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Doppietta alla Ferrini, il La Palma ritrova il miglior Sarritzu: «L'astinenza mi pesava, faccio assist ma segnare è più bello. La serie D? Mi manca e vorrei rifarla, a dicembre mi voleva il Castiadas»
«Esterno mi piace, 11 gol il mio record, sono a 9»

Doppietta alla Ferrini, il La Palma ritrova il miglior Sarritzu: «L'astinenza mi pesava, faccio assist ma segnare è più bello. La serie D? Mi manca e vorrei rifarla, a dicembre mi voleva il Castiadas»

L'ultimo gol l'aveva segnato al Selargius, un mese e mezzo fa, ed era l'unico del girone di ritorno. Domenica, nel derby cagliaritano contro la Ferrini, Stefano Sarritzu ha segnato una doppietta fondamentale nella vittoria del suo La Palma per 4-1 salendo così a quota 9 nella classifica cannonieri: «L'astinenza mi stava pesando - ammette l'attaccante esterno classe 1992 - questi due gol mi sono serviti molto, quando una punta non segna perde un po' di fiducia, il gol invece ti dà carica negli allenamenti. Speriamo di ripetermi, due anni fa col Sanluri segnai 11 gol, vorrei raggiungere il mio record personale e possibilmente superarlo». Ma il 23enne quartese non vive per il gol anche se fare molti gol può cambiare il giudizio su una stagione: «Finora ho fatto 7 assist decisivi ma so bene quanto i gol siano importanti nel giudizio che si dà ad un attaccante, puoi fare bellissime prestazioni ma se non concludi a rete non serve a nulla, la gente guarda quanto segni, i tifosi vengono al campo e vogliono vedere i gol. Certo, è bello poter mandare a rete un compagno ma non così tanto come quando segni e se non fai gol poi chi ti chiama l'anno venturo?».

 

Stefano Sarritzu, esterno del La Palma: 9 gol e 7 assist Con la Ferrini una vittoria fondamentale per il gioco mostrato e per archiviare un periodo negativo di 2 punti in 5 gare

«Sì perché avevamo iniziato il girone di ritorno non così male, pareggiando in una trasferta insidiosa come quella di Tonara e avendo battuto il Castelsardo dopo lo scivolone col Selargius. Poi abbiamo perso alcune partite dove potevamo ottenere un risultato migliore, come nelle gare contro Tortolì o Atletico Uri, la porta era stregata e dovevamo sbloccarci bene in zona gol. L'abbiamo fatto contro la Ferrini, sono arrivati 4 gol tutti insieme con 4 belle azioni e fatte ad un avversario molto competitivo, con una classifica migliore della nostra. Ma se se devo spezzare una lancia a favore nostro dico che siamo superiori sia a livello fisico che tecnico, all'andata avevamo perso 2-1 ma il gioco l'avevamo fatto noi. Domenica abbiamo corso, siamo stati compatti e creato grandi occasioni riuscendo a mettere a segno 4 gol. Diciamo che se la Ferrini merita la classifica che ha, siamo noi in una posizione che non ci riguarda»

Avete chiuso l'andata con 23 punti, nel 2016 siete a quota 9 su 9 gare. Da cosa è dipeso questo rallentamento?

«Infortuni, squalifiche, sfortuna e una rosa corta. All'andata avevamo patito un unico infortunio, quello di Giorgio Piras e c'era in attacco Umberto Festa che ha fatto gare molto positive con noi, è andato via a dicembre e ha spiazzato tutti, il gioco ne ha risentito riducendosi la velocità e la tecnica in attacco, la squadra ha dovuto riadeguarsi ad un nuovo stile di gioco. Molte partite le abbiamo giocate senza Bodano per squalifica, lui è determinante davanti alla difesa, e anche Medda che si è infortunato, così come Mancusi in difesa. Tutte assenze alle quali puoi sopperire solo avendo una rosa adeguata. In ogni caso ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: "Qui la classifica si fa rischiosa, bisogna fare punti". E li abbiamo fatti, il mister Antinori ha preparato bene la gara con la Ferrini, speriamo in queste ultime giornate di campionato di stare bene fisicamente, perché è dura risalire in classifica mentre scendere è molto più facile, se non fai punti fuori casa e sul tuo campo non vinci ti ritrovi subito giù come ci è capitato» 

Ora la trasferta a Ghilarza, che gara farete?

«Per ottenere il massimo dei punti. Se giochi per pareggiare allora perdi, se gioci per vincere e arriva un pari allora non è negativo perché siamo in trasferta. Se vai con la mentalità di vincere giochi più concentrato e più cattivo, loro d'altronde non ci regalaranno niente, conosco bene l'allenatore Mannu e molti giocatori avversari, non guarderanno in faccia nessuno, vorranno fare risultato perché sperano in un posto playoff. Poi avremo il San Teodoro e sarà un'altra bella battaglia, il calendario è tosto, ci mancano 6-7 punti per la salvezza e vogliamo ottenerli senza contare che dobbiamo incontrare il Porto Corallo che potrebbe darci 3 punti ma così li potrebbe dare alle avversarie che incontreranno i sarrabesi ultimi in classifica»

Sulla panchina del Ghilarza c'è Graziano Mannu, che hai avuto a Sanluri

«Oltre che essere un bravo allenatore è un'ottima persona fuori e dentro il campo. A Sanluri mi ha voluto e ridato fiducia in me stesso, veniva da una stagione particolare dove era andato via dal Selargius in serie D per andare in prestito al Quartu 2000 in Promozione e non andò tanto bene. Parlò con me, mi disse che puntava molto su di me, allora decisi di firmare, feci una grande stagione così come del resto la squadra, arrivammo quinti ma non facemmo i playoff per il distacco dalla seconda in classifica. Chiusi con 11 gol al mio primo anno da attaccante esterno»

Sei mancino e nel La Palma giochi a destra, è il ruolo che preferisci di più?

