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San Teodoro-Atletico Uri atto finale. Ibba: «Sereni e consapevoli dei nostri mezzi, non giocheremo per il pari». Borrotzu: «Serve solo vincere, senza fretta alla ricerca del gol decisivo»
I due bomber sulla sfida playoff: «Tanti stimoli»

San Teodoro-Atletico Uri atto finale. Ibba: «Sereni e consapevoli dei nostri mezzi, non giocheremo per il pari». Borrotzu: «Serve solo vincere, senza fretta alla ricerca del gol decisivo»

San Teodoro e Atletico Uri allo scontro "finale". Domani a Sa Rodia galluresi e sassaresi incrocieranno le lame per designare la rappresentante della Sardegna che cercherà la serie D attraverso gli spareggi nazionali (al primo turno contro la vincente dei playoff della Toscana girone A). Due squadre forti che hanno conteso il campionato al Latte Dolce, alternandosi in vetta con i sassaresi prima dell'allungo decisivo nel girone di ritorno. Due squadre capaci di stroncare la concorrenza per gli altri due posti playoff annullando così le semifinali, il secondo posto dei viola di Tatti dà il vantaggio di passare alla fase nazionale anche con un pareggio nei 120'. Pronostico comunque incerto benché nella stagione regolare i teodorini s'imposero 3-2 a Usini, il campo per le gare interne dell'Atletico Uri, e pareggiarono in casa alla penultima giornata conservando così la seconda e importante piazza. Giovani bravi e senior esperti sia tra i viola che tra i giallorossi, allenatori come Tomaso Tatti e Giovanni Muroni che mandano in campo le squadre per vincere, solo 3 pareggi per il primo e 2 per il secondo.

 

Antonio Borrotzu (Atletico Uri) e Christian Ibba (San Teodoro)Ed è scontro tra bomber con il capocannoniere Antonio Borrotzu (30 gol) che sfida il vice Christian Ibba (24 reti). «È un peccato che si arrivi giocarci questa finale ma bisogna ammettere che il Latte Dolce ha molti più meriti di noi e San Teodoro - dice l'attaccante oranese - i numeri dicono che erano più squadra e senza grande rammarico ci facciamo la finalissima che testimonia il nostro ottimo torneo». Sui vantaggi del San Teodoro: «Io sono contento di non avere due risultati su tre perché comunque non siamo una squadra adatta per difenderci, o perdiamo o vinciamo. Incontriamo una grande squadra, organizzata in ogni reparto, non sarà facile vincere». L'Atletico Uri vuole prolungare la stagione: «Arrivati a questo punto, sarebbe deficiente mollare sul più bello, queste sono gare seguitissime e belle da giocare, il lunedì giochiamo solo noi e ci sarà un grande pubblico per vedere due squadre organizzate. Timore? Le gambe non tremano di certo ma chi dice che per una sfida così non è teso e non gliene frega niente è un bugiardo. La tensione giusta c'è ma poi pensi solo a giocare». Sul momento fisico della squadra Borrotzu sgombra dubbi: «Forse un po' mentalmente abbiamo mollato dopo aver perso quelle certezze che avevamo ad inizio campionato, ma ci siamo ripresi e a San Teodoro non recuperi una gara dal 3-1 sotto se non stai bene fisicamente. Anche domenica scorsa contro la Ferrini si è giocato a ritmi elevati». Per questa sfide secche il bomber giallorosso è sicuro: «Conta l'aspetto psicologico, bisogna scendere in campo e giocare alla pari, la gara secca di per sé offre stimoli, poi sono gli episodi a decidere ma bisogna stare calmi e non avere fretta per cercare il gol risolutivo, vanno gestite le energie nervose che giocano un brutto scherzo. Infatti, durante la stagione, negli scontri diretti la troppa voglia di vincere ci ha fatto perdere, bisogna essere intelligenti tatticamente più di altre gare, tener palla e non aver fretta di affondare oppure sapere bene quando fare il contrario». Si gioca alle 17 a Oristano al centro federale "Tino Carta" ma l'Atletico vorrà sentirsi a casa: «Da Uri si stanno organzzando per arrivare in massa e anche da Orani verrà parecchie gente a tifarmi». Infine Borrotzu si augura vivamente che «sia una gara corretta, io vado in campo e non rompo le scatole a nessuno, quando ho giocato nel Nuorese mi è capitato di ricevere insulti abbastanza pesanti e questo mi dispiace perché mia figlia è sempre in tribuna. Spero invece che succeda ciò che è stato fatto sia all'andata che al ritorno con i tifosi del Monastir che cantavano per noi e i nostri tifosi facevano altrettanto per loro. Ho fatto tanti anni la serie D e questi problemi li ho avuti sempre in Sardegna, in campo vengo rispettato e fuori no, Che se ne rimanga a casa certa gente».

 

Dalla Gallura Christian Ibba è pronto all'assalto della finalissima per prolungare la stagione: «La stiamo preparando serenamente senza ansie e pressioni, come fosse la 31esina gara di campionato anche se non lo è. Siamo consapevole dei nostri mezzi, è una sfida secca e, tolta il Latte Dolce che ha stravinto e giustamente festeggiato la serie D, incontriamo la seconda squadra più forte del campionato». Il pareggio non è un reale vantaggio per i galluresi: «Noi abbiamo grande rispetto per l'avversario ma pensiamo di poter vincere e di sicuro non di portarla per il pareggio, tra l'altro 120' sono tanti perché possa finire in parità una partita tra squadre che non sanno pareggio, spero solo che non ci siano episodi penalizzanti e determinanti al fine del risultato ma che la vittoria sia frutto del valore messo in campo dalle squadre». I precedenti favorevoli in campionato vengono accantonati dal bomber quartese: «Non c'entra niente che abbiamo vinto all'andata e pareggiato al ritorno con loro che hanno segnato il 3-3 all'ultima azione dell'incontro, si gioca in un campo nuovo per entrambe, ci sono stimoli superiori a quelli già alti delle due gare fatte in stagione e poi sei al punto che devi vincere oppure sei fuori, non esiste un domani per questa gara se non per chi la spunta». La squadra è al completo e sta bene. «La condizione fisica è discreta - assicura Ibba - può essere che qualcuno dei miei compagni massiccio soffra il caldo ma cambiamo anche l'orario di gioco e dovremo gestire queste cose. Farina ha recuperato ed è un uomo d'esperienza in più che ci servirà tantissimo». Il pubblico dei viola non mancherà: «Stanno organizzando dei pullman per essere presenti alla partita, spero vengano in tanti anche se noi durante l'anno non avevamo chissà quale tifoseria se non i fedelissimi. Essendo un giorno festivo senza altre gare di campionato a chi piace il calcio dilettantistico non mancherà all'appuntamento. Io ad esempio, se non fossi stato in finale, ci sarei andato a Oristano».

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna