«Campionato straordinario, il progetto con Scotto va avanti»
Sorso, l'amarezza di Manunta: «Siamo secondi tra mille difficoltà ma ci criticano. Società, tecnici e giocatori hanno bisogno di maggior sostegno e calore dai tifosi»
Un grande vittoria in rimonta (e con l'uomo in meno) contro il Muravera e un buon pareggio a Guspini chiudendo il match con sei fuoriquota. Il Sorso sta venendo fuori dal momento di crisi di risultati, che aveva portato un solo punto contro Valledoria, Calangianus e Atletico Uri, e lo sta facendo con furore e rabbia agonistica non avendo per niente la buona sorte dalla propria parte perché, dopo il grave infortunio capitato a Giuseppe Silvetti, anche per Mirko Delrio la stagione è finita. Poi si è aggiunto il problema al collaterale del ginocchio di Giacomo Cocco che starà fuori 40 giorni mentre Luca Ruggiu è a forte rischio per la gara interna con la Torres. Se si considera che il classe '99 Lorenzo Pes è stato appiedato dal Giudice Sportivo e Mattia Caddeo sconterà la seconda giornata di squalifica, la vice-capolista affronterà il derby fortemente rimaneggiata.
Ma se le condizioni fisiche di alcuni giocatori importanti della squadra stanno preoccupando mister Scotto e il suo staff, la società biancoceleste mette il punto su un'altra questione: la mancanza di sostegno da parte dei sorsesi e le eccessive critiche verso una squadra che sarebbe la migliore del lotto se non ci fosse l'imbattuto Castiadas a fare il vuoto. Le parole del direttore sportivo Beniamino Manunta, al riguardo, sono eloquenti: «Vorremmo che si percepissero gli sforzi fatti dalla società e quelli della squadra che non deve vincere a tutti i costi un campionato come l'Eccellenza che può essere paragonato all'Interregionale fatta dal Sorso l'ultima volta 33 anni fa. Qui si vuole creare un qualcosa che duri nel tempo, mettendo poi in mostra le qualità dei ragazzi che crescono nel settore giovanile. Con amarezza devo constatare critiche eccessive, che non ci meritiamo come società e né come staff tecnico e squadra che dedicano 5 giorni agli allenamenti. Siamo una creatura che si sta sempre di più strutturando, che vuole fare le cose in grande ma che è felicissima se si ritrova al secondo posto all'esordio in Eccellenza. È vero, siamo stati anche primi (alla 13ª giornata, ndr), ma di questo dovremmo esserne orgogliosi e fieri ma non che diventi una colpa. Giocatori e allenatore meritano gli elogi per i risultati ottenuti finora e idem la società per i sacrifici fatti. Si può fare meglio, lo sappiamo, ma ci vuole anche il sostegno da parte dei tifosi per andare avanti e non essere loro i primi a criticarci. Se lo stadio non si riempie è difficile fare una squadra sempre più competitiva, ci vogliono sorsesi che amino la maglia e che ci incoraggino a fare meglio perché poi, a forza di criticare, ci si disinnamora e allora è giusto aspettare altri 33 anni per vedere l'Eccellenza e allora iniziamo a capire perché i presidenti degli anni passati come Campus, Carrucciu, Pisano hanno poi mollato. I sacrifici si fanno con una passione che si alimenta, altrimenti ognuno di noi tornerà a fare quello che faceva prima».
