Torres, a Muravera un doppio ko per Scotto: «Espulsione ingiusta e sconfitta immeritata ma possiamo fare molto di più»

Capitano e simbolo di una Torres che a Muravera ha visto quanto la serie D sarà dura per chi pensava di dover giocare in Lega Pro. Luigi Scotto avrebbe voluto regalare una seconda vittoria ai suoi tifosi, assenti nel Sarrabus per il divieto di andare in trasferta imposto dalla Prefettura di Cagliari, invece deve commentare una sconfitta e una espulsione che in pochi hanno capito anche in tribuna se non pensando ad una parola di troppo rivolta all'arbitro. 

«Espulsione assolutamente eccessiva – spiega il 25enne sassarese al primo anno di dilettanti – credo che l'arbitro abbia equivocato. Chiedevo un cambio fallo per una rimessa laterale che il Muravera aveva eseguito in modo non corretto, siccome l'arbitro non era dello stesso avviso gli ho detto “ma dai” sollevando il braccio come per dire che la cosa era incredibile. Chissà cosà avrà capito, non ho detto nient'altro e non avrei nessun problema ad ammetterlo se avessi sbagliato. Ho lasciato il campo incredulo, sono capitano e non vorrei dover saltare più di una gara, sarebbe un danno ulteriore».

Il rosso diretto è arrivato a 3' dal termine quando la gara della Torres sembrava ormai compromessa dopo il gol di Dessena. «Una sconfitta immeritata e che fa male - continua Scotto - Il Muravera, che è una squadra ben messa in campo, ha segnato su un nostro errore in uscita dalla difesa, noi abbiamo avuto qualche buona occasione per pareggiare e la fortuna non è stata dalla nostra parte oltre alla bravura del loro portiere». In campo, come fuori, Luigi Scotto non si nasconde: «Buon primo tempo ma potevamo e possiamo fare molto di più, questo potrà avvenire mettendoci ancora tanto impegno, io che sono il capitano mi prendo le mie responsabilità. Questa sconfitta ci fa capire subito che cos'è la serie D ma non ci abbattiamo, bisogna stare uniti più di prima anche perché non appena recupereranno tutti gli infortunati (Lisai, Santaniello e Bottone, ndr) diremo la nostra. Io rimango ottimista».