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A Budoni un Manis coi fiocchi: «Ho ritrovato l'entusiasmo, sto bene e ci salveremo»
Il portiere: «Muravera? Seri, dispiace l'addio»

A Budoni un Manis coi fiocchi: «Ho ritrovato l'entusiasmo, sto bene e ci salveremo»

Due gare senza subire gol e i conti iniziano a tornare. Marco Manis ha alzato la saracinesca e il Budoni comincia a migliorare anche nella fase difensiva. Il portiere giunto a metà settembre dal Muravera (Eccellenza) sta tornando, insieme con il resto della squadra, a livelli alti. Gli otto gol subìti nelle prime quattro gare in biancoblù sono poi scesi a quattro nelle sei successive partite. «Stiamo migliorando molto - dice il 31enne di Serramanna - nelle ultime gare abbiamo abbassato la media dei gol subìti e fatto decisamente più punti. Dobbiamo continuare su questa strada, a difenderci bene e a sfruttare le qualità dei nostri attaccanti». Il ritorno in serie D dopo tre stagioni passate tra Olbia e Porto Corallo necessitava di qualche partita di rodaggio. «Appena sono arrivato a Budoni - spiega Manis - mi sono dovuto mettere a posto un po' fisicamente, non perché stessi male ma perché la serie D è un campionato più impegnativo dell'Eccellenza, aumentano il numero degli allenamenti, si fanno trasferte di due giorni. Il mio, poi, è stato un trasferimento fulmineo, conoscevo solo il mister Cerbone e alcuni compagni perciò avevo bisogno di due o tre settimane per ambientarmi. All'inizio andava tutto storto per me, che subivo gol strani tipo quello di petto di Nohman della Lupa Castelli sul rinvio di un mio compagno, e andava tutto storto anche per la squadra che prendeva pali e traverse. Ora sta andando per il verso giusto, devo e dobbiamo continuare su questa strada».

 

Marco Manis, era a Muravera, al Budoni da metà settembreManis protagonista con l'Ostia per un pareggio giusto

«Al di là delle mie parate, abbiamo fatto la nostra gara e credo proprio che il pareggio sia stato giusto. L'Ostia non ha grande fisicità ma molta qualità, specie in mezzo al campo e davanti, mentre noi, seppur eravamo rimaneggiati, siamo riusciti a tenere testa agli avversari con Fontanella che ha pure colpito la traversa»

Per il gioco espresso la classifica Budoni è bugiarda?

«Direi di sì anche se poi penso sempre che gli episodi a sfavore e a favore si compensino a fine campionato. Ora stiamo raccogliendo qualcosina in più in termini di punti, giocando sempre un discreto calcio. Certo, se penso a gare come quella col Fondi persa in casa 1-0 senza neanche un tiro subìto, qualcosa ci manca in classifica. Nelle ultime settimane, però, stiamo raccogliendo ciò che meritiamo»

Si possono ricordare anche i due rigori parati, quello di Villa a Sora e quello di Fontanella a Genzano, in gare terminate 0-0. Hai rivissuto la maledizione di Porto Corallo?

«I rigori non li sbaglia solo chi non li tira, l'errore anche dal dischetto fa parte del calcio, Mauricio e Mario hanno risolto tante altre gare. Certo, se penso alla scorsa stagione, dico che ho perso un campionato per gli errori dagli undici metri, una cosa incredibile che mai avevo vissuto»

Mentre Manis ha avuto pure la soddisfazione di parare un rigore a Moro nel derby con l'Arzachena

«Anche quello è un episodio, questa volta positivo, perché ero 5 o 6 stagioni che neanche intuivo i rigori»

Avete tre scontri diretti nelle ultime 4 gare del girone andata, lì potreste conquistare una buona fetta della salvezza

«Il nostro obiettivo è, infatti, una salvezza tranquilla, perciò da qui a Natale non possiamo perdere punti, specie in casa, con Anziolavinio e Palestrina, che dobbiamo assolutamente battere. Ci giochiamo parte della salvezza, negli scontri diretti crei vantaggio e un margine di punti netto, poi le avversarie nella lotta per non retrocedere si stanno rinforzando molto, come Cynthia, Fondi, Terracina, perciò dobbiamo sfruttare ogni gara al massimo»

Astrea, prossimo avversario, è in grande forma: 10 punti nelle ultime 4 gare

«È una squadra importante, con giocatori di categoria e molto esperti che stanno da tanti anni insieme. Ha un'età media elevata, non sarà semplice per noi, dovremo combattere ma abbiamo dimostrato con Lupa Castelli, Viterbese, Ostia, ma anche Olbia, che possiamo giocarcela contro chiunque perché scendiamo in campo con la mentalità di fare sempre noi la partita»

Avete perso in casa della Lupa Castelli e Viterbese, e pareggiato con l'Ostia, quale è la più forte? 

«L'Ostia reputo sia più forte nel collettivo e ha un gioco migliore, le altre due hanno più singoli di spessore in attacco, con la Viterbese che si fa preferire anche nell'organico. Davanti, ha tutti giocatori forti per la categoria e che possono stare tranquillamente in serie C»

Nuorese o Olbia, invece, possono ancora ambire alle prime posizioni in classifica?

