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I derby visti da Cerbone: «Arzachena eccezionale ma occhio al Budoni, Olbia-Torres guai a chi perde, Lanusei più sorpresa della Nuorese, Muravera che ritmo e il Castiadas non può sbagliare»
Il tecnico ai box: Misteri del calcio ma non mollo

I derby visti da Cerbone: «Arzachena eccezionale ma occhio al Budoni, Olbia-Torres guai a chi perde, Lanusei più sorpresa della Nuorese, Muravera che ritmo e il Castiadas non può sbagliare»

Ha l'esperienza, la professionalità e la capacità per poter allenare una squadra qualsiasi tra le otto sarde impegnate nel campionato di serie D ma Raffaele Cerbone è "forzatamente" fermo ai box e ora le gare se le guarda dalla tribuna nonostante il suo curriculum è costellato di ripetute salvezze miracolose fatte con Arzachena e Budoni e, soprattutto, di un quarto posto ottenuto lo scorso anno sempre alla guida dei biancoblù. «In quasi trent'anni di calcio fatti da giocatore e allenatore - dice l'ex attaccante anni Novanta di Venezia, Chievo ed Empoli - è stato per me un Natale un po' atipico, l'unico in cui mi sono trovato senza lavoro». Il perché non sia seduto su una panchina di un club di quarta serie «fa parte dei misteri del calcio anche se sono abbastanza esperto da rendermi conto che sono cambiate tante cose, il momento di difficoltà economico attraversato dal calcio ha creato situazioni impensabili fino a qualche stagione fa quando si allenava più per merito che per altro. Ma non mollo di una virgola, sono arrivato in serie A quando feci 2 gol fino a gennaio e non dopo una stagione chiusa con 22 gol». Anche se poi ammette che «a settembre ho fatto valutazioni sbagliate e ho perso una opportunità importante così qualche telefonata l'ho ricevuta anche nei mesi scorsi ed ero ad un passo dal trovare l'accordo con un club sardo di serie D ma poi le cose non sono andate come dovevamo andare». Di sicuro Raffaele Cerbone ha la giusta competenza per inquadrare i quattro derby in programma il giorno della Befana e parte già da una considerazione che ha maturato da giocatore e poi accresciuta nel tempo quando ha iniziato a fare l'allenatore: «A prescindere che si giochino derby o chi sia l'avversario di turno, dopo la sosta di Natale vince sempre chi ha meno ruggine ed è capace di riavviare subito il motore rimettendo a posto la testa. Le feste e lo stare fermo creano sempre dei problemi fisici e mentali, i giocatori tornano per qualche giorno nelle rispettive famiglie e staccano la spina, bisogna vedere chi più degli altri si è portato appresso le scorie della sosta, il giocatore pensa di essere a posto ma solo l'allenatore sa leggere le sfumature e vede come è la situazione generale. Non escludo diverse sorprese nei risultati».

 

Raffaele Cerbone ha allenato Budoni e ArzachenaIn qualità di doppio ex partiamo da Arzachena-Budoniun quasi testa-coda

«Se guardi la classifica, il rendimento in casa della squadra di Giorico e la striscia negativa di quella di Bacciu non ci sarebbe gara ma sappiamo che non è così. Il Budoni è stato decisamente rinnovato ed è cresciuto qualitativamente con l'arrivo in tutti i reparti di giocatori un gradino superiori, senza nulla togliere a chi è sceso in campo prima. Giglio, ad esempio, è un attaccante esperto, carismatico e che ha fatto sempre gol in carriera, un punto di riferimento importante per il loro modo di giocare. Nella seconda parte del campionato la squadra può far bene, consapevole però che non ha più margini di errore, ora puoi sbagliare davvero poco se ti vuoi salvare direttamente. L'Arzachena, invece, va studiata come fenomeno visto il campionato eccezionale che sta facendo. Il primo posto, davanti a mostri sacri come Grosseto, Viterbese, Torres e Olbia, è figlio di tante componenti, in primis va dato merito alla società e al suo allenatore il conseguimento di questi risultati, poi sono stati fatti innesti mirati e consoni alle caratteristiche della struttura di gioco voluta da Giorico. In questo è stato bravo il direttore sportivo Antonello Zucchi, persona che stimo tanto e col quale si è creato un rapporto che va oltre il calcio, con gli acquisti di Boi, La Rosa e Sanna innalzando poi la qualità dei giovani che stanno facendo la differenza. Poi l'allenatore ci ha messo molto del suo, se dovesse confermare questo rendimento andrebbe oltre l'eccezionale sebbene abbia in rosa due attaccanti importanti come Branicki e Sanna, due centrocampisti esperti ed affidabili come Manzini e Bonacquisti, dietro sono solidi con i centrali Brack e Boi e il portiere Ruzittu. Hanno sfruttato benissimo il fattore campo perché al Biagio Pirina hanno battuto tutte le grandi ma questo non vuol dire che giocare in casa ti fa vincere per forza, certo il calendario porta pensare che per loro sarà molto più difficile nel ritorno ma, vista la loro grande convinzione e come sanno gestire le gare, non sarà semplice sbarazzarsi dell'Arzachena per chi deve vincere il campionato»

