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Azzurra Monserrato
«Mi piacerebbe portare avanti questo progetto»

Azzurra Monserrato, la ricetta per il salto in Prima, Casu: «Niente rimborsi, divertimento e tanta professionalità»

Missione compiuta per l'Azzurra Monserrato che, grazie ai tre punti messi in cascina nell'ultima uscita in casa contro il S. Giorgio Flumini, e soprattutto grazie al pari interno rimediato dalla diretta inseguitrice Ferrini Quartu, conquista la certezza aritmetica dell'approdo in Prima Categoria, con due giornate di anticipo.

Per mister Paolo Casu si tratta di un risultato importante, condito da numeri di primissimo livello, che fotografano alla perfezione la stagione disputata dalla compagine del presidente Roberto Murru: miglior attacco e miglior difesa del torneo, con 14 vittorie e 1 pareggio. Il tecnico dunque si gode il successo, sicuramente meritato, e pensa già al futuro prossimo, senza nascondere le proprie ambizioni.

«Domenica siamo scesi in campo con grande serenità — racconta mister Paolo Casu — forti di tutto quello di buono che avevamo fatto nelle giornate precedenti. Il rispetto per l'avversario è fondamentale, ma questo non si deve trasformare in timore, né tantomeno in mancanza di autostima».

Il tecnico scende nel dettaglio con l'analisi della sfida al S.Giorgio Flumini.
«Nella prima mezz'ora, a dire il vero, abbiamo stentato un po'. Siamo passati in vantaggio ma non riuscivamo ad esprimerci come facciamo di solito, forse anche a causa del caldo. Una volta trovato il secondo gol, però, le cose si sono messe in discesa».
Casu poi aggiunge: «C'è da dire che una grossa mano d'aiuto, per la nostra classifica, ci è arrivata da parte dell'Uragano Pirri, che nel recupero andato in scena la settimana scorsa ha piazzato un grossissimo risultato, con la vittoria ai danni della Ferrini Quartu; è una cosa che ci ha sicuramente agevolato, considerando che i nostri inseguitori diretti potevano portarsi a sole tre lunghezze di distacco ed invece sono rimasti a -6. In più loro domenica non hanno vinto, quindi è andato tutto benissimo».

L'allenatore traccia un bilancio della stagione che sta quasi per concludersi.
«Abbiamo affrontato la fase iniziale del torneo con grande spensieratezza, in maniera, direi, quasi scanzonata. La mia paura più grande, i dubbi maggiori, riguardavano la ripresa dei giochi dopo la pausa per le feste natalizie ed il blocco delle attività sportive a causa della pandemia. Avevamo disputato l'ultima partita il 19 dicembre, peraltro vincendo in casa dell'Audax Capoterra, e siamo scesi nuovamente in campo soltanto ad inizio febbraio, in casa del Settimo. In tutto quel periodo ci siamo allenati bene, con grande intensità, ma poi non puoi mai sapere come andranno le cose in campo, soprattutto dopo che stai a secco di impegni ufficiali per così tante settimane».

L'Azzurra in quell'occasione ha messo in piedi uno dei successi più importanti.
«Ci ha dato la consapevolezza dei nostri mezzi della nostra forza. Se non fossimo riusciti a ripartire con il piede giusto avremmo probabilmente corso il rischio di ingarbugliarci. La vittoria ci ha fatto bene sul piano della personalità, soprattutto. Da quel momento in poi ci siamo ripetuti continuamente che per noi ogni partita sarebbe stata una finale: il girone è molto stretto, non ci sono margini di errore enormi».

Casu poi precisa: «Il nostro gruppo è composto da ragazzi molto giovani: questo può essere un pregio, ma anche un limite. Per fortuna siamo riusciti a trovare la compattezza e la coesione giusta: abbiamo allestito una rosa con ragazzi che condividono gli stessi ambienti, vanno a scuola e all'Università assieme, vivono la stessa vita anche fuori dal campo».

I risultati ottenuti sono stati a dir poco fantastici, come confermano, tra l'altro, i 49 centri realizzati sino a questo momento.
«Senza avere una punta di ruolo — precisa Casu — considerando che il nostro goleador principale, Emanuele Vacca, ha interpretato il suo compito in maniera molto moderna: fa del movimento, degli inserimenti, della rapidità e dell'uno contro uno le sue caratteristiche migliori. Noi non abbiamo a disposizione il classico attaccante di peso, come Concas o Mura dell'Orione ad esempio, ma abbiamo sopperito a questa mancanza anche grazie al supporto, in termini di gol, dei nostri centrocampisti. Per il resto, il nostro modo di giocare è piuttosto semplice: un trequartista alle spalle di due punte».

Il tecnico ha dovuto fare i conti con diversi contrattempi. «Qualche elemento si è dovuto fermare a causa di infortuni o di problemi con il proprio lavoro; così ci sono venuti a mancare  gli interpreti principali su cui puntavamo per la difesa. A quel punto, ci siamo trovati di fronte ad un bivio: cercare di rimpiazzarli con qualche intervento sul mercato, o fare di necessità virtù e cercare di arrangiarci con quello che avevamo già a disposizione. E alla fine ci siamo adattati: da metà girone in poi abbiamo trovato gli equilibri grazie ad un mediano dai piedi buoni e un difensore centrale che ci ha garantito la compattezza di cui avevamo bisogno».
La ricetta per venire fuori dall'emergenza è stata piuttosto semplice.
«Il sacrificio fatto in fase di non possesso da attaccanti e mediani è risultato fondamentale; incassare pochissimi gol ha fatto la differenza. Certo, segnare ti permette di gestire meglio la partita e, in sostanza, di portare a casa i punti, ma anche non subire diventa importante alla lunga».

Casu ringrazia i suoi. «Si sono messi a disposizione con sacrificio e professionalità; è stato veramente bello, per me, poter lavorare con tutti loro».
Aspetti tutt'altro che scontati, soprattutto quando si ha a che fare con i giovani.
«L'età media è di 21 anni, ma in rosa ci sono anche dei classe 2003. Pur essendo così giovani, hanno mostrato di avere capacità gestionali importanti: ci è capitato molto spesso di giocare la domenica mattina, e si facevano trovare tutti freschi e pronti come se fosse il pomeriggio. Quando parti da queste premesse, i risultati arrivano di conseguenza».

Il girone di ritorno è stato praticamente perfetto, ad eccezione del ko rimediato contro la Ferrini.
«Meritano un applauso per la stagione che hanno disputato: del resto non può essere un caso se si trovano al secondo posto; un passo falso in casa loro può starci tranquillamente, soprattutto se consideriamo il fatto che noi siamo abituati a giocare in una superficie in sintetico e sui campi in terra fatichiamo maggiormente. Detto ciò, credo che si sia trattata di una delle sconfitte più immeritate della stagione, e lo dico senza nessuna paura di essere smentito. Forse ci è capitato altre volte di portare a casa i tre punti pur non offrendo delle prestazioni esaltanti, ma in quella gara ci siamo espressi piuttosto bene, fallendo addirittura un calcio di rigore a 6' dal termine. L'importante è imparare qualcosa anche dalle giornate storte: per noi è stata come una sorta di sveglia».

L'allenatore dell'Azzura rende onore alle rivali principali. «Anche il Settimo, però, si è dimostrata una squadra veramente attrezzata, con una manovra tra le più efficaci. Discorso simile può essere fatto per l'Ussana, che ha orbitato costantemente nelle primissime posizioni, senza dimenticarsi del Kalagonis, ben guidato da Egisto Corona, che ha dovuto affrontare tutta una serie di problematiche legate alla gestione del campo».

Il tecnico non nasconde le proprie ambizioni in vista del futuro:
«Per il momento è ancora prematuro parlarne, ma considerando che non sono più giovanissimo d'età, se arrivasse un'occasione importante, in una categoria superiore, mi prenderei il tempo per pensarci, per rifletterci un po' su. Allo stesso tempo però, la mia idea è quella di portare avanti, con rispetto, il progetto dell'Azzurra: sono molo grato alla dirigenza per la possibilità che mi hanno dato e per come mi hanno accolto nell'ambiente. Io ho iniziato la mia carriera allenando nei settori giovanili, per poi passare a guidare la Jupiter e l'Assemini 80, sempre con tante soddisfazioni. Dopodichè sono tornato a lavorare con i ragazzi del Selargius e del La Palma, un'esperienza che mi ha permesso, in un certo senso, di ricostruirmi a livello personale. Poi c'è stata l'avventura, ancora in Prima Categoria, con la Gemini Pirri, con cui avevamo messo in piedi un progetto molto simile a questo».

Il tecnico chiude con le dediche di rito.
«Il mio primo pensiero non può non andare all'Azzurra come società, partendo dunque dal presidente Roberto Murru, che sta continuando, per molti versi, il lavoro del padre, che è stato dirigente sportivo federale per tantissimi anni. Parliamo di uno dei club più vecchi ed importanti che ci sono nell'hinterland, e sono davvero felicissimo per aver potuto offrire il mio contributo. Un altro pensiero va al gruppo di ragazzi che ho allenato, con una citazione particolare, per Simone Battistini, che proprio in una delle ultime sedute di allenamento si è rotto un tendine. Questi ragazzi meritano un applauso: non dimentichiamoci che non prendono nemmeno un centesimo di rimborso spese, vengono al campo per divertirsi ma si allenano con tanta partecipazione, come capita spesso nel mondo dei dilettanti. La società, comunque, non ci ha mai fatto mancare niente, ci coccola e ci segue costantemente».

In questo articolo
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2021/2022
Tags:
Seconda Categoria
Girone A