Dopo il ko con l'Olbia: «Non ci vogliono in D»
Muravera, annuncio choc del presidente Aresu: «Mi dimetto e ritiro la squadra, gli arbitri ci stanno affossando. Su Nurchi un rigore netto, in 26 giornate gli unici a non averne tirato alcuno»
«Mi dimetto e ritiro la squadra, è inutile spendere soldi e fare sacrifici se poi c'è chi ci vuole rimandare in Eccellenza». Giampaolo Aresu va su tutte le furie e, al termine del match perso in casa 2-1 contro l'Olbia, fa l'annuncio choc.
Il presidente del Muravera se la prende con la classe arbitrale e il rigore non dato dal direttore di gara Federico Pragliola di Terni su Nurchi, a 20' dal termine e con il punteggio ancora sull'1-1, è la classica goccia che fa traboccare il vaso: «È uno scandalo, come si fa a non fischiare un rigore così netto con il nostro attaccante falciato in area. A fine gara ho parlato con diversi giocatori dell'Olbia che hanno ammesso come il fallo fosse netto. Gli arbitri ci stanno affossando. Io rassegno le dimissioni, in settimana ci sarà una riunione del direttivo e propongo di ritirare la squadra, se poi ci fosse qualcun altro disposto a portare avanti la stagione che si faccia avanti». Aresu fa notare un dato statistico che riguarda il Muravera: «Non è pensabile che in 26 giornate siamo l'unica squadra del girone a non aver beneficiato ancora di un calcio di rigore, al minimo contatto nella nostra area invece è un rigore contro. Così è stato una settimana fa a Grosseto e così è stato per quello fischiato a favore dell'Olbia, che non c'era perché Vignati ha colpito la palla prima di Formuso». È l'atteggiamento dell'arbitro di oggi, ma anche in generale, che al presidente non va giù: «Sempre buonista nei confronti dei giocatori dell'Olbia e con i nostri sempre minaccioso. Se non ci vogliono in serie D allora siamo noi che togliamo il disturbo e che salvino chi vogliono salvare, non ci stiamo a continuare a fare sacrifici ed essere derisi da ragazzi di vent'anni. Non vogliamo favori ma solo che si fischi il giusto e oggi il giusto era il rigore da fischiare su Nurchi, sacrosanto, e che se realizzato ci avrebbe portato sul 2-1 a 20' dal termine. A San Cesareo, al 94', niente rigore per un fallo netto di mano di un difensore avversario, per non parlare di quello in casa contro la Flaminia e sempre su Nurchi».
Il presidente Aresu torna poi su un episodio che ha sempre taciuto ma che riporta alla gara pareggiata 1-1 in casa proprio contro la Flaminia del 17 gennaio scorso. «Io viaggiavo nello stesso aereo che portava i nostri avversari in Sardegna e c'era anche l'arbitro designato (Massimiliano Aly della sezione di Lodi, ndr), lo stesso che ci aveva diretto la gara a Lanusei. Ha conversato tutto il viaggio con alcuni giocatori della Flaminia. Inizialmente gli ha detto: "Fate da bravi che domani vi devo arbitrare io". La loro risposta è stata: "Le gare in Sardegna non ci hanno mai portato fortuna ci dia una mano". L'arbitro sorrideva, mentre quando gli hanno detto che otto squadre sarde nel girone erano troppe e che bisognava fare qualcosa, lui ha aggiunto: "Almeno voi viaggiate in gruppo noi arbitri siamo da soli in aereo". Un giocatore gli ha detto: "Sono un mediano e prendo sempre ammonizioni, domani cerchi di stare attento". Sul discorso degli assistenti sardi loro ribadivano che contro la Nuorese erano stati pessimi. L'arbitro sorrideva e li rassicurava: "Questi sono bravi". Poi si è messo a dare giudizi tecnici sulla nostra squadra dicendo che a Lanusei avevamo vinto 5-0 perché avevamo un attaccante forte (Nurchi, ndr) e che dovevano fare attenzione a lui. Ha dato un rigore a loro dopo 11' e non ne ha concesso uno a Nurchi, falciato nettamente mentre calciava di fronte al portiere avversario e poi ammonito per simulazione. A fine gara, all'uscita dagli spogliatoi ho chesto all'arbitro se mi avesse riconosciuto perché io avevo viaggiato nella fila 10 e lui in quella 11. Mi ha detto: "Quindi ha sentito tutto? Comunque sbaglia Rizzoli in serie A e figuriamoci se non sbaglio io". A questo punto dico che non vogliono il Muravera in serie D, perciò è inutile anche continuare a spendere soldi nelle trasferte».