«Umiltà, unità di intenti e grinta gli ingredienti del successo»
L'Arzachena vola in Promozione, Acciaro: «Centrato l'obiettivo ma i tanti infortuni ci hanno complicato le cose».
L'Arzachena partiva con tutti i favori del pronostico ed alla fine il campionato è stato vinto dalla squadra più forte, continua e competitiva. Ma, per avere la meglio su Castelsardo, Monte Alma e Campanedda, sono serviti sacrifici, tanto impegno, determinazione e grande forza di volontà. Dopo i ben noti problemi incontrati l'estate scorsa, con la mancata iscrizione al campionato di serie D della precedente dirigenza, la compagine biancoverde è riuscita a ripartire di slancio e, giornata dopo giornata, ha messo in piedi una cavalcata trionfale: 21 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte.
Mister Sandro Acciaro - che si portava appresso i recenti successi in Promozione ed Eccellenza alla guida dell'Ilva - ha saputo regalare all'ambiente tutta la serenità di cui c'era bisogno e si è messo al lavoro con la solita dose di professionalità: i contrattempi, e soprattutto gli infortuni, hanno complicato un po' il cammino della fuoriserie del girone D, ma con il punticino conquistato nell'ultima uscita contro i cugini del Palau, Bonacquisti e soci hanno finalmente chiuso il discorso per il primo posto ed ora si godono la grandissima festa per il salto in Promozione, passando ovviamente dalla porta principale.
«Ora sono un attimo più rilassato – ammette, tra le risate, mister Sandro Acciaro – ma non posso nascondere che la situazione che stavamo vivendo, da qualche settimana, ci ha complicato le cose: l'Arzachena ha perso pedine molto importanti nel corso delle ultime uscite e proprio per questo devo fare un applauso a tutti i miei ragazzi, nessuno escluso; chi è sceso in campo ha sempre fatto il proprio dovere e credo davvero che il punto di forza di questa squadra, come dissi già un po' di tempo fa, sia la grande compattezza dello spogliatoio, l'unione di intenti. I giocatori che hanno fatto parte di questo gruppo hanno sempre lavorato con la concentrazione al massimo e io credo che alla fin fine questo abbia dato il là per la vittoria del campionato. L'Arzachena è la squadra più blasonata del girone, ma ripartire dopo un'estate problematica e dopo le vicende non proprio positive legate alla gestione da parte della vecchia proprietà non è stato semplicissimo».
La certezza matematica del salto in Promozione è arrivata soltanto alla penultima uscita, grazie al 0 a 0 maturato nel derby contro il Palau.
«Abbiamo affrontato una squadra in salute ed ora, se dovessero vincere la prossima gara, andrebbero a giocarsi la permanenza in questo campionato negli spareggi playout. Tornando a noi, invece, abbiamo preparato la partita con grande concentrazione, con la consapevolezza di avere due risultati su tre a disposizione».
Il tecnico applaude i suoi e scende nel dettaglio con l'analisi del match.
«I ragazzi sono stati davvero bravissimi nel limitare lo spazio per le giocate degli avversari, nonostante il risultato sia rimasto in bilico sino all'ultimo. Abbiamo disputato una gara caratterizzata dalla grande attenzione, la voglia e l'intensità».
Il primo posto è la diretta conseguenza di una cavalcata a dir poco entusiasmante.
«Abbiamo fatto qualcosa di veramente importante, e proprio per questo ci tengo a ringraziare tutti i giocatori della rosa, che sono stati gli artefici principali di questo successo, oltre, ovviamente, alla società, che non ci ha mai fatto mancare niente, anzi, i dirigenti sono sempre rimasti al nostro fianco, riservandoci grande attenzione. Il traguardo che abbiamo raggiunto è il coronamento perfetto per tutti i sacrifici fatti in stagione».
Le difficoltà in questi mesi non sono mancate di certo.
«Ė dalla seconda uscita che stiamo perdendo pezzi importanti, a cominciare da Claudio Corsini e Rutigliano, che non sono mai più rientrati in campo dopo i loro rispettivi infortuni; il primo si è rotto la tibia ed il perone, il secondo un braccio. A loro si è aggiunto Mannoni, che ha avuto dei fastidi alla caviglia ed ora è alle prese con dei problemi al ginocchio: è da circa un mese che non è più a disposizione, ma la lista degli elementi a cui abbiamo dovuto rinunciare è lunga: capitan Bonacquisti, per citarne un altro, ha già scontato un mese di assenza a causa del problema fisico con cui sta facendo i conti. Non è stato facile, insomma, e proprio per questo dico che la squadra ha centrato una piccola, grande impresa. Senza sacrificio, senza il giusto equilibrio tra i reparti, comunque, non arrivi da nessuna parte».