Il dirigente biancoceleste - che è stato negli anni passati anche al timone del Sorso prima dell'avvento di Antonello Zappino, così come l'allenatore quando evitò la retrocessione in Prima categoria nel 2013-14 - rimarca la fermezza nel perseguire la linea societaria: «C'è la serenità di aver fatto le cose bene anche se con qualche errore inevitabile. Stiamo pagando pesantemente gli infortuni e le squalifiche, purtroppo abbiamo perso per il resto della stagione prima Sivetti e ora Mirko Delrio, sono assenze importanti. Come quella di Cocco per un mese e mezzo. Ma non piangiamo, ci guardiamo attorno sul mercato, siamo una famiglia, giocatori e tecnico stanno dando l'anima e siamo loro grati e vicini. Avanti insieme, siamo nella strada giusta». Manunta appoggia il lavoro fatto da Pierluigi Scotto e il suo staff: «Qualcuno ha pensato che il mister fosse in discussione ma non lo era prima, non lo è oggi e non lo sarà domani e dopodomani. Per noi Scotto è un valore aggiunto insieme con il suo staff, questo è un progetto che non viene spazzato via alle prime difficoltà, specie se dietro ci sono persone con le "palle". La loro professionalità non si discute. Ci sono state delle difficoltà ma crediamo in quello che stiamo facendo. Siamo secondi al primo anno di Eccellenza, un campo non utilizzabile appieno dalla preparazione, dobbiamo emigrare e lì nascono anche i problemi muscolari. Sorso merita il sintetico per lavorare e dare un servizio non solo alla prima squadra ma anche il resto delle squadre giovanili. La Juniores sta andando alla grande, è un treno in corsa. Il fatto di non avere tanti giovani in prima squadra è perché c'è un ritardo da un punto di vista della crescita del vivaio che si ottiene in due modi: avendo un campo e uno staff di prim'ordine, il secondo c'è. Perciò dico che con la passione di Zappino, Polo e Marongiu, stiamo realizzando un sogno. Ai tifosi chiedo: "Perché farci del male da soli?". In serie D va solo una squadra, c'è il desiderio di fare grandi cose ma solo se c'è una forza che ti spinge, la forza dell'entusiasmo, della passione e del coinvolgimento nel sostenere chi sta facendo grandi sforzi».
Il diesse evidenzia il momento in cui il feeling tra squadra e tifoseria si è incrinato: «Abbiamo toppato essenzialmente due gare di fila, quelle con Valledoria e Calanianus. Hanno lasciato il segno con le pesanti critiche che non meritavamo. Col Muravera due domeniche fa abbiamo fatto una gara fantastica, da standing ovation al triplice fischio. A Guspini abbiamo portato via un punto chiudendo il match con 6 fuoriquota e arrivano le critiche, dagli spalti sono tutti allenatori. Il calcio bisogna saperlo interpretare, non bisogna deprimersi se qualcosa va storto né esaltarsi se fila tutto liscio, ci vuole equilibrio. Noi abbiamo una idea e la portiamo avanti, vediamo il percorso fatto. In classifica abbiamo dietro chi è partito per vincere il campionato, noi dobbiamo farci le ossa e passare attraverso le esperienze negative ma stiamo facendo un campionato straordinario anche per l'immagine di Sorso che portiamo. In Sardegna, le avversarie ci tengono su un piatto di argento, da oltre Tirreno ci scrivono chiedendoci i gagliardetti, i calciatori che vengono da noi si innamorano di una società seria e organizzata, merito anche di Scotto che ci ha dato indicazioni importanti. La società è sempre attiva e dinamica, non accetta passivamente gli eventi sfavorevoli ma li affronta. Stiamo infatti portando a casa dei giocatori funzionali al nostro gioco e al progetto (vedi ultimo acquisto). Insomma, stiamo togliendo le unghie, ci siamo e non molliamo niente».
Questo è lo spirito della squadra in vista del derby con la Torres: «Sarà una bella partita con un contorno di colori biancocelesti e rossoblù. Diremo la nostra pur con le nostre difficoltà ma senza piangerci addosso. Sarà diversa dell'andata per le assenze che abbiamo ma il tecnico lavora sulla organizzazione. Abbiamo qualche rimpianto ma non abbiamo la forza degli altri, per citarne una, la stessa Torres, che ha un bacino importante da cui attingere. Noi onestamente ci aspettavamo di più sotto il profilo del calore e del sostegno dei nostri tifosi, vorrei che il sorsese si alzasse da quella poltrona e venisse allo stadio ed è importante che applauda la squadra perché sul campo darà il massimo. Vorrei vedere La Piramide pieno di tifosi, una marea biancoceleste che inneggia e incoraggia i ragazzi comunque vada, bisogna essere un tutt'uno coi tifosi nel bene e nel male».