"Il lavoro settimanale è fondamentale"
Mr. Ruggiero, allenatore della Nora Nuraminis, non cerca scuse in vista del prossimo turno: "Se non vinciamo, veniamo tagliati fuori dalla corsa play-off. Domenica è una giornata decisiva non solo per noi, ma per molte altre squadre."
Quello in programma domenica è un turno decisivo per quanto riguarda il girone D.
Tra le formazioni che stanno facendo meglio troviamo sicuramente il Nora Nuraminis, atteso dalla difficile e delicata trasferta sul campo dell'U.S Santa Giusta.
La squadra guidata da mr. Ruggiero si gioca gran parte della sua stagione: servono infatti i tre punti per continuare ad inseguire un posto per i play-off.
Mr. Ruggiero, avete collezionato due sconfitte nelle ultime tre gare disputate.
Venivate da una striscia di cinque vittorie consecutive, poi avete accusato un calo soprattutto nei risultati. Cosa non sta funzionando?
«La risposta è abbastanza semplice: nell'ultimo periodo abbiamo incontrato squadre più forti, che ci hanno quindi creato difficoltà maggiori.
Penso sia un problema di mentalità: ci manca la personalità per affrontare le partite importanti, la voglia di vincere spesso è decisiva per superare gli ostacoli; a conferma di quanto ti sto dicendo parlano i sette pareggi che abbiamo ottenuto sino ad ora.
Probabilmente paghiamo cara l'inesperienza: alcuni ragazzi forse non sono abituati a vincere e non hanno la giusta cattiveria agonistica che è indispensabile per raggiungere certi traguardi.»
Domenica siete attesi dalla trasferta contro l'U.S Santa Giusta.
Che partita si aspetta da parte dei suoi ragazzi?
«Mi aspetto prima di tutto una buona prova sotto il profilo del carattere: andiamo a giocare una partita difficilissima in trasferta e in queste occasioni se non mostri la determinazione giusta fai davvero fatica a portare a casa dei punti, a prescindere dalla posizione in classifica che occupa in quel momento il tuo avversario; che siano i primi, i secondi o gli ultimi non fa molta differenza, è l'atteggiamento con cui si scende in campo e si affronta il match che risulta decisivo.
Noi ci stiamo preparando abbastanza bene per la sfida di domenica, ma dobbiamo ricordarci che in campo sono assolutamente fondamentali gli episodi: nella partita di domenica scorsa, ad esempio, un gol degli avversari era viziato, secondo me, da un netto fuorigioco; da quel momento i ragazzi si sono innervositi e la gara si è complicata ulteriormente.
Anche a me sono saltati un po' i nervi, tant'è che sono stato espulso dall'arbitro, una cosa che fra l'altro mi capita molto di rado: ho chiesto semplicemente spiegazioni al direttore di gara che a mio avviso era posizionato bene per poter vedere la posizione irregolare del giocatore avversario ma sono stato allontanato dal campo.
Tornando alla tua domanda, penso che con la giusta concentrazione e il giusto rispetto per gli avversari potremmo giocarci tranquillamente le nostre carte nel confronto di domenica.»
Cosa teme di più degli avversari?
«In casa non perdono da oltre un anno: penso che questo sia uno degli aspetti principali da considerare.
Conosco gran parte dei ragazzi, sono una squadra che gioca molto bene o, meglio, che prova sempre ad esprimersi ad alti livelli.
Dal punto di vista tattico penso non ci saranno sorprese: il loro allenatore schiera la squadra da tempo con il 4-3-3 e penso che anche domenica utilizzeranno questa soluzione.
Secondo me sarà una gara decisa dagli episodi, dalle giocate dei singoli.
Per quanto ci riguarda è una sfida fondamentale: se perdiamo scivoliamo a -9, che significa essere praticamente tagliati fuori dalla corsa per un posto nei play off; con appena 8 partite da giocare diventa difficilissimo recuperare punti e posizioni in classifica.
Noi giochiamo sicuramente per vincere.»
Quali sono le caratteristiche migliori della sua squadra? E' soddisfatto del gioco che riuscite ad esprimere o c'è qualcosa che potete ancora migliorare?
«Dobbiamo sicuramente migliorare sotto il profilo della continuità, soprattutto per quanto riguarda il gioco e i risultati. Ci capita ancora troppo spesso infatti di alternare prestazioni brillanti a prove decisamente insufficienti.
Un aspetto in cui personalmente credo molto è il lavoro: ci alleniamo tre volte alla settimana e ad ogni seduta partecipano, con sacrificio, disponibilità e rispetto, una ventina di ragazzi, tutti davvero fantastici.