Il tecnico poi aggiunge: «Questa è una considerazione a cui sono arrivato nell'ultimo periodo: probabilmente non siamo stati sempre belli e convincenti, parlo della qualità del gioco, come eravamo, magari, nella prima parte del torneo, ma l'Arzachena ha fatto di necessità virtù, come si dice, puntando su altre caratteristiche: grinta, volontà, sacrificio, lavoro. Ai miei ho chiesto soltanto di presentarsi al campo con serenità e testa libera e di concentrarsi su una sfida per volta. Ne approfitto anche per ringraziare tutti i miei collaboratori, che mi hanno dato una grossissima mano».
La concorrenza, del resto, non è mancata di sicuro.
«Sapevamo che non saremmo stati gli unici a correre per il primo posto: il Castelsardo, ad esempio, ha tenuto il nostro passo per buona parte della stagione, ma noi siamo stati bravi ad amministrare il vantaggio, seppur modesto; dopo il turno infrasettimanale di mercoledì scorso, dove abbiamo pareggiato contro il Campanedda, che si è dimostrata davvero un'ottima squadra, il distacco con i nostri diretti inseguitori è aumentato a sei lunghezze. Sono convinto, comunque, che i sassaresi arriveranno al terzo posto, a pari punti, magari, con il Monte Alma. A noi mancava da fare soltanto l'ultimo passo, e per fortuna le cose sono andate bene. Onore a Castelsardo, Monte Alma e Campanedda, che al pari dell'Arzachena hanno disputato un'ottima stagione».
Acciaro può ritenersi estremamente soddisfatto per il lavoro fatto quest'anno.
«La cosa più importante è stata quella di trovare buoni equilibri tra i reparti, lo spirito di sacrificio e l'appartenenza a questo gruppo hanno fatto il resto. Ciascun componente della rosa ha fatto il proprio dovere, senza risparmiarsi: parlo anche e soprattutto di chi meno è sceso in campo rispetto agli altri, ma si è sempre allenato al massimo e si è fatto trovare pronto al momento del bisogno».
L'allenatore è dovuto correre ai ripari anche sul piano tattico.
«Dopo che abbiamo perso i nostri due esterni offensivi ho dovuto cambiare qualcosina: Gargiulo, ad esempio, è rimasto fuori per un mese e mezzo, e stiamo parlando di un giocatore che aveva già fatto 14-15 gol. Il mio modulo preferito è il 4-3-3, ma senza gli interpreti migliori c'è stato bisogno di mutare il nostro atteggiamento ed i ragazzi mi hanno seguito alla lettera in questa evoluzione. Per questo dico che l'applauso più grande va a loro. Le nostre parole d'ordine sono state: sacrificio, lavoro, ambizione, serenità e umiltà. Questi, dunque, gli ingredienti del nostro successo».
Zela è stato il capocannoniere, con 17 centri, ma il bottino potrebbe aumentare ancora negli ultimi 90' da giocare.
«Io però non voglio fare nomi e non vorrei concentrarmi su nessuno in particolare; ribadisco il fatto che tutti i ragazzi della rosa sono stati importanti allo stesso modo; per raggiungere certi obiettivi è necessario che tutte le componenti viaggino nella stessa direzione, con la massima coesione: società, staff tecnico, giocatori, collaboratori, sino ad arrivare al magazziniere. Tutti devono avere in testa un solo obiettivo. Ė la mia filosofia, quella che mi ha accompagnato nei due anni di successi con l'Ilva, ed è la stessa che ho provato a trasferire qui ad Arzachena. E non posso che essere soddisfatto per come sono andate le cose».
Acciaro non svela i piani sul suo futuro prossimo.
«Sinceramente la mia priorità era chiudere la stagione con il primo posto in tasca e l'obiettivo raggiunto. Per il futuro non ci penso ancora: se ci sarà la possibilità di sedermi attorno allo stesso tavolo con la dirigenza sarò felice, ma ora è ancora prematuro fare questi discorsi. La cosa più importante è aver dato una mano a risollevare questa squadra: seppur partendo in netto ritardo con la costruzione del gruppo abbiamo fatto un ottimo lavoro. La vittoria del campionato è meritatissima».
Si chiude con una dedica.
«La mia famiglia è quella che subisce il mio stress derivante dall'impegno che mi assumo (ride); mia moglie e il resto dei miei cari soffrono assieme a me e dunque un pensiero particolare va a loro».