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Luigi Scotto, attaccante, Torres
«Spero di essere stato un esempio per i bambini che sognano la maglia rossoblù»

Torres, Scotto e il doloroso addio: «Ho fatto di tutto per restare, così fa male ma si chiude un capitolo bellissimo»

Dopo 151 partite e 42 reti segnate - in due momenti diversi della carriera - termina l'avventura di Luigi Scotto con la maglia della Torres per diventare il nuovo attaccante del Treviso. Nell'estate del 2021 l'attaccante sassarese era tornato in rossoblù dopo il biennio 2014-16 (42 gare e 13 gol), le esperienze fatte con Rieti e Mantova (concluse con la vittoria del campionato in serie D) e il campionato con il Latte Dolce in cui ha toccato il massimo dei gol segnati in una stagione (21 reti su 32 partite contro i 20 gol in 23 gare al Mantova). E nel rientrare alla Torres ha centrato il salto in serie C vincendo i playoff di serie D, disputando poi tre campionati in Lega Pro (109 partite e 29 gol) e attraversando anche momenti complicati (nel 2022 la frattura allo scafoide che gli fece saltare i primi 5 mesi di campionato, l'anno scorso due mesi out per la frattura del perone della gamba sinistra).

 

E nel dare l'addio alla Torres, l'ormai ex capitano dei rossoblù ha affidato un lungo pensiero nella propria pagina social: 

«Si chiude un capitolo della mia vita, che potrebbe avere un solo aggettivo: bellissimo. Fino all’ultimo ho sperato che questo momento non arrivasse. Ho fatto tutto ciò che era in mio potere per restare, per continuare a difendere questi colori che porto nel cuore da sempre. 

Ma ora è il momento di accettare una realtà che non dipende da me — e fa male, profondamente. Lasciare la Torres è un dolore difficile da spiegare. È la mia squadra del cuore, quella che ho tifato da bambino, quella che ho sognato e che ho avuto l’onore di rappresentare da capitano. Ho cercato di dare tutto: in campo, nello spogliatoio, fuori dal campo. A volte ci sono riuscito, a volte no. La cosa che più spero è di essere stato un esempio, o almeno una speranza, per tanti bambini e ragazzi di Sassari, che sognano di diventare un giorno giocatori della Torres. 

Lascio una squadra piena di amici, che mi hanno dato tantissimo in questi anni. Oggi è stato veramente doloroso lasciarli. Sono stati anni bellissimi, un percorso sinceramente molto intenso, con tante difficoltà, ma anche con gruppi di ragazzi formati prima da uomini e poi da calciatori. Purtroppo la sconfitta con l’Atalanta resterà una ferita aperta. Una macchia che porterò con me, che avrei voluto cancellare col tempo e con i risultati. Ma fa parte del percorso, come ogni gioia e ogni delusione vissuta con questa maglia addosso. 

Ringrazio in parte la società, i miei compagni, lo staff: per ogni battaglia condivisa e per l’affetto che mi avete dimostrato. Spero che, oltre al giocatore, in voi resti un bel ricordo dell’uomo, e di essere stato un buon capitano. Un grazie speciale a tutto lo staff medico e a tutte le persone che mi sono state accanto nei momenti duri, soprattutto dopo il mio infortunio. Ringrazio di cuore chi, in questi anni, mi ha mostrato stima, fiducia e affetto — e ringrazio anche chi non lo ha fatto: anche da loro ho imparato, sono cresciuto, ho trovato nuove motivazioni. 

La Torres resterà sempre parte di me, scritta nella mia pelle e nel mio cuore. Porterò con me ogni ricordo, ogni insegnamento, ogni emozione vissuta con questi colori. Vi auguro il meglio. Ora sarò solo un tifoso. Ma sarò sempre uno di voi, da lontano, con il cuore rossoblù. Con sincero affetto e profondo dispiacere».

In questo articolo
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2024/2025