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Zizi: "Un processo di rinnovamento non può che partire dalla base. Nel calcio è lo stesso"
il tecnico barbaricino sta con Delpin

Zizi: "Un processo di rinnovamento non può che partire dalla base. Nel calcio è lo stesso"

Nella stagione calcistica alle porte le società e la federazione hanno ribadito di puntare sulla politica dei giovani. Con i quattro giocatori in quota, obbligatori sia in Eccellenza che in Promozione. Rimarrà il 92, si aggiunge il 95, 93 e 94 chiuderanno il cerchio. Una perseveranza attraverso la quale, il Presidente del Comitato regionale sardo Delpin intende far ritornare tutti coi piedi per terra: "Ci siamo riavvicinati nel ridimensionamento economico a ciò che deve essere un campionato dilettantistico". Ha dichiarato rispondendo alla domanda su come avesse chiuso il bilancio dei campionati. "Non mi son fatto amici tra gli allenatori - ha continuato Delpin - ma gli "azionisti" del CR Sardo sono i presidenti, loro hanno ben accettato i 4 fuoriquota. E il campo ha dato noi ragione."

Anche Giuseppe Zizi, tecnico della rappresentativa e acuto conoscitore dei campionati giovanili, non più tardi di undici mesi era stato accusato, nei casi più benevoli, di essere un visionario. "Alla terza giornata - commenta il tecnico barbaricino - un noto allenatore, che non si era accorto della mia presenza, durante una partita del campionato di eccellenza, continuava ad asserire con i suoi vicini di seggiolino, che fosse tutta colpa della norma che obbliga le società ad impiegare i giovani, se il valore del campionato di eccellenza era caduto così in basso"

Quindi non pensa che siano troppi 4 fuoriquota?

"Dare l’opportunità di giocare contemporaneamente a quattro giovani, può sembrare, stravolga completamente il gioco del calcio. A me, è bastato aspettare alcuni mesi per chiudere il cerchio su quelle che erano state le mie dichiarazioni nello scorso agosto"

Cosa intende per chiudere il cerchio?

"E' presto detto. Un processo di rinnovamento, che venga portato avanti in qualsiasi campo della vita, non può che partire dalla base, e nello sport la base è rappresentata dai giovani. Loro rappresentano il ricambio generazionale, e per di più a costo zero quando questi provengono dal proprio settore giovanile"

Lei dice che se non ci fosse una regola che obbliga gli allenatori ad impiegare i più giovani tra i titolari, l'impiego dei così detti “anziani” permetterebbe alle società di dare il pasto ai tifosi il nome già affermato e al tecnico di preparare la gara con meno incertezze?

"Se non ci fosse la regola che obbliga l’impiego dei giocatori in quota, le stesse società preferirebbero, avendo due euro a disposizione, investirli sul giocatore esperto, lasciando che il settore giovanile risolva attraverso eventi fortunati il proprio percorso di crescita".

La norma, tra l’altro, che promuove la fidelizzazione del giocatore in quota, rappresenta la continuità stessa dell’atleta all’interno della società. Non è così?

"Quando dissi che a mio avviso era assolutamente importante, obbligare le società almeno alla presenza in panchina, dell’atleta nato nel 1995 mi dissero di aver preso un brutto colpo di sole. Oggi a tutti quegli intenditori mi permetto far notare, visto l’obbligo di schierarli in campo, se non sarebbe stato meglio far iniziare a questi ragazzi, per tempo, un percorso di avvicinamento alla prima squadra".

Da pochi giorni il calcio mercato, per quanto in Sardegna, sia privo dell’interesse che creano le società professionistiche, è animato dalla ricerca del giocatore nato nel 1995. Ma questa merce è realmente rara?

"Personalmente, per la rappresentativa ho visionato circa 1200 giocatori nati in quest’ultima leva, e credo che almeno trenta atleti siano pronti per l’Eccellenza. Certo gli allenatori che li avranno a disposizione dovranno lavorare tanto, ma sono sicuro che sia loro che la società alla fine della stagione avranno un bel saldo positivo per l’impegno profuso".

Si parla di un forte interessamento del società di Serie D verso i suoi ragazzi della sua rappresentativa, ci sono i numeri per soddisfarle?

"Per certo ho notizie, che moltissimi ragazzi che ho portato in rappresentativa in Basilicata (n.d.r. alcuni al secondo anno di rappresentativa, sempre con Zizi), saranno ai nastri di partenza della prossima stagione con alcune compagini di Serie D mentre per tre di loro dovrebbe esserci l’opportunità del professionismo"

I tecnici sardi per lo stato di insularità che vivono possono dare di più al territorio?

"Non dobbiamo smettere di credere nel nostro lavoro, in Sardegna ci sono allenatori veramente bravi e preparati, il fatto che risiediamo in un isola, “lontana dal calcio che conta” fa si che i migliori restino qui. Mettendo, per forza di cose, a disposizione di società e atleti nostrani il loro bagaglio di conoscenze. Le finali Regionali,parlo di Juniores, Allievi e Giovanissimi, hanno messo in evidenza belle realtà.Questa seconda stagione, con quattro giocatori in quota, con l’aggiunta dell'obbligo nel campionato di promozione, sarà una bella vetrina ed un’occasione di crescita. E sono sicuro, che questi saranno in grado di disputare soprattutto a livello Juniores un grandissimo 52°Torneo delle Regioni, che con molta probabilità verrà giocato nell'Isola"

 

 

 

 

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Argomenti:
Stagione:
2012/2013