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Serie D
Presentato lo staff tecnico, le novità di mercato

Olbia, ecco mister Mignani: «Abbiamo 15 partite per fare l'impresa ma non dipende solo da noi». Il presidente Marino: «Credo nel tecnico e nella squadra. Il Cagliari giocherà qui? Lo aspettiamo»

Il battesimo l'ha avuto domenica a Castiadas, la presentazione ufficiale è invece arrivata due giorni dopo. Michele Mignani è il nuovo allenatore dell'Olbia da venerdì scorso, ha fatto a tempo a preparare la gara di campionato col Castiadas, pareggiata in modo rocambolesco per 3-3, e dopo il primo allenamento della settimana ha parlato con la stampa, insieme con il vice-allenatore Giovanni Pittalis (promosso dalla Juniores), il preparatore atletico Giorgio D'Urbano, quello dei portieri Sabino Oliva e delle giovanili Andrea Paniziutti.

 

Tutti introdotti dal presidente Alessandro Marino: «Noi possiamo offrire loro un progetto e una parte di stagione che può essere molto entusiasmante, come tutte le sfide. Il mister aveva delle opportunità in categorie superiori, ha scelto noi e di questo ne siami contenti. Adesso ho il mio staff e non ho più attenuanti, tutti loro sono stati scelti dal management e dalla società, la responsabilità sarà mia, credo fermamente nei giocatori e staff, sono convinto che mi daranno soddisfazioni e se così non fosse la colpa sarà mia». Sul fronte mercato sono diverse le novità annunciate dal numero del club gallurese: «È arrivato Werther Carboni, portiere del '96, siamo contenti di riuscire ad inziare il discorso col Cagliari, è la prima operazione di valorizzazione ma, come ha detto in precedenza il presidente Giulini, in serie D è difficile fare questo tipo di discorso, il nostro progetto deve andare a compensare la differenza categoria, i giocatori che sono in squadre professionistiche devono fare un passo indietro ed è difficile. C'è anche Joseph Tetteh, del '99 (dalla Primavera rossoblù, ndr), si sta allenando con noi ma il tesseramento è in via di definizione per problemi tecnici. Il portiere Davide Ciotti (ex Ternana, ndr) si è allenato con noi, ci interessa ma abbiamo Fabrizio Deiana, del '98 e prodotto del vivaio dell'Olbia, Van der Want che ha giocato spesso in stagione e con l'arrivo di Carboni sarebbero quattro portieri». Marino è tornato sulla cessione di Beppe Giglio: «Non si allineava al nostro progetto e poi abbiamo un '96 di Olbia come Alessandro Aloia che pensiamo abbia valore, ha fatto due gol a Castiadas e sarebbe un peccato se quelli che abbiamo non sono messi in condizione di mostrare il loro valore al meglio. Poi ci sono Caboni, Mastinu e Formuso, prendere una quinta punta significherebbe togliere spazio agli altri, il mister Mignani e il direttore Carta mi diranno se sarà il caso di intervenire. Intanto è uscito Gianmarco Falasca, che ha avuto una richiesta dalla Lupa Castelli in Lega Pro, per lui è un'opportunità professionale che non gli abbiamo voluto impedire di cogliere, ma non necessariamente sarà un "grande" a sostituirlo. Andare a prendere un "over" significa andare a far rescindere il contratto ad un giocatore professionista, noi crediamo nella rosa attuale, che non è riuscita per vari motivi a dimostrare i veri valori». Sul fronte infortunati: «Molino si è allenato e potrebbe giocare subito ma dopo il problema avuto deve entrare in condizione, per lui ci sarà un programma personalizzato. Speriamo che Vispo possa tornare in campo al più presto possibile mentre Cossu ha avuto un'elongazione al flessore, ne avrà per una settimana o dieci giorni, il suo recupero sarà veloce». Il presidente Marino è stato molto chiaro anche sul capitolo stadio, l'Olbia e la città sono pronti ad accogliere il Cagliari quando dovrà traslocare dal Sant'Elia per due anni: «Le condizioni che Olbia può portare sul tavolo sono uniche per la Sardegna, il Cagliari deve vagliare le opportunità sul territorio circostante, Quartu ha dei vantaggi logistici ed economici. Noi lo stiamo aspettando a braccia aperta, l'amministrazione è disponibile, giocare nel Continente scontenterebbe tutti, noi costituiamo per loro un'ottima opportunità nel momento in cui ci fossero ostacoli imminenti, anche perché la struttura in ferro va smontata e rimontata e dovrà poi restare quando il Cagliari tornerà nel nuovo Sant'Elia, un conto è che la utilizzi una squadra di Prima categoria e un conto che lo faccia una di serie D che spera a breve di andare in Lega Pro. Nella zona de La Basa non ci sono ostacoli insormontabili, in una prima analisi fatta abbiamo visto piante e via d'accesso, l'incrocio di queste disponibilità strutturali coi vincoli che la serie A impone è stato incoraggiante».

