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Mattias Meloni, centrocampista, Tortolì
Il Latte Dolce scapperà, la Nuorese si aggrappa a Fraschetti

Saranno 4 mesi di lacrime e sangue per le sarde, 2 retrocessioni certe. Si riparte con gli spareggi San Teodoro-Lanusei e Tortolì-Budoni

Saranno quattro mesi di lacrime e sangue per le squadre sarde di serie D. Dopo diverse stagioni nessun club isolano è arrivato al giro di boa nella parte sinistra della classifica e questo fa anche pensare che saranno diverse le retrocessioni. Si parte da un minimo di due ad un massimo di quattro, ossia il pieno dei risultati negativi. Il calcolo è presto fatto: nelle ultime 8 posizioni in classifica ci sono tutte le sei squadre isolane iscritte al girone G, all'interno della bagarre a "quattro mori" sono inserite Anzio e Flaminia. Nel caso che una delle due dovesse finire negli ultimi due posti, le retrocessioni scenderebbero ad un massimo di tre, ridotta a due se la seconda laziale dovesse perdere il playout contro una esponente sarda. Difficilmente (benché sia sempre auspicabile) si creeranno altri scenari e vediamo perché.

 

Sebbene l'aritmetica possa mettere al riparo solamente la capolista Rieti, che ha chiuso l'anno con 42 punti all'attivo, è realistico pensare che le successive sette squadre in classifica - Sff Atletico (37), Albalonga (36), Trastevere (33), Latina (32), Cassino (31), Aprilia (29), Ostiamare (29) - si contenderanno i posti playoff. I reatini si ricordano bene che l'anno scorso l'Arzachena fece 42 punti nel girone di ritorno partendo dalla posizione che attualmente occupa il Latina ma Scotto e compagni girarono sempre in testa ma con 6 punti in meno di quelli già in carniere. Dopodiché c'è la Lupa Roma con 25 punti che, essendo stata l'unica squadra ad infliggere una sconfitta al Rieti (il 17 dicembre), la logica fa pensare che sarà in grado di fare altre 4/5 vittorie e non correre mai guai. Decima in classifica c'è il Monterosi a quota 22, che potrebbe essere considerata ancora in gioco per il discorso playout se si parlasse però di un'altra squadra e non di quella che presenta tanti giocatori che un anno fa fu battuta dall'Arzachena di un punto per la corsa alla Lega Pro. I viterbesi sono la sorpresa in negativo guardando oltre Tirreno anche se destinati a cambiare passo (benché abbiano salutato il bomber Pippi) e uscire dalle zone basse specie se non sbagliano le prime tre gare di gennaio: Flaminia e San Teodoro fuori e Latte Dolce in casa. Ma già confermare il deludente girone d'andata porterebbe Matuzalem e compagni alla salvezza tranquilla.

 

Il Latte Dolce, con 21 punti, è la capolista del mini-girone a otto che regala due posti-salvezza sicuri. Per i sassaresi vale lo stesso discorso del Monterosi, sia per le aspettative "tradite" di inizio stagione sia per il trend che stanno avendo: da quando è tornato Massimiliano Paba in panchina i biancocelesti hanno conquisto 18 punti in 11 partite. Dopo aver rinforzato la difesa con gli arrivi di Patacchiola e Daleno, le ulteriori motivazioni che può trovare la squadra saranno magari quelle di spingere al massimo nel 2018 per poter ingaggiare, dopo Pasqua, uno sprint-playoff.

Il Budoni, a quota 17, si piazza nella prima posizione utile per la salvezza diretta ma, per conservarla, dovrà aumentare il passo specialmente lontano dal Pincelli dove i galluresi hanno raccolto solo 4 punti. La prima gara del 2018 è, per tale motivo, indicativa perché la squadra di Cerbone è di scena a Tortolì, poi nelle successive due trasferte avrà altri due scontri diretti contro Flaminia e San Teodoro; sempre fuori casa è la sfida con il Lanusei alla 9ª giornata. La Flaminia (16 punti) punta ad uscire dalla zona play-out ed è la concorrente più pericolosa del Budoni per la salvezza diretta e, in generale, delle squadre isolane che sperano di giocarsi lo spareggio per non retrocedere sul campo amico.

