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«Chiudere con una promozione sarebbe il massimo»

Maurizio Lepori, parole d'amore per il Seui: «Qui mi sento a casa»

Nonostante una leggera timidezza iniziale, quella con Maurizio Lepori, giocatore in forza al Seui Arcuerì, è stata una chiacchierata assolutamente piacevole, che ha toccato numerosi aspetti, tutti decisamente interessantissimi e per alcuni versi inaspettati.
Attraverso i suoi racconti e le sue sensazioni, raccolti peraltro in un libro, ci viene offerta la possibilità di apprezzare, sotto una luce diversa, il variegato, ricco e pulsante mondo del calcio dilettantistico sardo.

 

«A Seui sono arrivato sei anni fa – racconta Lepori -, dovevo starci solo una stagione perché in realtà avevo deciso di smettere e invece sono ancora qui, il detto 'Passa e Fui' con me non ha funzionato (ride)».

 

Cosa ti ha spinto invece a trattenerti più del previsto?
«Mi sono sentito a casa: dopo 14 anni trascorsi al Villagrande ho ritrovato le stesse atmosfere di quando stavo in paese.
Qui c'è un ambiente bellissimo, è questo che mi ha spinto ad andare avanti: ho già quarant'anni e se non avessi trovato questi stimoli avrei smesso da parecchio».

 

La vita di Maurizo è stata indelebilmente segnata, in positivo, dal pallone.
«Ho scritto un libro che si intitola 'Palloni smarriti nei cespugli', edito dalla Buio Edizioni, una piccola casa editrice, in cui ho raccolto tutti i ricordi delle mie varie esperienze calcistiche, oltre a numerosissimi aneddoti: la mia prima squadra è stata la Bittese, nel settore giovanile, poi come ti dicevo ci sono stati i quattordici anni al Villagrande, due anni a Ilbono e sei al Seui, esperienza quest'ultima che mi è servita moltissimo per terminare quest'opera».

 

Cosa ti ha spinto a mettere su carta le tue emozioni? Riesci a conciliare la vita da atleta con quella di scrittore?
«Sono due cose che si sposano benissimo, non c'è nessun problema per quello, la mia era un esigenza, ormai sono alla fine della “carriera” e volevo raccogliere le mie sensazioni».

 

C'è qualcosa che non ti piace di questo mondo e che magari vorresti cambiare?
«Non ho avuto particolari esperienze negative: il calcio per me è stato soprattutto un modo per socializzare, per conoscere nuova gente.
Ho un carattere che mi porta ad essere decisamente chiuso; la vita di gruppo all'interno di una squadra mi ha agevolato molto le cose in questo senso; si sono creati tra l'altro legami che durano nel tempo, delle amicizie vere».

 

Dovendo scegliere uno degli episodi che ricordi con più piacere invece?
«Con il Villagrande ho giocato dalla terza categoria sino alla promozione: il momento più bello è stata la doppietta decisiva di Edoardo Melis, un'emozione irripetibile».

 

Lepori regala un altro spaccato della sua storia calcistica:
«Quando sono arrivato a Seui ho conosciuto un ragazzo di Quartu, Roberto Cabras, che giocava con loro da due anni, e mi confessò che aveva intenzione di lasciare la squadra, per problemi logistici; è rimasto otto anni, gli abbiamo fatto una partita di addio bellissima, nella cerimonia gli abbiamo consegnato le chiavi della città, che in realtà erano semplicemente quelle degli spogliatoi (ride)».

 

E' dura per te confrontarsi con atleti più giovani?
«Ci sono ragazzi che potrebbero essere miei figli (ride); per ora riesco a tenere il passo, non so se sono troppo lenti loro, comunque sia finché reggono le gambe io continuo».

 

Noti particolari differenze tra la tua generazione e quella attuale?
«E' cambiato parecchio, fortunatamente non nelle realtà dove ho vissuto io, ma se mi guardo un po' intorno, nel calcio dilettantistico attuale si scimmiotta troppo quello professionistico.
Probabilmente è colpa dei soldi, che hanno invaso progressivamente anche questo ambiente, così i valori passano in secondo piano, è questa la cosa che stona un po' ultimamente».

 

Concentriamoci su questo campionato: battere l'Atzara non è stato per niente facile.
«Domenica è stata una vittoria sofferta: non siamo scesi in campo con la giusta concentrazione e abbiamo sofferto più del dovuto, contro una squadra che comunque sta lottando con tanta determinazione per la salvezza, hanno mostrato doti importanti anche contro il Desulo, si stanno riprendendo, ma per loro sarà dura.
Questi tre punti sono importanti, siamo secondi in classifica, è questo ciò che conta».

 

Le uniche tre sconfitte della stagione sono arrivate nelle ultime sei uscite: semplice incidente di percorso o campanello d'allarme?
«Non so dire di preciso cosa non abbia funzionato, ma era inevitabile che arrivasse una crisi durante la stagione, forse abbiamo raccolto più del dovuto all'andata e c'è stato un bilanciamento in questo senso».

 

Ora sotto con l'Ilbono: quali sono le sensazioni alla vigilia?
«Mi aspetto molta concentrazione, conosco bene i nostri prossimi avversari, è una squadra tosta che ha fatto molti punti in trasferta, forse addirittura è quella che ne ha fatti di più; ha attaccanti fortissimi che ci daranno grosso filo da torcere».

 

Dimmi la verità: la promozione con il Seui sarebbe una bella ciliegina sulla tua torta, non credi?
«Sarebbe fantastico, soprattutto dopo l'amara retrocessione dell'anno scorso; risalire in prima sarebbe una bella soddisfazione, così potrei finalmente appendere le scarpette al chiodo (ride)».

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna
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Girone D