«Sì mi piace troppo, è il ruolo che sento più mio. Riesco a essere più concreto, avendo corsa do una mano in difesa, posso verticalizzare, andare sul fondo per crossare oppure entrare dentro il campoe concludere a rete. Se quel ruolo lo interpreti bene e al massimo riesci a metterti in evidenza, io piano piano sto metabolizzando tutto, un esterno deve saper toccare bene la palla ma esser bravo anche nei movimenti senza palla»

Il tecnico Bebo Antinori punta tanto sul gioco degli esterni

«Antinori è un bravissimo allenatore, mantiene il gruppo unito e ci tiene tanto a fare risultato col gioco e con gli esterni che vanno a concludere a rete. Ci carica al massimo, ci ha fatto entrare in testa che ogni domenica dobbiamo dare di più per noi stessi. Io dico che puoi avere grandi giocatori in squadra ma se non riesci a tenere il gruppo compatto non vai da nessuna parte, il mister in questo è bravissimo»

Torniamo alla stagione scorsa, il Castiadas chiude secondo, fa i playoff nazionali ma Sarritzu non sfonda come si pensava. Perché?

«Ci tengo a sottolineare che la società con me si è sempre comportata benissimo sino alla fine, sono infatti rimasto legato al presidente Pierpaolo Piu e ai dirigenti. Che ringrazio tuttora perché mi hanno chiamato a dicembre per giocare con loro in serie D. Dico semplicemente che ho dato il massimo e ricevuto la fiducia dei miei compagni ma non l'ho avuta dal tecnico Giampaolo Zaccheddu, che l'estate scorsa mi aveva chiamato, dicendomi che puntava su di me ma poi non mi ha dato la fiducia e non ha saputo valorizzarmi. Sono stato il primo acquisto del Castiadas, ho iniziato bene segnando in Coppa Italia, quando mi utilizzava abbiamo fatto sempre risultati positivi poi è arrivato Emiliano Melis, un grande giocatore per il quale ho grande stima, sono stato tolto dai titolari e sostituito sull'esterno da un fuoriquota. Io non sono nessuno sennò non starei giocando in Eccellenza ma, come tutti i giocatori, se non giochi perdi fiducia e non hai nemmeno più i 90' nelle gambe. Per di più sono stato fuori tre mesi in tutto con due stiramenti pesanti che mi hanno bloccato un mese e mezzo per volta, altra mazzata»

Il Castiadas poi è stato ripescato, la serie D l'hai conosciuta al Selargius, ti piacerebbe tornare a giocare in un campionato nazionale?

«Io penso che qualsiasi giocatore che come me dà il massimo in campo e ci mette passione vuole andare sempre più alto. La serie D mi manca tanto, sarei un falso nel dire che non mi farebbe piacere rigiocare in quel campionato che resta una grande vetrina, vorrei tornarci eccome per rimettermi in gioco. Uno che sta in Eccellenza si chiede: "Sarò pronto per la serie D?". Tutti mi dicono che non ci faccio niente in questa categoria, dovessi ricevere una chiamata da un club di serie D coglierei la palla al balzo, mi metterei al lavoro per ripagare la fiducia, dimostrando sul campo che ci posso stare. Se il Castiadas e un allenatore come Mereu, il massimo che c'è in Sardegna, mi volevano a dicembre, in quella situazione di classifica significa che qualcosa l'ho fatta. Mi dispiace solo che il La Palma non sia in serie D, devo guardare a me stesso e puntare sempre più in alto»

Al La Palma sei arrivato perché c'era il tuo amico Umberto Festa ma poi lui se ne va. Continuerete a giocare insieme nei tornei estivi

«A giugno Umberto mi chiese chi mi avesse cercato dicendomi: "Mi vuole il La Palma, se firmi tu firmo anche io". Io ho pensato che avere un compagno come Festa sull'altro esterno, un attacco forte c'erano più possibilità di segnare e fare un'ottima stagione. Tutti noi del La Palma abbiamo risentito della sua partenza, in campo fa la differenza, tecnicamente è molto forte, lo stimo molto ed è un bravo ragazzo. Il difetto? Se ci mettesse più testa sarebbe arrivato nei professionisti, spero l'anno prossimo di rivederlo come minimo in Eccellenza. Intanto d'estate ci rivedremo per giocare insieme in qualche torneo»

Chiudiamo con la classifica dei bomber: primo Borrotzu, poi Ibba, Argiolas e Usai. Tutti oltre i 30 anni L'esperienza fa sempre la differenza ma chi ti piace di più?

«A me piace molto Borrotzu, una prima punta doc, un giocatore di grande qualità, forte di testa, che sa muoversi ed essere sempre al posto giusto. Esperto o no un attaccante o ce l'ha il senso del gol oppure no. Lui l'ha sempre avuto in tutta la carriera, è l'unico che mi ha davvero colpito in questo campionato e dico anche che se giocasse in serie D farebbe ancora un figurone»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna