«Un piacere aiutare il Presidente Massenti»
Fermassenti, Maricca si gode il successo: «Abbiamo fatto qualcosa di incredibile»
Missione compiuta per la Fermassenti del Presidente Antonio Massenti, che ha ottenuto la meritatissima promozione diretta in Prima Categoria con 90' di anticipo, riuscendo a battere, al termine di un testa a testa tanto avvincente quanto estenuante, la concorrenza, tra le altre, del fortissimo Tratalias.
Uno dei protagonisti indiscussi di questo vero e proprio miracolo sportivo è stato sicuramente il tecnico Gianni Maricca, che è tornato a casa dopo tanto tempo ed ha contribuito, con la sua esperienza e con le sue grandi doti, al raggiungimento di questo traguardo.
«Non posso che essere soddisfatto – ammette il tecnico -, soprattutto perchè siamo partiti con un progetto che prevedeva di crescere nel tempo ma non ci immaginavamo sicuramente di riuscire a vincere già da quest'anno, con questi numeri e con 90 minuti d'anticipo: sino a questo momento abbiamo perso soltanto tre partite, la difesa ha subito soltanto 17 reti, siamo stati in grado di intraprendere un cammino decisamente regolare se si esclude qualche passaggio a vuoto; sono tutti risultati che ad agosto, quando abbiamo iniziato la stagione, erano assolutamente impensabili.
E' stata una sorpresa ed una gioia immensa, soprattutto per me che ho iniziato la mia avventura tanti anni fa proprio alla Fermassenti; è stata la prima società che ha creduto nel sottoscritto e che mi ha dato l'opportunità importante di poter crescere.
Aiutare il Presidente e la sua famiglia, che gestiscono in maniera impeccabile questa società in prima persona, a vincere è stato molto soddisfacente; siamo partiti con una squadra giovane e con il passare del tempo siamo riusciti a inserire, un pezzo alla volta, gli elementi adatti per poter fare il salto di qualità, coinvolgendo anche calciatori che avevano un po' staccato la spina dal mondo del calcio per vari motivi.
Essere riusciti nell'impresa di riportare la Fermassenti in Prima Categoria ci fa molto piacere.
Vorrei citare alcuni ragazzi che son stati d'esempio per tutti gli altri, come i fratelli Serafini, Carta, Cosa, Lenzu, senza dimenticare il capitano Luca Ennas che già avevo allenato in passato e conoscevo benissimo e che secondo me quest'anno è stato uno dei difensori migliori in assoluto: credo che abbia saltato un solo allenamento in tutti questi mesi.
A questi abbiamo aggiunto alcuni ragazzi che dal punto di vista morale ci hanno fatto crescere sicuramente molto: Carvone, Matteo Mannai, sino ad arrivare a Bruno Carrus che arrivava dalla Promozione ma era reduce da un'operazione al crociato e ha scelto proprio la Fermassenti per rimettersi in gioco.
Grazie ai miei trascorsi e alle mie esperienze maturate negli in giro per il Campidano siamo riusciti a convincere Pierluigi Atzeni, che pur essendo di Villacidro lavorava dalle nostre parti e ha accettato il nostro progetto; l'avevo già fatto giocare quando aveva 16 anni a Villacidro ed è stata una piacevolissima conferma.
Tutti assieme abbiamo fatto una grossa impresa, nonostante ci fossero delle squadre attrezzate molto più di noi, ma il bello del calcio sono proprio queste situazioni e queste favole: pur non godendo dei favori del pronostico, attraverso il lavoro, tieni conto che ci allenavamo tre volte alla settimana alle tre di pomeriggio, siamo riusciti a fare qualcosa di incredibile, anche per le persone che abitano in un territorio colpito dalla crisi come il nostro; spero possa dare un pizzico di soddisfazione in un periodo sicuramente non facile».
C'è stato un momento particolare in cui ha capito che si poteva davvero puntare al colpo grosso?
«Lo scontro diretto contro il Tratalias ci ha fatto capire che la vittoria era nelle nostre mani e che non potevamo più sbagliare; fino a quel momento stavamo facendo bene ma avevamo la consapevolezza che, al primo passo falso, i nostri avversari ci avrebbero sorpassato, come è successo a Buggerru; fortunatamente abbiamo avuto subito a disposizione la possibilità di rifarci contro il Tratalias e poi ci siamo confermati nella difficilissima partita contro il Santadi terzo in classifica: a quel punto non ti dico che ho avuto la certezza di vincere, visto che domenica abbiamo aspettato sino all'ultimo secondo il risultato di Iglesias, ma abbiamo capito di essere veramente ad un passo, è stato bello».
Quanta è stata importante la testa e la determinazione in questo estenuante confronto con il Tratalias?
«Loro sono un'ottima squadra, a fare la differenza sono stati i dettagli minimi.
Il campo, soprattutto nella partita del ritorno, ha detto che stavamo meglio noi, però nell'arco dei nove mesi bisogna essere un po' fortunati per trovarsi al top della forma al momento giusto, per le partite che contano».
C'è un aspetto che ha curato maggiormente, dove magari è più visibile il suo lavoro?
«La squadra l'ho costruita, assieme al Presidente, puntando su dei ragazzi che avessero le motivazioni giuste; non avendo la possibilità di pagare grossi rimborsi, a parte quelli legati al viaggio, bisognava affidarsi sulla voglia di emergere dei ragazzi; siamo riusciti a responsabilizzare l'ambiente e al tecnico non è rimasto che cercare di dare la sua impronta alla squadra; tutti si sono messi a disposizione e hanno creduto nel progetto, lavorando con grande impegno e professionalità; svolgere gli allenamenti al pomeriggio, senza particolari difficoltà atmosferiche, ci ha regalato la tranquillità necessaria per poter rendere al massimo; i risultati ci hanno dato ragione e vincere aiuta a vincere, è inutile girarci attorno.
Molte volte in partita si creavano le esatte situazioni che provavamo in allenamento, e questo non ha fatto altro che far crescere la stima e la convinzione nei nostri mezzi e nel lavoro che stavamo facendo».
Dopo le grandi imprese, c'è di solito sempre spazio per i ringraziamenti; a chi va il suo pensiero in questo momento?
«Alla mia famiglia che è quella che mi sopporta sempre, visto che con il calcio passi molti pomeriggi lontano da casa; poi credo che una dedica speciale se la meriti il nostro Presidente Antonio Massenti che si sacrifica in tutto e per tutto per questa società; io ho iniziato a lavorare con lui quasi 20 anni fa e conosco tutti i sacrifici che ha fatto con grande passione, togliendo dalla strada tanti ragazzi che magari oggi fanno tutt'altro ma che la Fermassenti ha contribuito a rendere più uomini, e questo mi piace sottolinearlo.
L'unica cosa che dice alla squadra prima delle partite è: «ricordatevi che il primo successo è uscire dal campo in undici»; questo sintetizza decisamente bene la sua filosofia e l'amore per questo sport; questo traguardo è un bel regalo per il suo impegno».
Mi dica la verità, sta già pensando al prossimo campionato? Pensa che la Fermassenti abbia ancora margini di miglioramento?
«Si può crescere sempre, ma la nostra squadra, così com'è attualmente, può disputare tranquillamente un campionato di Prima Categoria; ovviamente dovremmo tenere conto dei fuori quota, ma sono molto fiducioso».