Cerbone è stato ad Arzachena nella stagione più difficile del club negli ultimi anni

«Credo proprio di sì ed ottenemmo una salvezza anticipata senza far trapelare i problemi economici che stavamo attraversando. Ma la società ha vissuto il momento di difficoltà in modo consapevole, Davide Altana, il direttore Zucchi e gli altri dirigenti sapevano che così non si poteva avere una prospettiva, facendo tesoro degli errori fatti quella stagione negativa non è diventata l'abitudine ma l'eccezione. Dall'anno scorso l'Arzachena è cresciuta tantissimo, la piazza è ambita, il progetto è serio e si può far davvero bene come sta dimostrando Mauro Giorico, cui va un grandissimo merito»

Passiamo a Olbia-Torres la sfida che rischia di oscurare tutte le altre

«Una gara da vedere assolutamente e delicata per entrambe, chi vuole ambire a certi traguardi deve vincere queste gare, una battuta d'arresto sarebbe rischiosa. L'Olbia sarà cresciuta in questi 10 giorni di allenamenti, l'ho vista prima della sosta contro il Budoni, nella settimana in cui era stata cambiata negli uomini e nel modo di stare in campo. Se non hai ritmo non vinci un campionato come la serie D, ci vuole grande spirito di sacrificio e riconoscenza tra giocatori, quando una rosa viene completamente cambiata all'allenatore viene stravolto il suo credo, non è facile ritrasmettere subito certi concetti ai nuovi giocatori, col Budoni ha sofferto molto per un tempo, poi è stato bravo Biagioni a rimettere le cose a posto e ha preso la gara in mano. L'Olbia ha giocatori come Mastinu e Molino fuori categoria, per non parlare di Cossu. La Torres è normale che abbia faticato all'inizio, dopo quello che gli è successo ad agosto la ripartenza in serie D non è per niente facile, sarebbe stato utopistico pensarlo perché il calcio è fatto di lavoro quotidiano e per un mese la squadra non sapeva quale campionato avrebbe dovuto disputare. Da quando c'è in panchina Marco Sanna è cresciuta, i 12 punti in 6 partite dicono proprio questo, forse ci si aspettava qualche acquisto di spessore ma non è vero che con i grandi nomi puoi dare per scontato che vincerai, altrimenti la Viterbese sarebbe lì a condurre. La Torres ha giovani molto interessanti e utili al progetto però adesso è ad un bivio, queste non sono gare che valgono tre punti ma di più, se vinci a Olbia poi pensi che potrai farlo dappertutto. Sbagliare ora per entrambe sarebbe un grande problema per la classifica però possono benissimo tornare in corsa per il primo posto perché il campionato non è affatto deciso»

Per Lanusei e Nuorese, viste le rispettive classifiche, si può parlare di sorpresa per entrambe?

«Per me la sorpresa è soprattutto il Lanusei, una neopromossa che non ha vinto campionato ma è arrivata in serie D con la Coppa Italia. La rosa nel tempo è cresciuta attorno a quei giocatori esperti per la categoria come Figos, Angheleddu, Floris e Masia, non cambio il giudizio per le battute d'arresto di quest'ultimo periodo. Stava facendo campionato quasi ottimo, poi ha perso due punti di riferimento come Gutierrez e Pulina e ha un po' stentato perché i nuovi innesti hanno bisogno di tempo per poter esprimere le proprie qualità tecniche. Smuovere dall'undici di base dei giocatori importanti vuol dire toccare degli equilibri che il tecnico Loi deve ricreare con diversi allenamenti, nel calcio non si inventa nulla. Una vittoria importante potrà sistemare diverse cose. La Nuorese non è una sorpresa, il quinto posto è la conferma che stanno lavorando bene, hanno una rosa di qualità, un pubblico importante e una piazza esigente, conosco bene il loro allenatore Mariotti, fa giocare bene le sue squadre ed è un grande lavoratore sul campo, poi perde pochissimo e se non fosse stato sfortunato col Trastevere sarebbe agganciato al Grosseto»

Muravera e Castiadas sono in lotta da un anno e mezzo, prima per vincere il campionato di Eccellenza e ora per la salvezza

