«Stagione lunga, per puntare in alto ci manca ancora qualcosa»
Macomerese tra alti e bassi, Scotto: «Siamo facendo un po' fatica ma il nostro progetto è ripartito da zero»
Il 2 a 2 interno rimediato dalla Macomerese nell'ultima uscita, contro l'ostico Posada, vale per il quarto pareggio in campionato dei biancocelesti, che smuovono la classifica, seppur di poco, salendo a quota 13 - a pari punti con il Bonorva - senza riuscire a dare continuità alla bella e preziosa vittoria del turno precedente in casa del Santa Giusta.
Mister Pierluigi Scotto continua a lavorare col pieno di entusiasmo, nonostante le tantissime difficoltà incontrate sino a questo momento, a partire dai problemi legati al campo, sino ad arrivare ai tanti infortuni che hanno sensibilmente limitato il potenziale di una squadra che, alla vigilia della stagione, si collocava un gradino sotto le principali candidate al salto di categoria con l'intento di dare filo da torcere per la corsa al vertice. Il tecnico sassarese, con un passato importante in serie D ed Eccellenza alla guida di Latte Dolce, Olbia, Castiadas, Sorso, si è dovuto rimboccare le maniche per risolvere al meglio diversi imprevisti e ora suona la carica in vista dei prossimi impegni, con la trasferta contro il Luogosanto che sarà, questo è poco ma sicuro, l'ennesimo banco di prova.
«Mi trovo a lavorare con una squadra completamente nuova rispetto alla passata stagione — dichiara mister Pierluigi Scotto — dunque è normale che, sul piano del rendimento, ci siano degli alti e dei bassi. Nell'ultima partita ci siamo espressi alla grande per circa 30', segnando due gol nell'arco di 12' ma, come spesso ci è capitato, al primo errore che facciamo perdiamo la calma, la lucidità e la tranquillità. Una cosa che ci può stare, se consideriamo che l'età media della rosa si attesta intorno ai 23 anni».
Il tecnico scende nel dettaglio con la sua analisi: «Purtroppo non siamo riusciti a dare continuità al percorso intrapreso l'anno scorso: sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare e lo stiamo pagando».
Nella trasferta contro il Santa Giusta, però, i biancocelesti sono riusciti a strappare il bottino pieno.
«In questo momento possiamo vincere e perdere con chiunque. Ci tengo a sottolineare che stiamo iniziando un progetto nuovo, con dei fuoriquota che sono alla prima esperienza con questa maglia; l'anno scorso avevo avuto modo di lavorare con due giovani, molto interessanti, che pensavo di ritrovare anche per questo campionato, ed invece sono andati via, dopo che li ho valorizzati. E assieme a loro sono andati via altri sei-sette giocatori, tra cui cinque che erano già riconfermati e abbiamo dovuto veramente rifare tutto da capo dopo un anno di lavoro. E dunque, quando mandi in campo due ragazzi classe 2004 e 2005, molto bravi tra l'altro, devi mettere in conto che possano commettere degli errori, che possono risultare decisivi. Devo ammettere che stiamo incontrando ostacoli che non mi aspettavo e che, in sostanza, al momento non ci permettono di trovarci tra le prime della classe».
I pari interni contro Abbasanta e Posada pesano tantissimo, in questo senso.
«Non voglio essere presuntuoso ma credo che, considerando il valore del nostro organico, si tratta di due partite che avremmo potuto vincere tranquillamente; anche il verdetto del campo ha confermato la mia sensazione. Contro l'Abbasanta, però, abbiamo praticamente buttato alle ortiche un tempo: nei secondi 45' ci siamo gettati all'attacco e fortunatamente abbiamo raddrizzato le cose. Nella sfida contro il Posada, invece, c'è stato un ottimo approccio da parte nostra, ma le cose si sono complicate in occasione di una punizione a due in area di rigore, che a parer mio non c'era, dalla quale è arrivato il gol; credo che l'arbitro abbia preso un abbaglio in quella circostanza. Da quel momento in poi abbiamo perso un po' la testa e fatto una marea di fesserie».
La Macomerese sta pagando dazio con la sfortuna, anche se i problemi a livello logistico non mancano.
«Ora spero solo che quello di Ghilarza sia il campo definitivo in cui giocheremo le partite casalinghe; abbiamo girovagato tanto e questo, alla lunga, influisce sui risultati. In più ci alleniamo in un campo improponibile, quello del Sertino, in erba sintetica, ma la superficie ormai è consumata e questo ci costringe a fare i conti con una serie di infortuni a catena, discorso che si ripete puntualmente ogni settimana».
Scotto è sicuramente il pilastro del progetto messo in piedi dalla dirigenza della compagine biancoceleste.
«Io credo che i traguardi che ho raggiunto nella mia carriera parlino da soli: ho cinquecento panchine alle spalle e, detto questo, non ho mai avuto paura di tuffarmi in un progetto tutto nuovo. L'unica cosa che mi dispiace è che si sia dovuto rincominciare da zero; in sostanza, abbiamo perso tutto il lavoro fatto l'anno scorso».
Il tecnico poi aggiunge: «Credo che non si possa vincere sempre, ed è normale: in un arco di tempo di venti-venticinque anni, un allenatore riesce a piazzarsi al primo posto cinque, magari sei volte, negli anni successivi devi insegnare calcio, se no non ti rimane niente. Questo significa che, quando le cose non girano al meglio, puoi comunque sempre insegnare calcio, che è una delle cose più importanti per quanto mi riguarda. Ma se non vinci e non riesci a lavorare con i tuoi ragazzi, e se ti limiti solo a speculare sui risultati, cosa ti rimane in mano?».
L'allenatore ha le idee chiarissime in questo senso. «Io mi concentro su ogni singolo giocatore: se riesci ad aumentare il rendimento del singolo, automaticamente migliora la prestazione della squadra, ma nel calcio ciò che fa la differenza è la programmazione. A meno che tu non abbia la possibilità di allestire uno squadrone che sia nettamente superiore a tutte le rivali. La Macomerese è sicuramente una buona squadra, ma per inserirsi nella lotta per i primi posti ci vuole dell'altro; spero comunque che le cose possano andarci meglio quando, finalmente, avrò recuperato tutti gli indisponibili».
Intanto, nel prossimo turno Lauria e compagni sono attesi dalla delicatissima trasferta contro il Luogosanto, che insegue in classifica staccato di una sola lunghezza.
«La nostra mentalità deve essere sempre la stessa: scendiamo in campo con l'intenzione di prendere i tre punti, come ho sempre preteso da tutte le squadre che ho allenato, attraverso una buona prestazione, cercando di essere propositivi, per quanto possibile».
Il tecnico può consolarsi con le prime buone notizie che arrivano dal mercato.
«Abbiamo reintegrato in organico un difensore centrale di grande esperienza, che in realtà era una delle cose che ci è mancata di più sino a questo momento: sto parlando di Diego Giachero, ma per ora non so se potrò schierarlo già nella sfida di domenica, perché ha appena rescisso un contratto con una squadra dell'Eccellenza campana, quindi siamo ancora in attesa del via libera».
La stagione, per il resto, è ancora lunghissima e c'è tutto il tempo per riscattarsi.
«Molti addetti ai lavori, alla vigilia del torneo, ci davano tra i protagonisti principali, ma io credo che, considerando la situazione in cui ci troviamo, sia molto meglio vivere alla giornata. Non credo che la Macomerese rientri nella lista di squadre favorite, secondo me ci sono compagini molto più attrezzate di noi».
Un pizzico di continuità in più nelle vittorie non guasterebbe affatto.
«Questa prima parte di stagione è stata caratterizzata da risultati altalenanti, ma è vero che il gruppo può e deve crescere ancora molto».
Il tecnico non ha assolutamente intenzione di gettare la spugna, anzi.
«Credo di essere un punto di riferimento in questo progetto: sento la stima, la fiducia della società, puntano tanto su di me ma io, al momento, non mi sento di fare promesse o proclami. Sino a pochi anni fa allenavo in Serie D, nella mia ultima esperienza in Eccellenza ho vinto i playoff regionali col Sorso, contro la Nuorese, e questo ci ha permesso di disputare gli spareggi a livello nazionale. Sono sceso in Promozione per accettare la proposta dello Stintino, a campionato in corso, poi son salito in Serie D con il Latte Dolce, poi è arrivata la pandemia. Mi sono tuffato nell'avventura con la Macomerese, con il DS Caria che è un mio amico e che mi ha coinvolto in questo progetto, e io mi son messo a disposizione con la voglia di dare il mio contributo e portare qualcosa di nuovo, per un biennio assieme, e l'abbiamo fatto, ma a volte bisogna avere un pizzico di pazienza in più del previsto».
La compagine di Scotto ha accumulato un ritardo di sei lunghezze nei confronti della vetta.
«Nuorese, Alghero e Usinese sono le squadre che stanno facendo meglio, ma credo che anche il Bonorva, considerando l'organico che hanno a disposizione, potrà rientrare in corsa. Noi stiamo facendo i conti con diverse assenze pesanti: Timpanaro, che è la nostra prima punta, ha saltato già 6-7 partite, in queste condizioni non è facile tenere il passo dei nostri competitor principali, che possono lavorare su un campo di calcio come si spetta e hanno a disposizione molte più ore rispetto a quelle che possiamo utilizzare noi. Noi ci alleniamo su un campo che non è un campo di calcio e non ci permette neanche di soffermarci per curare i dettagli, i particolari, perchè su quel campo si allenano anche altre due società: noi abbiamo grandi problemi, entriamo in campo alle 16.00 e dobbiamo uscire alle 17.30 ma non ti puoi permettere di parlare con la squadra per cinque minuti perchè devi uscire dal campo, perchè ti entrano altre squadre. Ci tengo a rimarcare che è vero che gli addetti ai lavori ci davano per favoriti, ed è vero che siamo una squadra che comunque può avere certi valori, ma se poi non ti alleni bene e ogni allenamento hai degli infortunati, perchè allenarsi su quel campo è come trovarsi sull'asfalto, è chiaro che i tuoi compettor corrono più forte».