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Castiadas, Piccarreta incassa l'esonero: «Capisco la decisione della società, nulla contro la squadra ma qualcuno dovrà dare di più»
L'ex tecnico: «Lo sfogo? Serviva da sprone»

Castiadas, Piccarreta incassa l'esonero: «Capisco la decisione della società, nulla contro la squadra ma qualcuno dovrà dare di più»

Niente riscatto, nessuna possibilità di cancellare quella retrocessione da giocatore-allenatore del Castiadas prima versione che nel 2010 fece approdare in serie D. La seconda vita di Andrea Piccarreta nella Lega Nazionale Dilettanti coi colori biancoverdi dura lo spazio di sette giornate, i numeri lo inchiodano e sono stati alla base dell'esonero giunto nella giornata di oggi (leggi l'articolo). Un punto all'esordio e poi sei sconfitte di fila, l'ultima delle quali ieri contro il Budoni nel derby che avrebbe dovuto portare al rilancio della squadra e del suo allenatore. Che incassa il colpo con eleganza e carattere quelle peculiarità che metteva in campo quando faceva il regista, anche fino a qualche mese fa col Porto Corallo in Eccellenza. «Il calcio è fatto di queste cose - dice il 43enne Piccarreta - è normale che la società ti dica che non puoi continuare laddove ci sono sei sconfitte di fila, si deve tutelare anche per l'investimento economico che ha fatto per arrivare in questa categoria. Mi dispiace, ovviamente, e sono amareggiato ma non mi sento di andare contro la società perché sono stato benissimo e ho solo pensieri positivi nei loro confronti per ciò che fanno per la squadra e il suo allenatore».

 

Andrea Piccarreta ha conquistato 1 punto in 7 giornateQual è il rammarico più grosso che ha incontrato?

«Ne ho uno ed è quello che il Castiadas, essendo stato ripescato nella prima settimana di agosto, abbiamo tardato nel mettere in piedi la squadra trovando nel percorso diverse difficoltà. Avrei voluto perlomeno iniziare alla pari degli altri, con una rosa già completata a fine luglio»

Nella decisione dell'esonero ha anche inciso l'attacco fatto ad una parte della squadra al termine della gara persa col Budoni

«Chi mi conosce sa benissimo che quello sfogo aveva solo l'intenzione di spronare certi giocatori a dare di più. Io vivo di gruppo e spogliatoio, dei dopo allenamenti fatti coi giocatori in ristorante e pizzeria, volevo suscitare qualcosa di importante dentro di loro ma per il bene di tutti, capire se in alcuni c'era un po' di sangue che scorre nelle vene. Sapevo bene che avrebbero poi letto le mie dichiarazioni sul web e nei giornali. Dispiace solo che, dopo lo sfogo, sia stato bersagliato da diverse parti con commenti fuori luogo fatti anche da parte di ex giocatori importanti, io ad esempio mai mi sarei permesso di dare giudizi se non conosco la persona, avrei evitato ma ci sono persone ignoranti che vivono di queste cose. Sono stato capito male ma, ripeto, rimango tranquillo perché chi mi conosce sa che non volevo affossare la squadra»

Ma ci sarà qualcuno dei giocatori che l'avrà deluso o che non ha mantenuto le aspettative?

«Non posso puntare il dito su nessuno di loro, non se lo meriterrebbero perché è un bel gruppo affiatato. Gli sfoghi ci stanno, tutta le settimane mi hanno sopportato, io poi sono pesante e a volte esagero per farmi capire in una certa maniera. L'unica cosa che dico è che sicuramente nel rileggere la mie parole di ieri qualcuno dovrà riflettere un po' di più, e che capisca bene che dovrà approcciare le gare future in maniera diversa perché altrmenti in questa categoria ti asfaltano. Non siamo in Eccellenza o Promozione dove i ritmi sono più bassi, siamo quasi professionisti, si lavora 5 giorni su 7 durante la settimana, vivi in funzione del calcio e ti devi sentire professionista dentro. Io mi auguro che da domenca in poi tolgano fuori quel qualcosa in più che magari io non sono stato bravo a far emergere in alcuni di loro»

La classifica vi penalizza oltremodo, abbiamo contato almeno sei legni colpiti

«Una delle componenti più importanti nel calcio è la fortuna e, quando gli episodi favorevoli ti vengono a mancare, allora devi sudare sette camicie. In 90' è normale avere un calo fisico che puo durare 10' o anche 20' ma se in quei frangenti non hai un episodio a favore allora vieni penalizzato e noi lo siamo stati molto penalizzati. Nelle 7 gare giocate, tranne quella con l'Olbia nella quale abbiamo meritato di perdere, ci siamo sempre difesi bene e proposto un calcio alla pari dell'avversario che avevamo di fronte. Tra l'altro, le traverse e i pali colpiti sono arrivati nei momenti topici della gara, proprio come contro il Budoni quando Coquin ha preso il palo interno sull'1-1. Dopo esser passati in vantaggio e aver subito il pari su rigore che ci ha devastato, reagire segnando poi il 2-1 avrebbe voluto dire rimettere in piedi alla grande la partita. La fortuna ci ha spesso voltato le spalle»

Salta l'obiettivo di cancellare la precedente retrocessione, una bella mazzata anche per la carriera di tecnico

«L'ho detto anche a qualche giocatore che mi ha chiamato dopo l'esonero, per me era una sorta di riscatto cercare di riprendere qualla stagione buttata via 5 anni fa, vuol dire che devo ancora mangiare tanto pane e tanta pasta ancora se il risultato è questo. Ma non si molla, questo episodio mi dovrà aiutare per fare meglio in futuro, se uno fa sempre bene poi non capisce dove migliorare, invece fa bene anche prendere una batosta, rimettersi in piedi per fare le cose sempre meglio»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
7 Andata
Girone G