«Smettere? Perché mai, gli stimoli per andare avanti non mancano»
Don Cesare Delogu, Siazzu campione d'umiltà: «Ho ricevuto tanti complimenti ma ha vinto la squadra, lo staff e il club»
Di gol ne ha fatti, e tanti, nella sua infinita carriera ma anche quest'anno, in barba alle 49 candeline che andrà a spegnere ad inizio giusto, considerando che dei 67 centri realizzati dalla sua Don Cesare Delogu la metà portano la firma di Gianluca Siazzu, ma guai a credere che l'attaccante originario di Torpè abbia vinto il campionato di Seconda Categoria da solo; il club infatti ha allestito una squadra di primissimo livello, con il chiaro intento di aggiudicarsi il salto di categoria, e l'intramontabile bomber ex Olbia è stato la punta di diamante della compagine bianco-celeste-nera, ma i meriti, è chiaro, vanno divisi in parti uguali. Per buona parte della stagione la squadra guidata da mister Valentino Trofa ha messo in mostra tutto il suo enorme potenziale, con le avversarie che sembravano destinate a doversi accontentare delle briciole, ed invece la corsa al primo posto è stata più entusiasmante del previsto, con la Lulese che si è arresa soltanto all'ultimissima giornata, per un epilogo degno di un romanzo di successo.
«Abbiamo vinto il campionato sul filo di lana, come si suol dire – ammette senza troppi fronzoli Gianluca Siazzu – Diciamo che il discorso si poteva chiudere in netto anticipo rispetto alla fine della stagione, almeno per come stavano andando le cose, ed invece abbiamo dovuto sudare fino all'ultimo secondo, e va benissimo lo stesso».
In questo senso, pesa, e tanto, il 3 a 0 rifilato alla Lulese nel match decisivo, con gli ospiti che si sono presentati alla sfida dall'alto del primo posto e con due lunghezze di vantaggio nei confronti degli olbiesi.
«Chiaramente non si trattava di una partita semplice, considerando soprattutto la grandissima posta in palio, ma noi sapevamo bene che dovevamo vincere le ultime tre partite, c'erano davvero poche altre alternative e l'obiettivo era piuttosto chiaro. Solo in questo modo, aggiudicandoci quindi anche lo scontro diretto in casa, avremmo ottenuto il salto di categoria, passando dalla porta principale».
Il cammino della Don Cesare Delogu si è complicato notevolmente a causa del ko, a tavolino, rimediato nel rocambolesco incontro con il Supramonte, con il gol fantasma convalidato ai biancorossi che ha incendiato gli ultimi minuti della gara.
«Le immagini parlano chiaro in questo senso: è evidente come siano andate le cose in campo; in uno dei momenti più delicati della stagione abbiamo comunque dimostrato di essere una squadra, abbiamo fatto quadrato di fronte alle difficoltà, ci siamo rialzati e abbiamo ripreso a correre».
Gli olbiesi hanno rispettato il pronostico di inizio stagione.
«Siamo partiti con l'idea di fare bene, questo è poco ma sicuro, ma avendo allestito una rosa tutta nuova non potevamo sapere quali fossero i nostri limiti. Con il passare delle giornate abbiamo comunque trovato gli equilibri giusti e siamo andati dritti per la nostra strada».
I numeri non mentono.
«Chiudiamo la stagione con la miglior difesa ed il miglior attacco: quando fai così bene la vittoria del campionato diventa una conseguenza naturale, nel calcio c'è davvero poco da inventare».
Bomber Gianluca Siazzu è stato, come era ovvio aspettarsi, uno dei più grandi protagonisti del torneo.
«Sono soddisfatto, è chiaro, ma come ripeto da un po' di tempo questo campionato l'ha vinto la squadra, e non un singolo; io ho ricevuto tanti complimenti, ma quando giochi a pallone con altri 20-23 compagni i meriti sono di tutti e vanno divisi in parti uguali, senza dimenticarci dell'allenatore, dei dirigenti, del direttore sportivo. Il calcio è uno sport di gruppo, se volevo fare un discorso diverso avrei dovuto giocare a tennis (ride)».