«L'Olbia è una squadra importante che può e deve puntare ad un posto playoff, per la storia, la tradizione, la piazza e per come è stata costruita ad inizio stagione. Un ruolo importante può ancora ritagliarselo. La Nuorese non l'ho incontrata ma conosco qualche giocatore mio avversario l'anno scorso, ho visto che con Bacci in panchina sta facendo ottime cose e lotterà per le posizioni di vertice specie se tornerà a vincere di casa, per far crescere l'entusiasmo nei tifosi che so, avendo giocato in verdazzurro, quanto siano trascinanti per la squadra. Anche Nuoro è una piazza importante che può ambire nei prossimi anni alla serie C»

Torniamo al Budoni, prima Villa giocava senza Fontanella, infortunato, e ora Fontanella gioca senza Villa, squalifcatoDa lì nascono gli ultimi due 0-0?

«È una coincidenza, perché Mario è stato importante, ha giocato bene colpendo una traversa e conquistando un rigore anche se poi non l'ha trasformato. È ovvio che per noi è meglio averli tutt'e due in campo, Mauricio torna dopo due giornate di squalifica, una sanzione eccessiva, e li potremo rivedere insieme a fare gol, così come ultimamente hanno fatto solo nella gara col Selargius. Sono due giocatori che stanno bene insieme, entrambi di spessore per la categoria»

Cosa potrà darvi ora l'ultimo arrivato, l'argentino Pablo Cerfoglia?

«Ci darà una grossa mano senz'altro, perché può fare la seconda punta, la mezzala e il regista, un giocatore completo e di esperienza che a noi serviva dopo l'addio di Giunta e Di Prisco»

Proprio Giunta e Di Prisco, andando via, hanno dichiarato che si aspettavano più coesione tra voi giocatori dopo la protesta per i ritardi negli stipendi

«Ma noi giocatori avevano fatto fronte comune, poi siamo arrivati al momento in cui abbiamo parlato faccia a faccia tra di noi e ognuno avrebbe deciso per proprio conto cosa fare, loro sapevano che qualche altro compagno non era d'accordo a continuare a non fare gli allenamenti. Li capisco, ne hanno fatto una questione di principio scottati da ciò che avevamo passato l'anno scorso nel Porto Corallo»

Ecco, siccome anche tu sei stato nel Porto Corallo, come sono andate le cose l'anno scorso?

«È stata una stagione disastrosa i cui effetti negativi si sono propagati anche per quest'anno. In ogni stagione, nei dilettanti, stiamo assistendo a società che allestiscono squadre importanti ma poi non le reggono economicamente. Noi giocatori viviamo dal calcio, se la società non è in grado di pagarci non deve chiamare determinati giocatori, faccia la squadra con i ragazzi del posto, con i giovani del vivaio come fanno altre società. Il calcio è un lavoro, se ti manca lo stipendio per 5 o 6 mesi ne risenti in quella e anche nella stagione successiva. Sotto questo punto di vista l'avventura col Porto Corallo è stata un disatro, a me devono ancora la metà dei soldi, ho perso ogni speranza ma non capisco come una persona faccia così, prometta e non mantenga. Nel calcio come nella vita bisogna essere chiari e sinceri, io lo sono e, per questo, ho avuto spesso problemi ma mi sono sempre assunto le mie responsabiltà»

Marco Manis ha giocato 3 gare con il Muravera e 10 con la maglia del Budoni

Perché allora andare via da Muravera dopo un mese e mezzo?

«Non nascondo che è stato un addio doloroso, una cosa mai fatta nella mia carriera calcistica. Io parto da un presupposto, cioè che il calcio è sì un lavoro ma anche un divertimento, non ha senso che io vada al campo senza quell'entusiasmo che, a un certo punto, è venuto a mancare. Per esperienza posso dire che Muravera è una tra le piazze migliori che ci sia in Sardegna, dal punto di vista societario ha dirigenti ottimi, il presidente Giampaolo Aresu è una persona splendida, ero contento nel vedere che era stata costruita una squadra forte e nell'aver ritrovato dei compagni eccezionali come Sogus, Onano, Chessa ma non riuscivo più a divertirmi ed esser sereno. Siccome dopo 15 anni che gioco a calcio, arrivati ad un certo punto, dico sempre quello che penso, assumendomene le responsabilità, ho preso la decisione di andar via e ci tengo a precisare che non c'erano problemi di natura economica, fossero tutte così le società di calcio»

A Budoniinvece, come ti stai trovando?

«Benissimo, ho ritrovato entusiasmo. Il mister Cerbone lo conoscevo già e sapevo come lavora, sto molto bene coi nuovi compagni, è un gruppo giovane ma molto affiatato e lo dimostrano gli ultimi risultati»

Il tecnico Cerbone è una garanzia in serie D

«È un ottimo allenatore, a Olbia avevamo fatto un grandissimo campionato in Eccellenza chiudendo dietro alla Torres. È molto preparato e conosce bene la categoria, ha ottenuto sempre ottimi risultati, salvando il Budoni e l'Arzachena, anche in condizioni economiche particolari con enormi ritardi nel pagamento dei rimborsi»

Col Tavolara l'ultima volta in serie D, come la stai trovando tre anni dopo?

«È un campionato livellato, tecnicamente mi aspettavo forse qualcosa in più, ma ci sono problemi di natura economica in quasi tutte le squadre, molti giocatori allora scendono di categoria. Per fare l'esempio in Sardegna, in Eccellenza ci sono squadre come Lanusei, Castiadas, Muravera e Ploaghe che possono fare tranquillamente la serie D per il parco giocatori che hanno. Parliamo comunque di un campionato nazionale di livello, sempre difficile e importante perché ti confronti con piazze che nella loro storia sono state tra i professionisti, come Viterbo, Aprilia, Ostia, Sora, Olbia, Nuoro, città che vivono il calcio in modo serio e con ambizione»

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2014/2015
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Sardegna
13 Andata
Girone G