

«A mio parere è deleteria proprio nei confronti dei giovani. E la reputo tale perché non permette loro di crescere secondo certi criteri ed anzi, va contro i principi naturali del calcio che è uno sport in cui non dovrebbe esistere l’obbligo dell’età. Il calcio è sport di squadra e gioca chi merita. Regolamento alla mano, ai giovani stai dicendo che per una questione anagrafica devono giocare per forza ed ecco che a quel punto viene meno lo stimolo all’impegno. Oltre che deleteria, questa norma è scandalosa»

Questa, verrà ricordata come l’estate calda in tema di normative Figc

«Tra la regola del ‘92, dei giocatori fidelizzati e dell’allenatore senza patentino in Prima e Seconda, abbiamo toccato il fondo. Sono norme adatte esclusivamente per i grossi centri come Cagliari, Sassari e Nuoro, e non per quelli piccoli come i nostri, dove fare calcio significa divertirsi senza l’assillo di regolamenti votati da politici che non hanno mai vissuto da vicino l’esperienza del campo. Nei piccoli paesi, ci sono addirittura difficoltà per creare le classi scolastiche, figuriamoci per mettere in piedi una squadra di calcio. Riferendomi alla regola dei fuoriquota, mi chiedo come si possa parlare di risparmio se poi i costi vanno a gravare sulla famiglia del ’94, che per ovvi motivi fatica a muoversi con facilità: non possiamo chiedere ai genitori di accompagnarlo quotidianamente agli allenamenti, allora sì che sarebbero spese insostenibili. Oltre a ciò, credo che i ragazzi vengano penalizzati anche a livello scolastico. Ci troviamo a 150 chilometri dall’università di Cagliari e per loro fare la spola diventa uno stress non da poco. In questo modo, i piccoli centri sono destinati inevitabilmente ai campionati inferiori di Prima, Seconda e Terza. E poi, diciamola tutta, i ragazzini, dal momento che sanno di essere imprescindibili, avanzano pretese economiche impossibili nei confronti delle società. Dov’è la tutela per queste? Nessuno dei nostri fuoriquota prenderà soldi in tema di rimborsi. Mi dispiace, il comitato regionale quest’estate ha fatto tanti passi indietro, bruciando il lavoro costruito negli anni passati. Con la regola del fidelizzato, invece, togli al giocatore l’eventuale possibilità di compiere il salto di categoria. Tante regole a tutela del giovane, dicono dalla Federazione, poi però gli si stringono le manette ai polsi. Inoltre, è scandaloso anche il modo in cui sono state introdotte queste norme. Nessun addetto ai lavori è stato consultato e la promulgazione è avvenuta a maggioranza pura. Se verrà proposta la regola di cinque quarantenni in squadra, dagli uffici regionali della Figc, dovremo attenderci altri moduli da compilare? E soprattutto, norme di questa rilevanza non si introducono il giorno prima delle iscrizioni. Per carità, ovviamente ci adeguiamo, ma queste nuove regole sono contorte e tutto si ritorcerà contro»

Per concludere, un pensiero per Antonello Staffa, tecnico ogliastrino più longevo, che dopo dieci anni torna sulla panchina del Villagrande

«Antonello è una persona eccezionale e come tale va rispettata. Per lui parlano i risultati, dovunque è andato ha vinto e sinceramente sono felice della scelta che ha fatto. Riuscirà a dare il meglio di sé. Per un attimo, però, mi ricollego al discorso dell’allenatore senza patentino: Il pensiero che nella panchina affianco a quella di Staffa ci possa essere uno che a malapena conosce le regole, mi fa rabbrividire. Potrebbe succedere che un novantenne o un quindicenne possano impartire schemi al pari di Staffa, uno che ha dimostrato negli anni di saper fare l’allenatore. Senza nozioni di base è impossibile allenare. Ma la Federazione, in questa torrida estate, pare se ne sia dimenticata»

Roberto Secci

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Sardegna
Girone A
Intervista