Dall'alto dei suoi quasi cinquant'anni, Siazzu non ha nessuna intenzione di appendere le scarpette al chiodo.
«Gli stimoli per andare avanti non mi mancano di sicuro, bisognerà capire sino a quando troverò le forze per farlo ma per il momento lascio parlare il campo, che almeno sino ad oggi mi sta dando le conferme che cerco. Io posso anche avere tutta la buona volontà di questo mondo, ma se poi non riesco a raggiungere i risultati che mi prefiggo diventa tutto inutile. Ma per il momento non posso assolutamente lamentarmi. Io ho intenzione di continuare, insomma. Perchè dovrei smettere? Non avrei nessuna ragione per farlo».
Nel girone di andata, la Don Cesare Delogu ha messo in piedi un ruolino di marcia praticamente perfetto, con 12 successi ed un solo pareggio nelle prime 13 uscite.
«Siamo partiti molto bene e in tutto l'arco del campionato siamo incappati in 2-3 giornate storte, con i nostri diretti inseguitori che ne hanno approfittato immediatamente per farsi sotto. Stavamo per pagare gli unici errori fatti quest'anno a carissimo prezzo, il rischio era quello di buttare alle ortiche tutto il lavoro fatto, ma credo proprio che la nostra vittoria sia strameritata».
I tifosi hanno giocato un ruolo determinante.
«Vivo ad Olbia da parecchi anni e ormai mi considero un olbiese; conosco bene che aria si respira in città e il fatto che ci seguissero in tanti non mi ha stupito, anche se devo ammettere che per l'ultima partita contro la Lulese non mi aspettavo così tante persone al campo; la soddisfazione più grande arriva proprio dall'essere riusciti a coinvolgere nuovamente la gente».
Siazzu fa un applauso alla dirigenza.
«La differenza tra la Don Cesare Delogu e le nostre dirette rivali l'ha fatta la grandissima organizzazione: nel calcio niente arriva per caso. La squadra ha avuto la possibilità di lavorare con un allenatore che pianifica tutte le cose nel dettaglio, con alle spalle una società presente e competente che non ci ha mai fatto mancare niente e con un direttore sportivo che ha fatto un ottimo lavoro; per vincere c'è bisogno che tutte le componenti girino nel verso giusto, ma quando riesci a mettere in piedi una struttura solida sei a metà dell'opera».
L'attaccante rivive i momenti più importanti della stagione.
«Abbiamo giocato tante partite in maniera fantastica, ma la più bella, per come è arrivata e per come sono andate le cose in campo, è stata l'ultima: sembrava un romanzo scritto di proposito, con lo scontro diretto tra la prima e la seconda, per novanta minuti decisivi; la classica ciliegina sulla torta, insomma».
Il bomber pensa già al suo futuro, anche se preferisce non sbilanciarsi più di tanto.
«Nel calcio si può sempre migliorare e non ci si dovrebbe accontentare mai. Spetta ai dirigenti, all'allenatore e al direttore sportivo capire come rafforzare questo organico, ma di sicuro si può partire da un'ottima base. Di più, davvero, al momento non posso dire, non mi sembra il caso: ci sarà tempo per fare tutte le valutazioni».
Si chiude, come di rito, con dediche e ringraziamenti.
«Per prima cosa ci tengo a ringraziare tutti i miei compagni di squadra, mister Valentino Trofa, il direttore sportivo Gianfranco Falferi, l'allenatore in seconda Giancarlo Putzu, Gianni Muresu e gli altri dirigenti, senza dimenticare tutti quelli che, a vario titolo, ci hanno aiutato veramente affinché potessimo tagliare questo traguardo. Ci tengo a ribadire che non sarebbe giusto dare tutti i meriti ad un singolo, ma gli applausi per quello che abbiamo fatto vanno divisi in parti uguali».