La Figc punta a 16 gironi geograficamente omogenei
Seconda e Terza categoria accorpate, i pro e i contro della rivoluzione del calcio sardo
Chi non ha vinto il proprio girone di Terza categoria si troverà comunque in Seconda al pari di quelle nove squadre che realmente quel girone lo hanno vinto mentre chi è arrivato nelle ultime due posizioni negli otto gironi di Seconda categoria si ritroveranno ancora in Seconda al pari del resto delle avversarie che per una stagione hanno lottato proprio per evitare quelle scomode posizioni. E ancora, le 12 squadre retrocesse dalla Prima categoria si troveranno ora nell'ultimo gradino della scala del calcio sardo anziché nel penultimo.
Tutto questo perché dall'anno prossimo non esisterà più la Seconda categoria, con gli 8 gironi da 16 fino a 18 squadre, né la Terza categoria, con i 9 gironi da 9 fino a 14 squadre, ma ci sarà il campionato di "Seconda categoria Unificato" al quale, come recita l'ultimo comunicato ufficiale del Comitato Federale della Sardegna, «potranno partecipare tutte le squadre “aventi diritto” dell’organico di 2ª Categoria 2014-15 non retrocesse e le società promosse dai vari gironi del Campionato di 3ª Categoria 2014-15. Tutte queste squadre “aventi diritto” manterranno pertanto inalterata la loro anzianità federale. Inoltre, attraverso apposita domanda di “iscrizione/ripescaggio” saranno ammessi a partecipare al Campionato in oggetto tutte le società appartenenti a quadri del Campionato di 3ª Categoria 2014-15, le società retrocesse dal Campionato di 2ª Categoria 2014-15 e tutte le eventuali società di nuova affiliazione. Naturalmente per tutte queste squadre, al solo fine di futuri ripescaggi, la loro anzianità federale verrà calcolata a partire dalla stagione sportiva 2015/2016. Nel prossimo Comunicato Ufficiale inerente il “Bando Campionati Regionali S.S. 2015-16” le società interessate potranno trovare tutte le informazioni necessarie per la procedure di iscrizione a detto Campionato (elenco società “Aventi diritto”, termini scadenza, tasse iscrizione etc.)».
L’accorpamento all'insegna del risparmio va a toccare le 134 società che erano iscritte in Seconda categoria più le 106 che frequentevano la Terza, per un totale di 240 club in tutta la Sardegna che, per cifra tonda, potrebbero essere suddivisi in 15 gironi da 16 squadre. Questo ovviamente guardando ai numeri dell'ultima stagione ma, siccome al nuovo campionato di "Seconda categoria Unificato" vi andrebbero anche tutte le eventuali società di nuova affiliazione, un numero definitivo non può ancora esserci oltre al fatto che potrebbero sparire realtà già esistenti. Perciò l'ipotesi più battuta è quella di 16 gironi da 16 squadre che, però, andrebbe inevitabilmente a toccare l'organizzazione della Prima categoria che dovrebbe: 1) aumentare il numero delle retrocessioni nei 4 gironi portandole da tre a quattro in modo da compensare il salto di categoria delle 16 vincenti dei gironi di Seconda, in questo aumentando anche il numero delle squadre per ogni girone (da 16 a 18); 2) aumentando direttamente il numero dei gironi (da 4 a 6) in modo da tenere inalterato il numero delle retrocessioni per girone, cioè tre.
Si tratta di una rivoluzione del calcio sardo cosiddetto minore che parte da una delibera delle società intervenute nel corso della riunione plenaria tenutasi a Ghilarza lo scorso 14 febbraio e che annulla la differenza tra le ultime due categorie, le mischia e ne crea una nuova che, inevitabilmente, divide tra chi è favorevole e chi è contro.
I pro delle riforma
Il principale motivo che ha spinto il presidente della Figc sarda, Andrea Delpin, a perseguire la strada dell'accorpamento è quello di combattere la crisi economica che attanaglia le società, specie quelle delle ultime categorie che non possono contare su grandi sponsorizzazioni. Col diminuire progressivo negli anni del numero delle squadre che partecipava al campionato di Terza categoria, determinato anche dal proliferare dei tornei amatoriali che la stessa Figc ha riproposto da due anni, si fanno più chilometri in Terza che in Seconda, Il risparmio sarebbe legato all'abbattimento dei costi delle trasferte, perché secondo le proiezioni fatte dallo stesso comitato potrebbero comporsi 16 gironi geograficamente omogenei limitando gli spostamenti di ogni club per girone ad un massimo di 40 chilometri visto che ogni anno si vedono società del Cagliaritano che si spostano in Ogliastra e viceversa, altre dell’Oristanese o della bassa Gallura che vanno verso il Nuorese e viceversa. Dal punto di vista tecnico aumenterebbero i "derby" stagionali con possibilità di fare maggiori incassi. Per la Figc, l'organizzazione del nuovo campionato unico non cambierebbe la media delle entrate sulle iscrizioni perché se in Seconda categoria le società pagavano 2800 euro e in Terza arrivavano a 2000, ora verrebbe stabilita in 2400 euro la nuova quota di iscrizione al prossimo campionato di "Seconda categoria Unificato" col fatto che le società della vecchia Terza, chiamate a sborsare 400 euro in più, troverebbero immediati risparmi sui minori costi per le trasferte.
I contro delle riforma
Chi è stato contrario sin da subito alla riforma ha innanzitutto visto male la tempistica della proposta avvenuta a metà febbraio definita "inopportuna", coi campionati in pieno svolgimento e improvvisamente svuotati nel contenuto agonistico perché in via ufficiosa si sapeva che dalla Seconda categoria, in definitiva, non si retrocedeva e che dalla Terza venivano, di fatto, promosse tutte. E questo a danno di chi nel mercato di dicembre aveva investito per raggiungere la salvezza o lottare per la promozione. Le 12 squadre retrocesse dalla Prima categoria si troveranno poi proiettate nell'ultimo gradino della scala del calcio sardo a meno che non facciano parte dei ripescaggi che si renderebbero necessari nel caso di un aumento di numero di squadre per girone o dello stesso numero dei gironi di Prima (vanificando in questo il sacrificio di chi si è salvato realmente). Ma questo passaggio dipende anche dal numero delle nuove affiliate perché altrimenti si sta togliendo da una parte per mettere dall'altra. L'accorpamento potrebbe produrre un impoverimento tecnico, perché la categoria di differenza era reale e non soltanto per regolamento, e di competitività visto che non ci sarebbero più le retrocessioni. Chi poi mette in dubbio la realizzazione completa di gironi geograficamente omogenei aggiunge che potrebbero crollare le motivazioni nelle società e nei giocatori che militavano in Seconda e che si vedono equiparati a quelli della categoria inferiore. Se poi è vero che i derby sono sempre motivi di interesse c'è anche chi vedeva di buon occhio lo spostamento geografico e il confronto con altre realtà calcistiche che vanno oltre il semplice "campanile".