«Per il Sarrabus è un derby sentito. Il Muravera cercherà di consolidare una certa dimensione dopo aver chiuso l'andata facendo 8 punti in 4 gare, una media altissima per chi lotta per salvarsi e sempre difficile da tenere. Però ha un attacco di livello assoluto, Nurchi, Dessena e Mesina, che ho ho avuto la fortuna di allenare, sono importanti e fa bene il tecnico Piras a schierarli insieme mantenendo gli equilibri in campo. Il Castiadas deve cercare la sua dimensione dopo la rivoluzione nel mercato di dicembre, vincere a Lanusei prima di Natale è stato determinante, un risultato che vale più di una stagione, ti può far scattare la molla e dire che nelle prossime 17 battaglie puoi andare a sconfiggere tutti ma non può permettersi passi falsi e dieci punti di differenza sono tanti»

Ricordando l'impresa fatta in coppia con Bagatti nel 2010 alla guida del Budoni cosa dovrebbe fare ora il Castiadas? 

«Bernardo Mereu sa benissimo come gestire questa situazione, io posso dire che per fare una rimonta ci dev'essere la consapevolezza di dover curare i dettagli in modo maniacale. La prima domanda che posi ai giocatori fu: "Cosa siamo disposti a dare per salvarci? Cosa volete fare realmente per raggiungere questo obiettivo?". Perché pensare non costa fatica ed è troppo facile dire "vogliamo salvarci" o proporre sogni senza però dare di più o rinunciare ad alcune cose anche nella vita privata, non sempre è colpa dell'allenatore ma anche il giocatore deve prendersi carico di questa situazione di classifica. Noi eravamo ultimi con 15 punti dopo 20 giornate, vincemmo gli scontri diretti con Morolo, Boville, Cynthia, Astrea, Arzachena, battemmo il Fondi che la settimana dopo festeggiò la Lega Pro, chiudendo la stagione al decimo posto a quota 44, perciò conquistammo 29 punti in 14 gare. Avemmo grande stima e convinzione, facemmo gli allenamenti da farci venire il mal di testa gettando il cosiddetto cuore oltre l'ostacolo, creammo i presupposti tra di noi essendo ognuno disposto a dare un qualcosa in più. Poi ci vuole un pizzico fortuna, se non fai risultato perdi un po' di fiducia, il calendario in questo è importante, loro poi ricevono l'Olbia e vanno ad Arzachena e potrebbero fare anche pochi punti, viceversa il Muravera dopo il derby va a San Cesareo e riceve il Flaminia e potrebbe altresì avere lo scatto decisivo verso la salvezza»

In questi casi è giusto che il Castiadas si ponga come obiettivo i playout?

«Se guardi la loro classifica dev'essere così, altrimenti farebbero qualcosa di straordinario con la salvezza diretta perché, a differenza dell'impresa che facemmo col Budoni, in questo campionato ci sono sei-sette squadre davvero importanti e fare risultato pieno contro di loro è molto difficile. Bisogna essere realisti, fare i conti col calendario proprio e con quello delle avversarie, ci sono squadre che marciano in questo modo, facendo allenamenti specifici per essere al massimo nei playout, sperando tra l'altro di giocarlo in casa. Perché poi al 100% negli spareggi verranno coinvolte per forza squadre sarde, sarebbe già tanto che nessuna occupi gli ultimi due posti; e se il San Cesareo ha tenuto una rosa di giovani, so bene che atmosfera si respira a Casal di Marmo quando gioca in casa l'Astrea o quanto sia difficile vincere a Genzano o col Flaminia»

Chiudiamo con una domanda personale: deluso da qualcuno per questa inattività?

«Credo tanto nei rapporti umani e ne faccio una questione di etica. Nel calcio, quando pensi di aver visto tutto allora sbagli, ci sono persone verso le quali sei stato sempre disponibile e poi, di punto in bianco quando sei senza squadra, fanno scattare l'opportunismo. Ma è meglio così, l'inattività ti fa rendere conto di certe cose e capire chi avevi al tuo fianco, oltre a permettermi di seguire qualche giocatore di serie C per conto di un club, di stare un po' a Napoli e di vedere qualche gare a Olbia o Arzachena» 

Che dire, invece, del biennio col Budoni?

«Ringrazio sempre la società e il suo presidente Filippo Fois che mi ha dato, negli ultimi due anni, l'opportunita di crescere tanto, abbiamo vissuto tutti quanti emozioni indescrivibili con una salvezza ai playout e un quarto posto storico per il club ottenuto tra mille difficoltà, con giocatori importanti come Villa e Fontanella ma vincendo diverse gare anche senza la loro presenza. Per di più arrivando primi e secondi nella classifica "Giovani D valore" facendo intascare alla società 40mila euro che non sono pochi. La cosa che mi gratifica di più, però, è la considerazione verso l'uomo e le parole che ti dicono o scrivono i ragazzi che ho allenato, mi rende orgoglioso del lavoro fatto e della crescita di ciascuno di loro»

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2015/2016
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Sardegna
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