Penso che questa intensità sia una cosa abbastanza inusuale per la seconda categoria; probabilmente nemmeno il Guspini, che sta dominando il campionato, si allena costantemente con questa frequenza.
Probabilmente svolgiamo un tipo di lavoro molto simile a quello che fanno le formazioni di categoria superiore alla nostra, come ad esempio la promozione o l'eccellenza: ho la possibilità, grazie alla società, di collaborare anche con un validissimo preparatore atletico.
Da questo punto di vista quindi non posso assolutamente lamentarmi: la preparazione degli atleti è ottima, io faccio tutto il possibile e mi impegno al massimo; poi come ti ho già detto prima, sul campo spesso sono decisivi gli episodi.»
Mr. Ruggiero, dove pensa possa arrivare la sua squadra in questo campionato?
«Molto si decide domenica: se facciamo risultato possiamo puntare ai play off.
Se dovesse andare male non dovremmo sicuramente abbatterci, ma continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto; in caso di sconfitta non riusciremo a fare meglio di un quarto, quinto posto.
Per noi è una sfida decisiva, probabilmente molto più che per il Santa Giusta.
Se loro perdono rischiano al massimo di essere raggiunti dalla Tharros e di vedere ridotto il vantaggio sulla San Marco Cabras.
E' un turno difficile un po' per tutti: la Tharros gioca il derby contro l'Oristanese, la San Marco Cabras affronta in trasferta il Gonnosfanadiga che ha bisogno di punti per allontanarsi ulteriormente dalla parte bassa della classifica, soprattutto dopo gli ultimi risultati negativi; non sarà facile nemmeno per il Guspini sul campo dell'Atletico Cabras.
Per me, gran parte del campionato si decide domenica: è un discorso che vale soprattutto per la mia squadra ma anche per molte altre formazioni.»
Quale è la squadra che l'ha più impressionata per quanto riguarda il gioco?
«Sicuramente il Guspini, ma mi piace molto anche l'Atletico Cabras: non conosco personalmente l'allenatore ma domenica mi ha dato l'impressione di essere una persona molto capace.
Sono due squadre molto ben organizzate, quadrate: in seconda categoria è difficile trovare delle realtà di questo tipo.
Noi contro il Guspini abbiamo disputato una buona partita, probabilmente meritavamo qualcosa di più del pareggio visto che abbiamo sbagliato un calcio di rigore.
Osservando queste squadre si capisce realmente quale sia l'importanza dell'allenatore: non dico questo per difendere la mia categoria, ma quando in panchina c'è una persona valida e competente i risultati sono evidenti.»
Secondo Lei qual è la differenza più grande, a livello dilettantistico, tra il calcio argentino e quello italiano?
«Le differenze sono davvero molte: in Argentina il calcio è inteso in maniera più passionale, il fair-play non esiste. Ho giocato in campi davvero difficili, in cui siamo stati costretti a rimanere negli spogliatoi sino a mezzanotte perchè la tifoseria locale era, diciamo così, un po' troppo calda.
In Italia, fortunatamente, questo non esiste: finisce la partita e puoi tornare tranquillamente a casa tua, e non dico che questo sia un male, anzi. Il rispetto è fondamentale nel calcio.
Un'altra differenza è l'intensità degli allenamenti: a livello dilettantistico si fanno due, massimo tre allenamenti per settimana; in Argentina, anche nel settore giovanile, facevamo 4-5 allenamenti prima di ogni gara, spesso, quando era possibile, con doppie sedute.
Il gioco in Italia, e parlo sempre a livello dilettantistico, è basato molto più sul fisico che sulla qualità: se hai una squadra con buone doti atletiche, se corri e combatti, puoi giocartela tranquillamente con tutti, almeno in seconda categoria. Probabilmente nelle serie maggiori la situazione cambia sensibilmente, ma la nostra realtà, mi sembra, è questa.»
C'è una cosa che non Le piace del calcio dilettantistico in Italia?
«Penso che uno dei problemi più grandi, in Italia ma anche in Argentina, siano gli arbitri, ma non penso che le responsabilità debbano ricadere tutte sui direttori di gara: ci sono situazioni che vengono valutate male anche in categorie superiori dove c'è l'aiuto dei due guardalinee, figuriamoci cosa può succedere quando tutta la responsabilità ricade su un'unica persona.
Deve esserci secondo me un sacrificio in più da parte della federazione: il lavoro che facciamo in settimana deve essere rispettato maggiormente, ci sono delle società che investono risorse importanti e i risultati non possono essere condizionati così tanto dalle decisioni degli arbitri.
Ci dovrebbe essere, in questo senso, un gesto di buon senso da parte della federazione: i guardalinee anche in seconda categoria rappresenterebbero sicuramente un momento di crescita.»