 

Michele Mignani ha spiegato il perché ha accettato la proposta dell'Olbia: «Mi ha convinto l'opportunità di allenare in un contesto dove si può lavorare in modo coscienzioso con delle figure dirigenziali e tecniche di un certo livello, in una società seria e ambiziosa. Per me è la prima volta alla guida di una prima squadra ma ho un'esperienza molta formativa fatta sul campo, essere l'allenatore in seconda o il collaboratore tecnico in serie A e B vuol dire partecipare alle vicende dello spogliatoio». Sulle reali possibilità di agguantare il primo posto: «Non so dire se può essere un'impresa oppure no, siamo qui per fare il meglio e alla fine dell'anno tireremo le somme. Noi abbiamo altre 15 partite per cercare di fare l'impresa, i 10 punti di distacco sono tanti, c'è uno scontro diretto che ti potrebbe portare a -7 ma poi non dipende solo da te, quando hai più squadre davanti a te dipende anche dal loro cammino. Noi possiamo solo provare a vincerle tutte, scontri diretti compresi, non è semplice ma non credo alla lunga che tra le squadre di testa ci siano grandi differenze, alcune le ho viste e su altre ho preso informazioni, l'Olbia può far bene». Il tecnico torna sulla gara di Castiadas che ha visto un'Olbia dai due volti: «Se devo scegliere una parte della partita di domenica ovviamente scelgo i primi 45'. L'approccio alla partita, il modo di giocare e il modo di opporsi e come la squadra ha fatto la fase di possesso e non possesso palla, per i primi 45' mi ritengo ampiamente soddisfatto. Siamo andati vicino al gol con gli attaccanti, Aloia ne ha fatti due, e con il tequartusta, Cossu ne ha segnato uno, ma pure con gli inserimenti dei centrocampisti. Mi piacerebbe che l'atteggiamento della squadra sia quello e, se fosse possibile, anche il risultato. Nella mia idea di calcio mi piacciono le punte con quelle caratteristiche, mi piace avere un uomo tra le linee, io non c'ero quando è stato mandato via Giglio, la società ha un progetto per il futuro e ha fatto scelte in funzione di questo. Poi si è mossa per migliorare il livello tecnico della squadra, il presidente e il direttore sono all'erta per fare meglio. Quando si cambia un allenatore si riparte da zero, ci sono quelli legati al mister, gli scontenti, non posso permettermi di guardare a queste cose ma devo portare tutti i giocatori dalla mia parte». Alla squadra ha chiesto di urlare di più in campo: «Ci sono momenti della partita in cui se non ci arrivi con le gambe puoi arrivarci con la voce, col cuore, con la testa e con lo spirito di gruppo, nella ripresa abbiamo sbagliato. La partita di Castiadas è stata una legnata ma c'è una frase di un mio amico che mi ha risollevato il morale: "Il Milan così ha perso una Champions". Io mi auguro che domenica faremo risultato pieno».

 

Sarà molto importante il lavoro che ha iniziato a svolgere Giorgio D'Urbano, 56enne preparatore atletico conosciuto per esser stato al fianco dei campioni dello sci come Alberto Tomba e Deborah Compagnoni oltre che far parte dello staff tecnico della Nazionale azzurra di pallavolo. Nel calcio ha avuto esperienze all'Atalanta e al Siena, perciò ben conosciuto sia da Mario Beretta (responsabile tecnico del settore giovanile del Cagliari) che dallo stesso tecnico Mignani, ex bandiera dei bianconeri. «Ho visto la squadra oggi - dice D'Urbano - e quando si parla di una condizione fisica deficitaria bisogna fare delle valutazioni attente, se ci sono o meno problemi legati ad un deficit organico o di forza o psicologica che comunque va a braccetto con una difficoltà fisica. In questo periodo della stagione bisogna fare le cose per bene, vanno messi i tasselli volta per volta e non tutto assieme, sennò si potrebbero fare danni. Porterò la mia esperienza per capire dove e come intervenire per far sì che partita dopo partita cresca il livello della condizione fisica e degli altri aspetti che servono per fare la prestazione. Credo nel lavoro e nella professionalità dei ragazzi, non si fanno miracoli, ci vuole la motivazione che si trova sul campo e col lavoro».

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2015/2016
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Sardegna
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