Il Tortolì (15) è la grande incognita di questa corsa per via della rivoluzione posta in atto ad inizio dicembre dalla società di Giovanni Cualbu che ha esonerato il tecnico Francesco Loi con la squadra fuori dai playout e reduce da 9 punti in 4 gare. In panchina c'è Virgilio Perra, allenatore esperto e qualificato, che sta cercando di assemblare un gruppo rinnovato (via Floris, Vignati, Gutierrez, Bergese, Spinola, Figos, Nieddu e dentro Della Luna, Vona, Usai, Pappalardo, Ankudinovas, Di Federico, Luizinho). La gara col Budoni e quella successiva di Nuoro diventano strategiche perché poi per i rossoblù si apre un primo ciclo tremendo con Ostiamare, Rieti, Latina, Cassino e poi un altro non meno soft con Latte Dolce, Lupa Roma e Albalonga, prima di rivedere un altro scontro diretto, quello in casa con la Flaminia il 18 marzo. 

La Nuorese (12) è l'altra grande delusione isolana del girone d'andata. Costruita per una stagione di vertice, la squadra ha subito un primo cambio tecnico dopo 4 giornate con l'esonero di Peddio (3 punti), poi non c'è stata la svolta con la gestione Agovino (8 punti in 12 gare) e ora si è tentata la carta Fraschetti che ha esordito con la sconfitta di misura a Cassino. Gennaio diventa, a questo punto, fondamentale per i verdazzurri che affrontano in serie Latte Dolce e Albalonga fuori, Tortolì e Flaminia al Frogheri. Vincendo i turni casalinghi con l'aggiunta di un exploit esterno riavrebbero la convinzione di poter agguantare la salvezza diretta. Un fattore non positivo è la frattura che si è creata tra il presidente Artedino e una parte dei tifosi che ha avuto il suo apice nello scontro verbale e gestuale del 10 dicembre dopo lo 0-3 col Latina che è costata la panchina ad Agovino. Per il nuovo tecnico Fraschetti riportare serenità nel gruppo e nell'ambiente va di pari passo con le vittorie. Nel rimpasto di mercato (via Meloni, Bottone, Madero, Mancosu) manca all'appello una punta da doppia cifra per scongiurare l'incubo dei play-out.

Il Lanusei (11) proverà a fare il bis senza l'artefice dell'exploit dello scorso anno, ossia mister Hervatin, esonerato il 4 dicembre dopo il ko nel derby col Tortolì e che nel girone di ritorno fece 28 punti. Ciò che la società del presidente Arras spera avvenga con Archimede Graziani, capace di esordire con la vittoria contro la Flaminia per poi perdere di misura col Latte Dolce. Devono andare a regime le novità di mercato, ossia gli ex Arzachena Brack e Mithra più l'attaccante Camilli, che si aggiungono ai primi inserimenti di Papini e Masia. Cruciale diventa la prima sfida del 2018 in casa del San Teodoro per allontanare l'ultimo posto e staccare l'Anzio, a quota 11 come gli ogliastrini. È l'avversario sul quale i biancorossoverdi fanno la corsa per evitare uno dei due posti che portano dritti in Eccellenza con la sfida al Lixius dell'11 febbraio ribattezzata uno "spareggio" all'interno degli spareggi che ogni settimana affronteranno Floris e compagni.

Il San Teodoro (7) dovrà compiere un vero e proprio miracolo per evitare la retrocessione. La salvezza diretta è quasi utopica perché dovrebbe avere un cambio netto di passo (da playoff) non pronosticabile dopo il mercato in entrata e uscita di "galleggiamento" posto in essere dalla società gallurese. Tutto ricadrà ora sulle spalle del nuovo tecnico Carlo Sanchez. L'unica speranza è puntare tutto sulla sfida playout, un po' come l'anno scorso ma con la differenza che la squadra guidata da mister Tatti aveva un'anima nel gruppo storico (Corsi, Ibba, Catalano, Bazzu), ottimi rinforzi dicembrini (Puntoriere, Prandelli, Orchi) e giocò la gara decisiva in casa contro il Muravera (bastò il pareggio per mantenere la serie D). La sfida di domenica contro il Lanusei è da dentro o fuori, prima di Natale la quasi vittoria contro l'Atletico è stato un improvviso bagliore che non va spento.

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2017/2018
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