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Serie D
«Solidarietà immensa, grazie Torres e Lupa Roma»

L'Olbia si rimette in moto, il presidente Scanu: «Siamo vivi e ci rialzeremo»

Olbia è una città ferita, che ha pianto la perdita di vite umane e vissuto giorni apocalittici per il passaggio furioso di quell'oceano d'acqua che ha sommerso interi quartieri del centro gallurese. Ma Olbia è anche una città composta da gente orgogliosa, determinata e pronta a ripartire sapendo che affronterà molti altri giorni di sofferenza e duro lavoro per risistemare, strade, uffici, abitazioni e le tante attività seriamente compromesse dalla tremenda alluvione dello scorso lunedì 18 novembre.

 

L'Olbia Calcio è l'emblema di una città colpita nel nucleo vitale ma che ha una voglia immensa di rimettersi in moto. Lo stadio Bruno Nespoli è stato investito in pieno dall'enorme massa d'acqua proveniente dall'adiacente canale trasformatosi, in quel lunedì funesto, in un fiume violento. Spogliatoi allagati, uffici devastati e manto erboso ricoperto di fango. Il club gallurese, nato nel 1905, ha chiesto e ottenuto, domenica scorsa, il rinvio della gara di serie D col Terracina, l'attività del settore giovanile si è fermata così come l'intero calcio regionale per decisione della Federazione sarda. Ma ora, dalla prima squadra in giù, si pensa a domenica prossima, a quando le magliette bianche torneranno in campo. Non al Nespoli, però, che avrà bisogno di un mesetto di lavori prima di poter ospitare allenamenti ed incontri di calcio. 

 

L'oceano di persone giunte a Olbia da tutta la Sardegna e l'ondata di solidarietà che ha ricevuto la società del presidente Pino Scanu è stata linfa vitale per far ripartire il calcio in città. «La prima cosa che ho fatto entrando al Bruno Nespoli - racconta il presidente dei bianchi - è stata quella di issare la bandiera dell'Olbia, che ha ripreso a sventolare dopo averla raccolta inzuppata d'acqua e sgualcita, a dimostrazione che siamo vivi e che ci rialzeremo. La vita va avanti, bisogna reagire, lo sport e il calcio spero aiutino a far riprendere una comunità ancora sotto choc per aver perso vite umane, case e attività. Si riparte e ce la metteremo tutta affinché torni, al più presto, la normalità». Pino Scanu sa come si fa a rialzare l'Olbia calcio, l'ha fatto nel 2010 quando, insieme ad alcuni amici che ama definire "pazzi", ha raccolto le redini di un club fallito in Seconda Divisione e l'ha rimesso in pista in Eccellenza evitando che sparisse del tutto. E sa che per provare nuove gioie bisogna passare da inevitabili sofferenze. Ora pensa a tutta la famiglia dell'Olbia calcio dopo aver pensato alla sua di famiglia: «La casa dei miei suoceri, sotto quella mia, è stata inondata d'acqua. Piano piano stiamo risistemando tutto». E così racconta la settimana appena trascorsa

 

La prima squadra e il settore giovanile. «Nei primissimi giorni dopo l'alluvione ognuno era impegnato a dare una mano alla propria famiglia o ai parenti o ai vicini di casa, poi i giocatori si sono messi a disposizione degli operai del Comune e i rappresentanti della Protezione Civile per rimettere in sesto il Nespoli, aiutati dagli ultras, davvero splendidi anche in questi momenti, per liberare dall'acqua gli spogliatoi e gli uffici. Da venerdì hanno ripreso ad allenarsi al campo Basa, fortunatamente rimasto integro e che normalmente vengono utilizzati per le gare del settore giovanile. Molte delle squadre minori e i ragazzi della scuola calcio si allenavano al Nespoli, ora cercheremo un'altra soluzione».

I danni allo stadio. «Il Nespoli è stato invaso da una piena d'acqua alta almeno un metro e mezzo per l'esondazione del canale che gli scorre a fianco. Abbiamo trovato dentro un'automobile e una barca appesa alla rete. Gli spogliatoi sono distrutti, stiamo cercando di recuperare parte dell'attrezzatura ma ancora non siamo entrati dentro i locali sotto la tribuna dove avevamo i kit d'abbigliamento per i ragazzi della giovanili ancora imbustati. Nella lavanderia abbiamo dovuto sostituire tutte le lavatrici. Negli uffici, tutto ciò che c'era dentro, è stato spazzato via: coppe, trofei, targhe, foto e i documenti dei giocatori sono andati perduti».

L'alternativa al Bruno Nespoli. «Ci vorrà credo un mese per far tornare agibile lo stadio. Bisogna far asciugare i muri per ripitturarli e bisogna ripavimentare tutti i locali. Speriamo che per il 22 dicembre, nell'ultima giornata d'andata contro il San Cesareo, sia pronto, mentre per la gara contro il S.Maria Mole Marino fra due domeniche stiamo valutando tre alternative: Arzachena, Berchidda e Nuoro, tre campi in erba naturale come il Nespoli cercando al contempo di non penalizzare i nostri tifosi con trasferte lunghe».

Gesti di solidarietà. «Se facessi l'elenco di chi materialmente ci ha aiutato o comunque fatto sentire la propria vicinanza ci vorrebbero ore perché è un numero indecifrabile. Sostegno, conforto sono arrivati anche da società che mai l'Olbia ha incrociato nei campi di calcio nella sua storia. Di tutte le società mi piace però poterne citare due. Una è la Lupa Roma, che ci ha messo a disposizione gli impianti per una settimana a spese loro ma al cui invito non abbiamo potuto aderire perché impegnati a liberare le case dall'acqua. Devolveranno l'incasso della gara di domenica scorsa contro il San Cesareo, fosse anche un euro è stato un gesto che ci ha colpito molto. E poi non posso non sottolineare quello che hanno fatto i sassaresi accorrendo in massa a Olbia per dare una mano a chi era in difficoltà e la società Torres che ha subito promosso una bella iniziativa con l'amichevole di giovedì al Vanni Sanna. Olbia e Torres sono state divise da anni di rivalità sportiva, quasi sempre accesa, il loro gesto ci ha fatto enormemente piacere riempendoci il cuore di gioia».

Gli aiuti in denaro. «Credo che arriveranno in un secondo momento. La Figc ha stanziato 200mila euro per il ripristino degli impianti danneggiati e questo è ottimo non solo per Olbia».

L'orgoglio olbiese. «In città c'era il mondo a darci una mano. Da olbiese mi sento fiero di aver ricevuto una così enorme testimonianza d'affetto dall'intera Sardegna, dal resto d'Italia e anche dall'estero. Mi piace pensare che in qualche modo Olbia si stia riprendendo ciò che ha dato nel tempo dimostrando di essere una città aperta a tutti. La risposta degli olbiesi poi è stata encomiabile, tutti si sono messi a disposizione dei propri concittadini in difficoltà e ognuno apportando la propria professionalità, come elettricisti, idraulici, panettieri, albergatori».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
13 Andata
Girone G