Il ko del Friuli segnò la stagione dei rossoblù
Udinese-Cagliari, dal sogno Champions a una faticosa salvezza
Udine, la madre di tutti i guai. Il sogno accarezzato per 45’ e poi frantumatosi nello spazio di 2’. Il quarto posto non afferrato e una lunga chiazza d’olio lasciata da Sanchez e Di Natale (68’ e 70’) sulla quale scivola inesorabilmente il Cagliari di Massimiliano Allegri. Quel treno chiamato Champions che riparte e saluta per sempre i rossoblù che da lì in poi inizieranno un lento declino, neanche arrestatosi con la cacciata del tecnico a 5 giornate dalla fine.
Il 19 dicembre 2009, Matri non stacca Riva - Udinese-Cagliari dello scorso anno è stata per due volte un’occasione mai colta. Doveva essere giocata il 19 dicembre con i rossoblù in "piena" e i bianconeri di Pasquale Marino in "crisi". La banda di Allegri veniva da un pirotecnico 3-3 casalingo contro il Napoli ma, soprattutto, contava su un Matri appena entrato nella leggenda: l'attaccante di Sant'Angelo Lodigiano, segnando il gol del 2-2 ai partenopei, aveva eguagliato il record di Gigi Riva che, nella stagione 1971-72, fece gol per sette partite di fila. L’attaccante era pronto a staccare “Rombo di Tuono”, il Cagliari voleva andare in vacanza con una bella vittoria mentre l’Udinese era reduce dalla sconfitta a Siena contro l’ultima della classe. Il maltempo, che investì il Nord Italia, fece rinviare il match del Friuli e altre tre gare, i rossoblù andarono in vacanza al 13° posto con 23 punti, mentre l’Udinese era 14ª e di punti ne aveva 18. Battendo i bianconeri, al massimo, Cossu e compagni sarebbero stati settimi a pari punti con il Palermo. La Roma, quarta, aveva 28 punti. Intanto, due giorni dopo, il patron friulano Pozzo colse la palla al balzo ed esonerò Marino chiamando De Biasi.
Il 24 febbraio 2010, addio Champions - La Lega fissa il recupero al mercoledì 24 febbraio, nel frattempo Matri non stacca Riva ma Allegri cavalca il suo gennaio d’oro e il Cagliari scala la classifica; si arriva così alla 25ª giornata con 38 punti, ottavo posto, con la Juventus quarta ad appena 3 lunghezze. Domenica 21 febbraio Matri e Lazzari stendono il Parma mentre Pozzo caccia De Biasi e richiama Marino perché nell’anticipo del giorno prima l’Udinese ha perso malamente 3-0 contro il Genoa ed è 17ª con 24 punti, appena una lunghezza sopra la zona retrocessione. Tutto è apparecchiato. La Sardegna sogna e il Cagliari vuole sedersi al tavolo delle grandi. Per tre giorni squillano le trombe, la Champions è lì a una vittoria di distanza. Il Cagliari illude con Jeda, in gol dopo 3’, e va al riposo al quarto posto. Torna in campo e decide di stare bambino, di non voler crescere e di non saper restare su quel treno, scaraventato giù in men che non si dica da Sanchez e Di Natale.
L'occasione giusta per una "vendetta" - Il Cagliari non sarà mai più capace di vincere e si salva, guardacaso, grazie al 2-2 casalingo del 2 maggio proprio contro l’Udinese. Ora le parti si invertono perché i friulani sono reduci da quattro vittorie di fila, hanno 13 punti e il quarto posto dista appena due lunghezze ed è occupato da Napoli e Juve (altra coincidenza). I rossoblù erano ultimi una settimana fa ma, dopo il successo contro il Bologna, sono schizzati 13esimi. Nuovi gli allenatori, Guidolin e Bisoli (che al Friuli, quando indossava la maglia rossoblù, nel gennaio del 1994 si ruppe una gamba); non c’è Jeda ma Di Natale e Sanchez sì, così come Canini, Astori, Agostini, Conti, Biondini, Cossu, Lazzari, Nenè e Matri pronti ad impedire all’Udinese di salire sul treno della Champions. Ma non per vendetta, soltanto perché pensano che esista un’altra stazione e magari un nuovo treno che porti al Paradiso.
Fabio Salis